Alberto Chiavoni, ha 29 anni, suona le
percussioni, è laureato in scienze religiose, ha scritto un libro, da un anno e
mezzo lavora nella sua edicola, in via Andrea Millevoi, sull’Ardeatina,
vorrebbe aprirne altre. Tutto questo lo dice dopo un po’. La prima cosa che
vuole far sapere è questa: «Sono autistico. Sindrome di Asperger, basso
funzionamento». Poi dice il suo nome e racconta il resto, cercando le parole
con gli occhi. «Resisto a fare il giornalaio, anche se è sempre più difficile,
perché l’edicola ti obbliga ad avere relazioni con il prossimo, ad uscire dal
guscio. Le persone per gli autistici sono un antibiotico, curano. Con altri
quattro giovani colleghi abbiamo fondato un’associazione per aiutare le edicole
in crisi a risollevarsi. Io ho un sogno: affidarle a ragazzi autistici. Per me
l’autismo non è uno spreco. È una risorsa, un dono di Dio per chi crede. Una
grande sofferenza, certo, ma che si può trasformare. Io ci ho provato e adesso
non è più un fantasma ma una coperta da abbracciare. È un fratello con cui
faccio un viaggio, non un nemico. A due anni stavo seduto a dondolare, i miei
genitori soffrivano e io mi sentivo in colpa. Anche adesso dondolo, mi agito,
ho le mie crisi, ma in qualche modo le gestisco. So bene che dall’autismo non
si guarisce. Ma questa croce ho imparato ad amarla. I genitori tendono a
proteggere i figli autistici. Sbagliano: dovrebbero inserirli e non
proteggerli. Tutto questo l’ho raccontato in un libro, “La storia di un
ragazzo”. L’ho scritto per far capire una cosa semplice: le persone che
soffrono vanno amate».
maria.lombardi@ilmessaggero.it
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Venerdì 2 Giugno 2017 - Ultimo
aggiornamento: 00:05
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Ringrazio caldamente il caro Nazario per aver sposato subito la causa di Alberto, un ragazzo che abbiamo avuto l'onore di presentare e che sta donando al prossimo la testimonianza della propria vita, fonte di speranza per tantissime altre esistenze. Ultimamente si è recato a Fondi dove ha stupito e commosso 86 persone , tra cui illustri specialisti e, soprattutto genitori di bimbi o ragazzi chiusi nella bolla dell'assenza. Lui ha vinto e vi assicuro che stargli accanto emoziona ogni volta di più. Grazie Alberto!
RispondiEliminaMaria Rizzi