domenica 26 gennaio 2020

GUIDO MIANO EDITORE: "NAIF" DI E. CONCARDI, RECENS. DI M. ZELIOLI


Marco Zelioli legge:
“NAIF” di Enzo Concardi
Guido Miano Editore, 2019


Naif di Enzo Concardi, uscito a fine 2019 per Guido Miano Editore, presenta una gran varietà di temi, ma soprattutto è un’ampia riflessione sulla ricerca del senso della vita un mondo in cui “Il male di vivere è incubo che chiama forte / deboli anime possedute dal vuoto”, come dice in Foglie ingiallite (pp.75-76), richiamando alla memoria la vicenda di Cesare Pavese. Il fil rouge della ricerca della propria via del vivere porta il poeta a confessare, turoldianamente: “cerco crinali di speranza, vette d’umiltà”, in Borghi di pietra, che si conclude così: “Lungo i sentieri del vivere o del morire / dell’amare un destino o del farsi vittime / ho condiviso il tacito pianto dei poveri / il dolore muto e dignitoso degli abbandonati / ed ho chiesto a loro perdono per la mia viltà” (p.57).
Emergono anche diffuse note nostalgiche, come in Vecchia radio (p.43) o in Tram traballanti (p.44), e il ricordo di ciò ch’è passato conduce il poeta a considerazioni amare: “Ecco un verbo nuovo: nessuno incontra nessuno. / L’altro è sempre alieno o assente” (Marciapiedi di notte, p.32). Neppure il sogno, caro rifugio del poeta, riesce a placare il senso di vuoto che gli resta in fondo al cuore: “Gli anni transitavano vivaci e spensierati / e fu sempre cara quella leggerezza serena. / Suggestioni raccolte ovunque mi edificavano. // Quelle stagioni primitive sciamavano magiche / finché nuguli d’interrogativi divennero tempesta. /...” (Corte dei sogni, p.41). Solo nel contemplare il passato pare tornare un certo ottimismo, pur soffertamente espresso in Strade spettinate (pp.45-46), o in Pendolo a muro: “E s’affollano alla memoria lontani giorni / in aule scolastiche grigie e severe / luoghi del passato ch’erano un mondo, / il nostro piccolo mondo naif” (p.52). Quanto alla natura, così evocata in Canneti e folaghe: “La natura è altare del mistero / recondito mondo di cifre segrete / ove si palesano metamorfosi e sublimazioni”, nemmeno la sua vitalità riesce “ad allietare queste stagioni migranti / che contrastano con memorie ruggenti / e l’anima si frastaglia senza pietà” (p.56).
Nazario Pardini, nella prefazione a Naif, nota che su tutto sembra dominare “il disordine, il dolore, il disumano infrangersi dell’uomo, privo oramai di valori e in balia di una sorella morte non di certo francescana” (p.10). Emergono, però, molti spunti positivi ad offrire prospettive non pessimistiche, come in Volti d’oblio, che così termina: “Senza dubbio, tuttavia, più volte / ho incontrato fortemente un volto diverso: / quello del Nazareno, umano e divino” (p.49); o come nella seconda strofa della pur sofferta Silenti fiumare: “Santa Maria delle Grazie sola / nel reticolato d’intricate strade / spicca per il colore delle pietre / e racchiude una magia inusitata / creata da mano unica e geniale: / il Cenacolo è vita di volti e sguardi / supremo trasuda bellezza e mistero, / cattura il mondo perché è il mondo” (p.69).
Nei suoi versi il poeta ricerca un’essenzialità che un po’ contrasta con la loro lunghezza, quasi sempre più di undici sillabe, spesso anche sedici e financo diciotto (a volte il verso coincide con la frase, come in Debussy, p.29, e in gran parte di Risvegli, pp.80-82). La ‘rinuncia’ ad usare gli articoli è spia di tale ricerca d’essenzialità, quasi a volersi rifare all’austerità dell’antico classico Latino: mancano quasi del tutto in Campanile a levante (p.20) e nella lunga Nostalgico improvviso (pp.50-51); sono totalmente assenti in altre poesie, come Litorali d’inverno (p.21) e nella brevissima ma emblematica Bottiglie vuote: “Bottiglie vuote di vetro bianco osservo / con inquietudine in angoli bui: / qualche volta ci assomigliano” (p.55). Anche altrove gli articoli sono rari, tranne che nella prima strofa di Corte dei sogni (p.41), dove quasi colpisce il fatto che siano ‘normalmente’ distribuiti (ce ne sono nove in dieci versi). Tutto ciò denota la maestria e padronanza del linguaggio del Concardi: doti acquisite nel robusto studio che emerge dai suoi versi, molto meno naif di quanto il titolo suggerisca.
Come sempre nei volumi di Guido Miano Editore, a conclusione c’è una “Antologia essenziale della critica” e la “Bio-bibliografia” dell’Autore: uno scrittore profondo, che val la pena leggere.

Marco Zelioli

Enzo Concardi. Naif; prefazione di Nazario Pardini
Guido Miano Editore, 2019; mianoposta@gmail.com.


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