giovedì 17 gennaio 2013

P. BASSANI: IL PITTORE EZIO FELISA


EZIO FELISA: un pittore, una storia

Note di Paolo Bassani

 

  

            L’uomo rimane intimamente legato alla propria terra da ragioni profonde che né il tempo, né la distanza, riescono a sopire. Anzi, nel tempo e nella distanza tali ragioni si fortificano e tornano a manifestarsi più intensamente. Di questa verità, ancora una volta, ho avuto testimonianza parlando col pittore Ezio Felisa: un artista che le vicende della vita hanno portato lontano da questa sua terra di Liguria, cui egli però rimane profondamente affezionato, e alla quale, nei momenti di lontananza, ripensa con struggente nostalgia.
            Tutto ciò spiega la predilezione che questo pittore ha per le incantevoli visioni del nostro golfo (del suo golfo), che ritorna a dipingere durante le vacanze e che porta con sé nella casa di Melegnano (nel milanese) ove risiede, quasi per riempire la sua nostalgia di “emigrante”.
            Ecco nella luce S. Terenzo, Lerici, il mare… la Serra con i suggestivi olivi; e per l’olivo Felisa ha un’autentica venerazione, tanto che questo albero compare spesso nelle sue opere come evocato da antichi versi: “Non cerco alberi solenni che non lasciano filtrare il sole, ma alla tua ombra lieve, umile olivo, lieto mi adagio e finalmente questo”.
            Felisa però è legato anche al nostro entroterra. Con vivo piacere in alcune sue opere ho ritrovato le familiari immagini dei Casoni di Suvero: “Dal Coppigliolo al Civolaro… freschi silenzi nell’estate chiara, rotti solo, di tanto in tanto, dal suono di campani di greggi al pascolo e di mucche e di cavalli bradi stagliati nel cielo”.
            Ma quando il ritorno diventa impossibile, Felisa ricerca allora appagamento al suo desiderio di quiete, di silenzio, nel paesaggio della terra che lo ospita, lasciandosi trasportare in un dolce abbandono come dal lento e maestoso defluire del grande fiume. Ecco allora il Po e il Ticino, la grande pianura e i pioppi, un placido borro e un antico casale ornato di glicine e rossi gerani: fresche oasi di pace ove l’animo, nella riscoperta di una vita semplice, ritrova la poesia della vita.
            Così Felisa si presenta alla gente della sua terra; con la semplicità di un linguaggio immediato, che ci racconta un’altra storia antica e nuova: il racconto di un uomo che il lavoro ha portato lontano; del suo amore per la terra ove è nato e ha vissuto gli anni felici dell’infanzia: “Stupito ancora sarai del tuo paese, malinconico emigrante. Struggente sentirai l’attesa del ritorno”. Una storia come tante altre che però, questa volta, è uscita dal segreto del cuore per essere scritta con un pennello e la magia dei colori sul volto di una ruvida tela.

 

              Paolo Bassani

 
QUADRI DEL PITTORE EZIO FELISA
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
     


 


 

 

 

 

 

 

 

 

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