lunedì 20 ottobre 2014

MARIA RIZZI: "IMPRESSIONI SUL FILM "PASOLINI" DI ABEL FERRARA"


Maria Rizzi collaboratrice di Lèucade

DA: "F. CAMPEGIANI: "L'OPERAIO DEI SOGNI" DI PIO CIUFFA...": 


"UNA STORIA SBAGLIATA - IMPRESSIONI SUL FILM DI ABEL FERRARA "PASOLINI"


Il film di Abel Ferrara su Pasolini non poteva rendergli servizio peggiore dando del grande scrittore friulano un’immagine non solo distorta ma addirittura peggiorativa mirata ad evidenziare l’aspetto non dell’uomo ma solo del pervertito come si evince dalle numerose scene di sesso che decontestualizzate e usate come mezzo per scandalizzare finiscono per cadere nel grottesco. Del Pasolini uomo e pensatore nessuna traccia se non una debole percezione delle sue ultime ore, dalla famosa intervista realizzata in occasione della presentazione in Francia dell'ultimo film "Salò o le 120 giornate” all’incontro e cena con Pino Pelosi, prima dell’ultimo viaggio verso l’idroscalo di Ostia dove verrà massacrato, anche secondo Ferrara, per una squallida questione di sesso, limitandosi ad esporre quell’unica verità, arcinota, alla quale nessuno crede più ma che per il regista resta quella ufficiale. Nel film le visioni oniriche viaggiano in parallelo ai fatti raccontati e sono ispirate a Petrolio, libro che Pasolini era intento a scrivere e Porno-teo-kolossal, viaggio alla ricerca di un Paradiso che non esiste e che Ferrara ricostruisce a modo suo, ispirandosi alla bozza di un film che Pasolini aveva in testa di fare.
Manca lo spessore psicologico del grande scrittore, l’ansia, l’acutezza mentale, la gentilezza dei modi e il suo mondo affettivo, a partire dal rapporto con la madre, qui soltanto sfiorato, attraverso stereotipi verbali e gestuali che non toccano l’anima come ben sanno i tanti estimatori e studiosi del poeta e non basta il vezzeggiativo Pieruti pronunciato più volte dalla madre Susanna a racchiudere quel patrimonio di amore, complicità e intesa che c’era fra i due.
Defoe, a mio avviso, a parte una certa rassomiglianza e una discreta recitazione, è risultato, completamente estraneo al personaggio e al contesto, troppo americano, alle prese con un colosso dalle mille sfaccettature che non è stato in grado di restituire.
Troppo tiepidi anche gli altri personaggi, la cugina Graziella Chiarcossi, Nico Naldini, Furio Colombo, l’intervistatore. A parte Adriana Asti, la madre, e la Medeiros, Laura Betti, la galleria di personaggi si è mossa secondo un copione prestabilito, attraverso dialoghi preconfezionati privi di una qualsiasi autenticità.
Un film che non può convincere né i “ben informati” e appassionati di Pasolini per i limiti palesi e le “omissioni”, né i poco e scarsamente informati e soprattutto i giovani che non l’hanno conosciuto verso i quali era doveroso dare l’immagine della grandezza della sua opera complessiva e non soltanto il risvolto più sordido del suo privato, peraltro da lui sempre vissuto nella più grande discrezione.
Ecco perché per me si è trattato di “Una storia sbagliata” come recita il testo cantato da Fabrizio De Andrè ispirato alla sua morte violenta" Loretta Fusco 
E, alla luce di questo commento tratto dal sito di Pier Paolo Pasolini, forse il lungometraggio del nostro Pio Ciuffarella rende maggiore giustizia all'indimenticabile cineasta, scrittore e Poeta!
 
Maria Rizzi 

6 commenti:

  1. Cara Maria temevo che per il film di Abel Ferrara avvenisse quello che descrivi, non per una diffidenza pregiudiziale, ma perché il film è ambientato molto di notte. Non è il punto di vista che permette di capire il letterato e il sognatore che era Pasolini. Il cinema è spettacolo e il fumo sulla vita di quest’uomo è molto, e pare che il regista statunitense ne sia rimasto accecato. Non credo che la sua sia una scelta dettata da esigenze di botteghino, avrebbe trattato un altro argomento. Penso si tratti di un gap culturale che ci separa dal cinema statunitense, che poi è dominante nel panorama mondiale. Credo, ma non ho dati per provarlo, che sia dovuto ad una visione dell’uomo. Non ci sono spazi per una complessità: l’individuo è uno e la sua realtà è una. Questo atteggiamento, che in alcuni casi è opportuno e aiuta a capire, non può rendere ragione del personaggio in questione, che era complesso nel profondo, lacerato da drammi che non si conoscono a fondo. Sono necessarie molte sfumature, non solo di grigio ma di rosso, di verde, di blu e se c’è la notte c’è anche il giorno: l’intellettuale che denudava una società gretta e violenta della sua ipocrisia con uno sguardo unico e originale, luminoso mi verrebbe da dire. Cara Maria condivido la tua disillusione e condivido anche il giudizio sul corto (non tanto corto) di Pio Ciuffarella, “L’operaio dei Sogni” che come Davide centra il bersaglio mentre il Golia hollywoodiano cade sotto il peso dei tanti mezzi, di una scarsa libertà di movimento e di un’eccessiva semplificazione.
    Luca Giordano

