Per
l’amica Clara Nistri, mancata il 13 settembre 2019.
Anna Vincitorio, collaboratrice di Lèucade |
Voglio
sentirti accanto a me con la tua voce roca e calda nella sera. Parole, fiumi di
parole legate alla vita e alle sue amarezze. Unite nel conforto della poesia.
Agonia
è quello che ho provato stando a te vicina nei duri giorni che precedono la
morte.
Un
bacio e il mio ricordo.
Anna
16
settembre 2019
Da
parte di Franco Manescalchi per l’Associazione ‘900 poesia.
Clara
è stata una poetessa nell’editoria fiorentina, unica per il suo culto della
poesia, autentica e prevalente su ogni altro interesse e partecipazione.
Comunque, inserendosi nella vita culturale della città ed anche dunque alla
nostra associazione, non ha mai posto la sua ricerca poetica al di fuori di una
fedeltà assoluta alla parola, volta ad una sua interiore verità con la quale ha
sempre posto come primaria scelta l’arte e la vita. Da questo si comprende come
i libri di poesia di Clara siano, come ho detto, un’unica testimonianza di vita
e verità che rimane nel contesto della poesia a Firenze, un documento unico,
depurato da ogni tentazione di imporsi, esporsi, misurarsi e rimanere, per chi
voglia domani leggere una voce autentica, scabra, già proposta nella sua
essenza e sacralità. Noi ricordiamo Clara come una presenza che rimane anche
come persona che scandiva e condivideva il suo quotidiano con chiunque dialogasse,
in quanto ogni incontro era caratterizzato da un senso comunque dell’essere,
del conoscere ed anche da una profonda umiltà, fedeltà all’umano e la parola
poetica che questo esprimeva.
Naturalmente,
senza alcuna priorità nel ricordarla.
Franco
Manescalchi
Agonia
Vagare…
Dove
le stelle dell’Orsa?
Un
finito misterico
è là
dietro
una porta chiusa
Hai
paura di aprirla
Non
sai. Suoni,
luce
accecante o buio?
A
sprazzi rincorri
sentieri
di ricordi
Il
passo affonda
tra
amarezze e gioie
Scendono
lievi ombre
nel tuo
sguardo
velato
Cavalli
in corsa
lungo
siepi di bosso
Un
cane, dallo sguardo
mansueto
Amore,
tanto;
forse
non compreso
Vita
dove il verde scolora
Sei
legata a un filo,
lo
sai, ma lo rinneghi
Ti
trattiene quel corpo
che
rimpiange i vent’anni,
gli
amori
e
coltri di dolore
Basta
che il respiro si arresti
e sarà
quiete
Anna Vincitorio
Apprendo ora della scomparsa di Clara Nistri e ne sono addolorato. Non da molto tempo ci siamo sentiti telefonicamente ed avevamo in cantiere una presentazione del suo ultimo libro a Firenze. Sapevo delle sue precarie condizioni di salute ma non che si fossero aggravate fino al punto di strapparla alla vita.
RispondiEliminaLa ricordo come una persona sensibilissima e poetessa di sicuro valore.
Contrito dalla ferale notizia, arrivederci Clara!
Sandro Angelucci
Pur non avendo conosciuto personalmente la poetessa Clara Nistri mi unisco a queste parole che la ricordano e, come se fossero una preghiera, vi aggiungo il mio Amen. R.I.P.
RispondiEliminaEdda Conte
Sobria, sentita poesia di addio, commuovente ricordo di un’amica e di una poetessa : Clara Nistri. Il titolo, emblematico, richiama con un brivido tutto il dolore, la sofferenza della perdita, vera perdita, che lascia ammutoliti, increduli, con le lacrime raggelate dietro una misteriosa porta chiusa di cui possiamo solo congetturare buio, luce, ombre,… forse davvero pace.
RispondiElimina
RispondiEliminaHo sentito Clara, per l’ultima volta, qualche mese fa al telefono. Già stava male eppure ancora mi diceva, con la sua voce “roca e calda” del suo desiderio di tornare a scrivere presto. Poi, un mese fa, la triste telefonata di Anna Vincitorio con l’annuncio della scomparsa dell’amica comune. Una persona a me molto cara per la sua sincerità e schiettezza e da me stimata per la sua scrittura altissima.
