Francesco Casuscelli, collaboratore di Lèucade |
Terra
Madre Ed io dovrei partire
e
lasciare questo angolo di cielo!
Salutare
quel mare che sfuma all'orizzonte,
i
tramonti che colorano lo Stromboli,
i
profumi della terra bruciata dal sole,
le
essenze selvagge ed abbondanti,
i
canti delle rondini e delle tortorelle.
I
miei sensi soffriranno l'assenza.
Poiché il mio cuore non potrà vincere
la nostalgia che nascerà.
E’
uscita, in una veste grafica di pregio, la prima opera di Francesco Casuscelli.
Sospensioni molecolari, il titolo.
Quasi una frantumazione dell’anima in piccole dosi epicuree; una sua
disseminazione nei giardini della natura e dell’amore; nelle bellezze del mondo,
a ché, una volta impolpata di esse, possa
tornare arricchita di input emotivi nuovi e rasserenanti. E quello che più
convince di questa silloge è la conferma, etica ed estetica, di certe meraviglie che il
poeta prova di fronte ad una natura che l’umano sembra trascurare per fretta,
distacco, e indifferenza. Il tutto in versi che, fluenti e di eufonica
scioltezza, riescono a farsi oggettivazione di un gorgo emotivo-intellettivo.
Opera energica, chiara, felicemente distribuita, che fa, della sua semplicità,
un cavallo di battaglia, un valore aggiunto, che niente ha a che vedere con
l’ovvietà o la superficialità ma che, al contrario, è frutto di una maturazione
interiore raggiunta dopo anni di pensamenti e riflessioni; di incantamenti e meditazioni
sui perché dell’esistere e le bellezze del Creato: albe luminescenti, tramonti
invitanti, sciali profumati di orizzonti, terre bruciate, canti di rondini e
tortorelle. L’opera divisa in quattro sezioni (La terra e le memorie, Ascoltare la voce del mondo, Una passeggiata
nella natura, Il profumo dell’amore) mette in luce la sensibilità
dell’autore su quelli che sono gli ingredienti principali dell’umano: panismo
simbolico, memoriale, thanatos ed eros, repêchage di valori, coscienza della precarietà della
vita, inquietudine dei distacchi. Già la poesia riportata come citazione
testuale, offre una chiara indicazione della poetica del Nostro: Terra madre,
angolo di cielo, mare che sfuma all’orizzonte, tramonti su Stromboli, profumi,
essenze selvagge, saudade, nostalgie, spazi baciati da Dio. Questa è la forza
che alimenta Casuscelli, il suo poema, la sua anima generosa, tutta volta a
concepire un mondo di pace e di abbandoni verso profumi di panorami
incontaminati.
Nazario Pardini
Grazie professore per avermi accolto ancora una volta sullo scoglio di Lèucade, ed aver espresso attraverso il commento la sua grande generosità. Approdare su quest'isola è sempre un momento felice, farlo come in questo caso con un suo pregevole commento alla mia raccolta è un dono ancora più prezioso.
RispondiEliminaFrancesco
Caro Francesco, avrà notato che io sono una patita della metrica: Giuliano Manacorda, che era un critico importante, mi diceva che avrei dovuto sbagliare un po', forse per essere in linea con i tempi. E perciò non prenda in malam partem questa piccola osservazione che le farò dettata solo dal desiderio di rendere ancora più apprezzabili le sue poesie. Infatti, dopo un incipit bellissimo e tanti versi in metrica troviamo un "i canti delle rondini e delle tortorelle" che poteva senza alcuno sforzo essere modificato in "i canti delle rondini e di tortore" o in "i canti di rondini e di tortore" in relazione alla posizione che vogliamo dare alla congiunzione e.
RispondiEliminaNon si meravigli: essendo una vecchia insegnante in pensione (ma di matematica) non ho perso la voglia di bacchettare e lo faccio spesso anche con i miei compagni di cordata. Per i contenuti non entro in merito anche se trovo che " i tramonti che colorano lo Stromboli " sia un'immagine veramente bella. Ad maiora.
Carla Baroni
Grazie Carla per questo commento e per il suggerimento che mi trasmetti con tanta delicatezza.
EliminaE' raro ricevere commenti come questi, e per questo è così
prezioso, e spero di riceverne altri in futuro, poiché è così che si migliora.
Buona giornata
Francesco