La "Confessione metamorfica"
di Nazario
Marco Dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
Nazario Pardini non finisce di stupirci
in una metamorfosi costante e imprevedibile.
La lettera ad un'amica sconosciuta ne è
un esempio evidente.
Le metamorfosi qui non si contano: il
fiume della vita (la vita stessa) sempre scorrente e pulsante di momenti,
episodi, conoscenze pregresse, memorie, avoca in sé trasformandosi in approdo per eccellenza la Leucade dei Poeti,
del bello, dell'Amore, della pace, dei grandi temi pardiniani.
Lo Spirito Santo rielabora la materia
del male al bene con tutti gli scenari della Natura trasformati in iconiche
sensazioni di una Libertà che sfugge alla dimensionalità dell'umano.
La riunificazione dei due mondi (Spirito
e Leucade) si trasforma poi in una fuga dalla materia verso la bellezza nelle
sue più varie espressività.
Ancora: lo stesso fiume che si
identifica nel flusso verso l'immensità del mistero, è il grande mare dove
tutto si conserva per il Poeta: anche il dolore nella declinazione dei suoi
significativi più profondi.
Ancora: la fiducia nei giovani che
coniugano il vecchio e il nuovo e si trasformano dissacrando il mondo attuale
nei suoi "valori" storicizzati come l'Amore
L'Amore, il grande tema del Poeta, che
deve preservarsi eccezionalmente senza contaminazioni metamorfiche; l'Amore che
si condensa e si legge nella vitalità di essenze e cose, di antico e di nuovo,
di purezza progressiva contestuale alla caduta materica dei desideri più
terreni; quell'Amore che Pardini ci ricorda mirabolante citando versi di
Catullo attualissimi che emotivamente rafforzano la presenza storica del
sentimento e della passione alla ricerca di un senso di da inquadrarsi nel
vivere.
E' infatti nell'Amore, valore assoluto
per i Poeti più grandi che si totalizza la Coscienza finale sino alla percezione
dell'Essere quale custode di tutte le conoscenze sequenziali relative alle
varie fasi dell'esistenza.
E Pardini ne coglie il valore più
assoluto intrecciando in Leucade, isola del sogno, le più svariate scenografie
reali e virtuali del Bello e dell'Amore nello Spirito dell'Essere, suprema
presenza degli esistenti e dell'arte di esistere.
Anche qui si compie l'ennesima
metamorfosi laddove il bello, l'Amore, l'esistente si riavvolgono nel sogno
incantato dell'isola dell'Amore e della Poesia.
Ma non finisce qui la "confessione"
metamorfica di Pardini perché il fluire dell'acqua dei viventi che sfocia nel
grande Mare si trasforma nella speranza di un approdarsi che raccolga e
conservi la memoria del nostro situarsi vitalizzandone gli aspetti in dettaglio
più conformi alla spontaneità emozionale artistica-narrativa di Pardini (ciotoli,
detriti, profumi...).
E non da ultimo quella fiducia che da
Leucade sconfina e approda alla terra, ai boschi, ai fiori, all'Amore e che si
trasforma (ancora una volta) in "parola".
Qui consiste lo snodo dell'artista
storico: la parola che trasmette sensazioni, passioni, gioie, dolori, bellezza...
nell' "attimo" catulliano che non deve smarrirsi mai e che Nazario
recupera con la sua infallibile, garbata, raffinata, analitica "confessione"
ad un'amica sconosciuta.
Marco
dei Ferrari
A questo sorprendente e non comune commento dell'amico Marco dei Ferrari, per la profonda "confessione" con cui Nazario Poeta apre la sua opera "I Dintorni dell'amore....", sento il bisogno di rivolgere un personale plauso forte e continuato. Un plauso per due artisti eccellenti, due poeti, due anime nobili abbracciate in una stretta che nasce dal cuore e sconfina nel grande sentimento della reciproca stima e ammirazione.
RispondiEliminaFelice e orgogliosa dell'amicizia con entrambi li ringrazio e saluto con fraterno abbraccio .
Edda Conte