Ricordo che lessi con commozione grande il suo ultimo libro e intitolai la mia nota di lettura “Un posto nella luce” e come incipit scrissi:
-Cammina senza posa, instancabilmente vaga qua e là senza apparente dimora Clara Nistri in “Come voce errante”. S’immerge nella magnificenza della natura attraversandone stagioni e cieli, riversando in essa la sua anima e lasciandosi avvolgere dai suoi cromatismi e dalle sue voci.
Dentro silenzi che pesa(no) sul cuore dentro lunghe notti di solitudine e pensieri, cammina dentro se stessa con la speranza di ritrovare ciò che lei era o almeno la sua ombra: “mi cerco nei tanti volti/ di colei che fui […] per divenire me.”. È un esilio, il suo, che nasce dal bisogno costante di interrogarsi per ritrovare la sua identità, per sentirsi ancora l’anima, la luce e tornare a imparare ad amarsi. –
Ecco, ora voglio immaginarla dopo tanto “vagare”, dopo l’”Amore tanto”, approdare a quel posto nella Luce, desiderato, ricordandola con la poesia che chiude il libro e che ritengo ancora più densa di significato, oggi:
Nel vuoto
gremito di attese
una sicura mano
annoda la mia
alla tua Verità.
Trasparente foglia
Voce errante
Nutrimento,
origine.
Luce feconda.
Esco da quel bagliore
opalescente perla…
D’improvviso ogni parola
detta,
taciuta.
Persa.
Forma un solo canto.
S’innalza il coro
della mia lode.
L’acqua ritorna all’acqua
il suono torna al suono,
luce alla luce,
l’anima torna a Dio
e si fa eternità.
Un abbraccio, Clara carissima.
Annalisa Rodeghiero
Bella e tragica la poesia di Clara Nistri, bella e luminosa la poesia di Annalisa Rodeghiero. Una comunicazione di amorosi sensi che mi commuove profondamente. Come non credere che la vita continui oltre la vita e che la poesia sia un tramite? Giusy Frisina
RispondiEliminaNon ho conosciuto Clara Nistri, ma da quanto apprendo leggendo i ricordi e i commenti di chi mi ha preceduto, a partire dalla struggente poesia della Vincitorio, la sua è stata un'esistenza umile e autentica, con una voce nata e cresciuta nel silenzio, nell'amore, nella semplicità. Un'amante dell'Essere che il verso corto e singhiozzante dell'amica accompagna nel ritorno alla patria di appartenenza dopo l'esilio terreno. Commovente saluto, colmo di pianto e serenità.
RispondiEliminaFranco Campegiani
Ricordare una poetessa che ha varcato la soglia della luce è un tentativo di trattenere la sua luce accanto. Qui sentiamo nei versi di Anna il coinvolgimento affettivo che la poesia ha alimentato e che non smette di nutrire. Mi piace il verso conclusivo della poesia "e sarà quiete", ecco, in questa quiete si avverte la metamorfosi del dolore generato dalla malattia nel dolore dell'assenza che si riempie di ricordi e poesia.
RispondiEliminaIl mistero della vita di una persona cara continua finché ci sarà qualcuno che leggendo uno scritto, una poesia o contemplando una foto, avverte una presenza emozionale che ci fa sentire viventi.
Riposa in pace nella luce eterna.
Non ho avuto l’onore di conoscere questa poetessa, sono molto dispiaciuta per la sua dipartita. La morte nonostante faccia parte del ciclo vitale, è sempre immensa fonte di angoscia per tutti. La malattia è tribolazione e dolore, sia per chi la vive sul proprio corpo che per chi è vicino all’ammalato. L’ultima lotta della vita con la morte è particolarmente dolorosa. Ecco allora che si spera che la tempesta lasci il posto alla quiete. Mi piace pensare che al momento del viaggio terreno, la vita non cessi ma si trasformi.
RispondiEliminaESISTENZA NUOVA.
Non è la fine, sappilo.
Non scomparsa.
Solo cambiamento
identità nuova.
E’ solo distacco
temporaneo.
Non disperare.
Fase diversa
di un’esistenza eterna
tutta da svelare.
Non pianto per la goccia
che si fa vapore:
leggera sale
verso azzurri orizzonti.
