ANIME
GRAFFIATE
di
Maria Rizzi
(Leggendo
il commento di Nazario Pardini)
Roberto Mestrone
Nazario – in Anime
graffiate - ha saputo cogliere sapientemente una peculiarità di Maria Rizzi
che viene prepotentemente alla luce nel percorso narrativo del romanzo: saper
analizzare con pudore e raccontare con dolcezza le miserie umane dei
personaggi.
Il rapporto padre-figli,
qui mediato da un valente ispettore di polizia a contatto con giovani donne
vittime della prostituzione, viene trattato apparentemente con crudezza, ma filtrato
dalle emozioni del cuore: l'autrice non viene a patti con delitti, vizi o
perversioni né con facili e bigotti moralismi ma scava, oltre il muro delle
incomprensioni, un morbido baratro, confine tra il Bene e il Male, nel quale
ogni personaggio sembra aver gettato la propria anima: le giovani vittime
prostituendosi, pur forzatamente - e quindi meritevoli del perdono - e
l'ispettore Segni, incatenato agli ingranaggi di una dura professione che lo ha
costretto a perdere affetti familiari e spensieratezza, abbandonandolo al
rimorso.
L'autrice ci narra queste
storie di emarginazione ed alienazione con affabile naturalezza ed
incontaminato senso del reale.
Le umiliazioni e le
atrocità che la vita ci riserva e che ci costringono all'angolo dello sconfitto
vengono qui trattate con raffinatezza: i dialoghi vestono spesso i panni del
lirismo poetico, le sfaccettature del vizio e del malcostume rimangono coperti
da un velo di sovrumana comprensione, il dolore interiore che spinge alla disperazione viene placato, in
maniera spesso subliminale, dalla speranza di un mondo migliore.
Maria Rizzi, con
quest'opera, ci mette a nudo gli emblematici volti delle debolezze e delle
efferatezze umane; ce le presenta come fossero dei nei maligni adagiati sul
ventre del nostro tempo. Ma non le estirpa quelle escrescenze malvagie, sa che
fanno parte di un corpo multiforme: la Società coi pregi e i difetti che da
sempre accompagnano il suo evolversi.
E il racconto scorre
lucido, avvincente... e rivelatore, anche se in uno degli ultimi capoversi si
legge: “E tutti escono da
questa storia con troppe cose da non poter confessare. Come nella la vita,
d'altronde. Con le anime graffiate e qualche sogno in più”.
Ma noi ci siamo immersi in
questa storia, abbiamo compreso il tuo messaggio e ne abbiamo tratto
giovamento.
Come percorrere una strada buia, mano nella mano per
non perdersi e non angosciarsi.
Grazie Maria!
Roberto Mestrone
Carissimo Roberto,
RispondiEliminamio primo premio "nicola Rizzi" nel 2008 e mio insostituibile Presidente. Ti ho letto e posso garantirti che hai ascoltato i fruscii della mia anima e sei andato molto oltre.
I libri divengono abiti per coloro che li 'indossano'... e ognuno riesce a cogliere sfumature, luci, ombre, che sono sconosciuti anche agli autori.
Tu mi hai visto acrobata sul filo di rasoio che divide il Bene dal Male e hai colto l'ennesima verità, che mi ha procurato profonda emozione.
Credo stiate sopravvalutando il testo di un'esordiente. Mi sembra di vivere un sogno.
Un sogno che in questo momento ha il tuo volto, la tua voce, la tua ... Anima!
Ti stringo forte forte! Maria Rizzi
Mi piace questo commento di Roberto a quanto scritto da Nazario su "Anime graffiate". Mi piace perché aggiunge dell'altro (il che dimostra il valore del romanzo): quel non venire a patti dell'autrice né con i vizi né con i moralismi, quell'equilibrio dimostrato nel mantenersi in bilico sul labile confine tra il bene e il male per descrivere tutto vestendolo di sano realismo.
RispondiEliminaEsprimo pertanto a Roberto i miei più sinceri complimenti per questa sua acuta e felice intuizione.
Sandro Angelucci