sabato 6 ottobre 2012

Inedito di Sandro Angelucci


ADESSO NON SI PARLA E NON SI TACE
 

Sapevo che sarebbe uscito il Sole
verso sera:
almeno un raggio
uno spiraglio prima del tramonto.
Sapevo che la pioggia
sarebbe lentamente regredita
fino a cessare
al termine del giorno.
E adesso questa luce,
che taglia di traverso le persiane,
prolunga l’illusione
come se fosse l’ombra
di un albero gigante.
Adesso non si vive e non si muore.
Adesso non si parla
e non si tace.
Sul fare della sera
il mondo, qui, sta ritornando nuovo.

( Inedita )

 

4 commenti:

  1. Sandro, Amico mio, ti leggo incantata e il pensiero va a Quasimodo, alle atmosfere rarefatte e intimiste del Poeta che in molti definirono pessimista, ma che in realtà poneva l'uomo al centro del proprio universo poetico. Tu, con i versi di rara musicalità che ti contraddistinguono, descrivi il ritorno dello 'spiraglio di sole' e di un mondo 'che sta ritornando nuovo'... L'uomo può sovvertire l'ordine delle cose, può accendere la speranza divenendo parte viva di quella luce...
    Amico caro, in un'epoca di buio la tua voce aiuta a risorgere e credo che ognuno di noi abbia bisogno di posare le disillusioni sulla sponda del silenzio e di fermarsi a credere nel tramonto, preludio di un'alba, di un giorno nuovo!
    Ti ho letto e mi sono commossa. Sei il Poeta della rinascita! Ti abbraccio grata.
    Maria Rizzi

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  2. Ho sempre detestato, in poesia, l'intonazione dolciastra, quasi un coperchio atto a contenere il vuoto (di pensiero e di stile). Altra cosa è la musicalità dell'ipirazione autentica, subito riconoscibile in questa poesia di Sandro Angelucci. La cui ben nota capacità d'intreccio di endecasillabi, settenari, quinari e versi d'altra misura è più che mai al servizio, nella poesia in oggetto, di una severa, trepidante attesa-speranza di un giorno buono (di cui abbiamo tanto bisogno). Un ringraziamento, pertanto, all'amico Sandro per questa sua poetica muratura della luce filtrante (confidiamo) attraverso le persiane di una stanza di grande valenza allegorica.

    Andrea Mariotti

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  3. Ecco un esempio di poesia dove l’indubbia abilità tecnica non è fine a se stessa, ma viene posta al servizio di un’ispirazione che viene dall’oltre e che punta (come è nella mitopoiesi di ogni tempo e luogo) alla rivelazione di qualche segreto senso della vita. Sandro coglie in questi versi, da sublime poeta, e direi anche da profondo pensatore, il momento ZERO dell’Essere, l’Eternità da cui tutto viene e a cui tutto torna in un moto infinito circolare. A sera, dopo una giornata piovosa, svaniscono le nubi e fa capolino uno spiraglio di Sole (con la esse maiuscola, a sottolineare la sacralità del cosmo e del creato intero). Egli era certo (perché ha fede) che sarebbe giunto quel momento magico dove morte e vita s’incontrano e dove il tempo si ferma per entrare in uno stato di perenne gestazione. E’ il momento di stallo dove “non si vive e non si muore”, “non si parla e non si tace”, e dove l’ombra e la luce si equivalgono, proiezioni “di un albero gigante” (metafora forse dell’Essere o del Dio universale). Egli vive con trepidazione quell’attimo fuggente, dove il nero ed il bianco si pareggiano mescolandosi tra di loro e dove appare l’equilibrio cosmico, sospeso tra il Tutto e il Nulla, tra Affermazione e Negazione, tra il Bene ed il Male.
    Franco Campegiani

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  4. Che cosa succede se “non si vive e non si muore”, se “non si parla e non si tace”? La consapevolezza del poeta conosce le illusioni della luce e dell’ombra, scorge spiragli di visioni che materializzeranno, forse, un nuovo mondo, declinando parole di profetica saggezza su codici di trasversali speranze.
    Complimenti vivissimi

    Daniela Quieti

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