mercoledì 16 ottobre 2019

MARIA RIZZI LEGGE: "POLICROMIE" DI DARIO MARELLI


       

POLICROMIE
     DARIO MARELLI – Kairòs Edizioni

      
Maria Rizzi,
collaboratrice di Lèucade

Ho ricevuto la Raccolta di Poesie di Dario Marelli “Policromie”, frutto della vincita della Sezione in Lingua nel Premio “Voci” 2018 e ne sono rimasta soggiogata.
Mi preme sottolineare la superba introduzione al testo dell’Amica e nostra attuale giurata Patrizia Stefanelli, che reputo una donna in possesso della chiave per aprire le porte delle anime altrui.
La Silloge “Policromie” è un’Opera scritta al femminile, non femminista. Si legge d’un fiato e si trattiene lirica dopo lirica nel petto, proprio come i respiri. Dario Marelli non tesse trame imperscrutabili, viaggia, da funambolo della vita reale sul trapezio delle verità, delle storie di ogni stagione e di ogni paese del nostro tempo.
Le donne si rivelano attraverso le parole di un uomo, che possiede ‘il femminino’, ovvero la facoltà di sentire facendo appello anche alle strutture cerebrali e  alla sensibilità tipiche delle donne.
I suoi versi sono fluidi, intessuti di armonia e rappresentano uno straordinario esempio di fisica vitalità verbale.
Egli intinge il pennello nei colori dei sogni, della quotidianità, delle vicende che sembrano non appartenerci, ma condizionano lo scorrere di ogni esistenza, con l’intento di affrescare ‘l’arcobaleno’, come asserisce nella dedica al libro del francese Denis Diderot.
La Silloge lievita come il pane, è originale, diversa da molti dei testi che siamo abituati a leggere. L’autore possiede un cuore - fanciullo, non si piega su se stesso, si tende ad arco verso l’esterno, immergendosi nello scorrere del tempo con suggestioni profonde e toccanti e, al tempo stesso, con il sorriso. Smentisce la massima della sofferenza che induce a scrivere, del poeta avvolto nel mantello delle ombre che cerca catarsi nella produzione artistica. Leggendolo si comprende che le perle non fioriscono solo nei fiumi torpidi delle passioni mai realizzate, della nostalgica malinconia, del disincanto.
Canta Dario e rende omaggio a Maddalena (la vigilessa); a Eleonora (la fornaia); a Gina (la camionista) e a tante altre donne e ragazze comuni, entrando sotto la loro pelle, pensando i loro pensieri, le loro ansie, i loro desideri.
La sezione intitolata “Uomini contro” mette in risalto il talento eccellente di questo Poeta, che affronta tematiche drammaticamente attuali, dimostrando che la sua elegia sa spandere note sui paesi oppressi, tormentati, dove i popoli diseredati portano le loro croci e spesso cercano invano la Terra Promessa.
Un salto artistico degno del trapezista che ho citato, dell’uomo che sa visitare luoghi lontani, sa interpretarli attraverso il filtro di un’indole di raso e sa piangere i loro strazi senza pudore. Dario non si vergogna di rompere gli stampi, di mettersi al servizio dell’impegno civile senza ostentazione, con i sensi ammaestrati per mondi e storie difficili da percepire. Crepita spesso nei suoi versi l’eco delle fonti dei nostri classici, ma la risacca del suo sentire è ampia, inarrestabile, nutrita di sdegno e di quella commozione, che riporta al poeta - puro, all’uomo che intinge la penna nell’arcobaleno e cerca di donarci i colori delle donne, dei paesi straziati, dei luoghi lontanissimi , spesso solo immaginati, come le vette del Kilimangiaro, la Patagonia, il Messico…
Una Silloge “Policromie”, che trasferisce noi lettori nella dimensione del lirismo incandescente e ci consente di vivere  una magnifica epifania esistenziale.

Maria Rizzi



1 commento:

  1. Sono sinceramente grato a Maria per la magistrale lettura dei miei versi. Un'interpretazione attenta e generosa, che mi onora e mi commuove.
    Un grazie di cuore al maestro Nazario per lo spazio gentilmente concesso a questa mia recente pubblicazione.

    Dario Marelli

    RispondiElimina