Serenella Menichetti
" FIORE DI LOTO"
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaCLARA NISTRI
Ho letto e apprezzato le poesie di Clara Nistri, ma non ho avuto l’onore di conoscerLa personalmente. In questa triste circostanza, mi rifugio nell’eredità che lascia con una poetica di alto valore letterario, di eccezionali contenuti umani, profondi nella interpretazione del mistero che accarezza il fluire del divenire. So di certo che l’Altrove dei Giusti ha già accolto il Suo spirito in un immenso abbraccio di luce e il ricordo sarà sempre vivo in chi l’ha amata e in chi Lei ha amato.
Di eccezionale sensibilità le intime emozioni dedicate da Anna Vincitorio con la Sua lirica al ricordo dell’amica carissima.
Lino D’Amico
RICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaRingrazio con il cuore in mano tutti coloro che sono intervenuti con commenti profondi e commoventi sul triste evento dell'amica
Clara.
Anna Vincitorio
Addolorata, mi associo al compianto. Quando un poeta muore, si spegne una stella per tutti coloro che guardano al cielo in cerca di luce e di armonia.
RispondiEliminaMarisa Cossu
E' la pietas che detta questi versi liberi in cui ripetutamente emerge l'armonia di istintivi e facilmente rintracciabili endecasillabi spezzati. Sul campo della battaglia finale l'anima trema né sa decidersi di fronte all'ultima porta nell'incertezza delle domande cui nessuno, se non spingendo quell'uscio, può trovare risposta. Benchè dolorante, il corpo non accetta ancora di arrendersi, chiamato indietro da ricordi di semplici gioie, dalla coscienza di quella linfa d'amore che ha percorso, a volte non compresa, il suo sentiero. Se è vero che nulla è poesia se non è dettato dalla necessità, possiamo definire altamente poetici questi versi che nascono sotto la spinta di una tensione emotiva così dolente e profonda. Noi riceviamo in dono la vita, ma poi, tutto dobbiamo conquistarcelo, tutto dobbiamo pagare : non c'è piacere che non ci costi una rinuncia, minima o grande che sia; quindi più che mai dura è la lotta per raggiungere un piacere catastematico e il prezzo da pagare è la dolcezza dell'esistere in questo mondo pieno di difetti ma anche di affetti. Si rimpiange, sulla soglia del tempo, anche quello che ci è stato di dolore, e tanto più , naturalmente, lo splendore della giovinezza quando il male non era una cappa scura sulla testa, ma solo una nuvola vaga su orizzonti estranei e lontani. Forse è questo il ricordo che affiora leggero e tenace sull'ultima sponda, quello che più ci trattiene dal fare l'ultimo passo. Non ho avuto il privilegio di conoscere questa Poetessa, ma ne piango anch'io la scomparsa. Condoglianze.
RispondiEliminaRICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaE' la pietas che detta questi versi liberi in cui ripetutamente emerge l'armonia di istintivi e facilmente rintracciabili endecasillabi spezzati. Sul campo della battaglia finale l'anima trema né sa decidersi di fronte all'ultima porta nell'incertezza delle domande cui nessuno, se non spingendo quell'uscio, può trovare risposta. Benchè dolorante, il corpo non accetta ancora di arrendersi, chiamato indietro da ricordi di semplici gioie, dalla coscienza di quella linfa d'amore che ha percorso, a volte non compresa, il suo sentiero. Se è vero che nulla è poesia se non è dettato dalla necessità, possiamo definire altamente poetici questi versi che nascono sotto la spinta di una tensione emotiva così dolente e profonda. Noi riceviamo in dono la vita, ma poi, tutto dobbiamo conquistarcelo, tutto dobbiamo pagare : non c'è piacere che non ci costi una rinuncia, minima o grande che sia; quindi più che mai dura è la lotta per raggiungere un piacere catastematico e il prezzo da pagare è la dolcezza dell'esistere in questo mondo pieno di difetti ma anche di affetti. Si rimpiange, sulla soglia del tempo, anche quello che ci è stato di dolore, e tanto più , naturalmente, lo splendore della giovinezza quando il male non era una cappa scura sulla testa, ma solo una nuvola vaga su orizzonti estranei e lontani. Forse è questo il ricordo che affiora leggero e tenace sull'ultima sponda, quello che più ci trattiene dal fare l'ultimo passo. Non ho avuto il privilegio di conoscere questa Poetessa, ma ne piango anch'io la scomparsa. Condoglianze.
Lidia Guerrieri