sabato 12 novembre 2022

ANTONELLO PIZZIMENTI: "GRANELLI DI SABBIA"

Antonello Pizzimenti su “Granelli di rabbia” di Irene Caltabiano Freak Edzioni Il "Panta rei" di Eraclito (tutto scorre), sintetizza ottimamente il divenire delle vite comuni di ognuno di noi; agli antipodi dell''essere" proprio di Parmenide, Irene Caltabiano ha abilmente aperto un varco nelle coscienza odierne bersagliate inesorabilmente da infausti feedback della nostra società liquida,il cui termine fu coniato dal filosofo e sociologo polacco Bauman.L’opera scuote le fondamanta delle certezze che, alla stregua di un dipinto, offrono sfumature variopinte dinanzi alla vicissitudini delle storie offerte dalla nostra autrice. Tra le righe di una così splendida opera si intrecciano le diversità e i vissuti di gente comune, nelle quali rispecchiarsi e trovare un punto di contatto con le nostre vite. "adesso l'acqua è troppo fredda per sopravvivere". Tale laconica affermazione accarezza i pensieri di chi sta attraversando l'oceano alla ricerca di un domani migliore per i quali la posta in gioco è davvero molto alta poichè, solcano il mare della vita ignari del pericolo o del futuro che li attende al loro arrivo in un paese straniero. Potrebbe quasi essere scientificamente dimostrabile la teoria di Nietzche "tutto ciò che non mi uccide mi rende più forte" dalla storia "Ancore", incipit di sensazioni emotive forti che "Granelli di rabbia"trasmette poichè la forza d'animo di uomini e donne che lasciano il proprio paese a volte già in tenera età a causa degli orrori umani li conduce a crescere divenendo ben presto adulti in grado di badare a se stessi nel mare dei pericoli, adulti che fortificano la loro personalità, la quale si mostra pronta a qualsiasi avvenire pur di raggiungere la salvezza che le nuove coste offrono. "Lì, dove le correnti si incrociavano , dove Scilla dilaniava le navi e Cariddi le fagocitava", un altro spendido volto delle vita che scomoda perfino il mito,condottiero ed arbitro di un'incantevole storia d'amore conclusa precocemente a cui la Sicilia fa da sfondo in quanto Virgilio, esperto pescatore, e Maria, donna cresciuta vicino al mare,dall'immensa gentilezza e dai modi raffinati, non avrebbero potuto trovare collocazione migliore se non riva allo stetto di Messina. Il racconto di Irene rasenta l'epopea dei sentimenti infranta dal mito stesso che cade dinnanzi ad una realtà capace di dividere Virgilio e Maria. La figura del pescatore contiene in sé due personalità ben distinte: Virgilio, paragonato a Nettuno per le sue doti marinare, umilia il suo sentimento per Maria, invaghita dal “professorino”, un ragazzo erudito che aveva trovato la sua strada grazie all’istruzione.Il mare, questa immensa distesa d’acqua filo conduttore del romanzo, indossa una nuova veste testimoniando come i colori di una giornata di pesca e gli stati d’animo mutino nella quotidianità farcita anche da delusioni amorose esaltate, peraltro,dalla mitologia ellenica. Ad Irene Caltabiano, dunque, il merito di essersi immersa nell’universo tanto maschile quanto femminile col medesimo metro di giudizio, dipingendo in modo impeccabile le differenze ma anche le ugugaglianze tra i due universi grazie all’ultilizzo di colori interiori che hanno permesso di farci apprezzare un’opera il cui significato va ricercato tra le righe della sensibilità artistica. L’abiltà dell’autrice nell’entrare con la giusta ottica anche nel mondo maschile si rivela una dote più unica che rara poichè calibrata in un contesto nel quale spesso la sofferenza umana la fa da padrona. Il contesto ci regala atmosfere e contorni incastonati all’interno di un pragmatismo vitale che si rende portavoce e testimone delle fatiche dei protagonisti; un vero e proprio ecxursus introspettivo che ci aiuta a cogliere i colori della vita e a saper apprezzare l’altalena di emozioni e sentimenti con le quali le innumerevoli esistenze giocano quotidianamente.

nazario pardini


 

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