    RispondiElimina
  2. Luca mia, con il tuo post illuminante su Pasolini, che deriva dalla tua profonda conoscenza dell'Artista, mi ha fatto ricordare il Nobel negato al film interpretato da Massimo Troisi e Philippe Noiret "Il Postino" , tratto dal libro di Louis Sepulveda. Il Nobel fu negato per motivi che credo non fossero attinenti al film, ma al fatto che il protagonista fosse Pablo Neruda. A volte gli uomini cadono nella trappola delle convenzioni, dei pregiudizi, della mancanza di elasticità mentale. Il regista del film di Pasolini non è andato oltre il consueto, patetico cliché dell'intellettuale pervertito. Anche i film, purtroppo sono opera degli uomini e, come nel caso de "Il Postino" vengono giudicati da uomini... Grazie infinite del tributo!
    Maria Rizzi

    RispondiElimina
  3. Errata corrige: Luca mio...

    RispondiElimina
  4. Ho letto diverse recensioni di questo film, tutte in sintonia con quanto scritto da Maria. Premetto che non ho visto il film, e che non lo vedrò, per questo invece di parlarne, mi riallaccerò a una frase che colgo nel commento di Luca: " Penso si tratti di un gap culturale che ci separa dal cinema statunitense, che poi è dominante nel panorama mondiale.". Credo anch'io che questo gap sia una chiave di lettura che ci permette di capire perché Pasolini non può essere compreso come uomo e come intellettuale, per gli scopi della produzione cinematografica d'oltre oceano.Tra l'altro Abel Ferrara è noto per film di accesa violenza,
    La complessità delle persone, dei contesti o della cultura stessa, in una sceneggiatura tipicamente americana, si riduce agli aspetti immediati, o si riassume negli stereotipi (il cattivo veste sempre di nero e ride, il buono reclama vendetta e le vie di mezzo sono molto sfumate). Ma questo non succede solo negli USA, il modello americano è troppo pressante per pensare che ne siamo immuni. Le mie bambine alla TV vedono sempre serie americane, come impedirlo se non vi sono alternative? La dinamica di semplificazione della cultura è in agguato, e potrebbe ridurre, così come vuole il film di Ferrara, la figura dell'intellettuale a una macchina da botteghino o, peggio, a una macchietta comica o drammatica. La complessità dell'animo umano fa paura, e allora è molto più facile spettacolarizzare le manie che di sicuro portano spettatori passivi a consumare popcorn mentre sullo schermo passano le immagini più truci e volgari. Sangue e sesso, inseguimenti e sparatorie... ecco ciò che piace al pubblico... Mi dispiace per Pasolini, che merita ben altri film... Ultimo commento, ho visto due volte "l'operaio dei sogni", di Pio Ciuffarella. Un film amatoriale, ma bellissimo, poetico, profondo... un vero omaggio al grande pensatore e poeta, Pier Paolo Pasolini.
    Claudio Fiorentini

    RispondiElimina
  5. Mi scuso ancora con i lettori del blog per aver usato il termine Nobel e non Oscar , alludendo al film "Il Postino". Scrivere di getto comporta questi fastidiosi inconvenienti....
    Maria Rizzi

    RispondiElimina
  6. Nella notte tra l'1 e il 2 novembre moriva in circostanze che restano ancora misteriose il cineasta, scrittore e Poeta, che ha segnato profondamente la storia del '900. Mi piace ricordarlo con una sua lirica:
    "Alla mia nazione" - Poesia di Pier Paolo Pasolini

    Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
    ma nazione vivente, ma nazione europea:
    e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
    governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
    avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
    funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
    una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
    Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
    pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
    tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
    Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
    proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
    E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
    che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
    Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.
    Maria Rizzi

    RispondiElimina