Marco dei Ferrari, collaboratore di Lèucade |
2 MONOLOGHI
da EDDA CONTE
Riferito a
di questo mese
Con l'analisi
lirico-filosofica di un oggetto soggetto Edda Conte vivifica le angolazioni più
singolari e imprevedibili della sua esperienza vissuta.
Un'attenta e
profonda soggettività si esprime in malinconie di sfondo che testimoniano
l'ineluttabilità delle leggi naturali e del nostro destino limitato,
strettamente connesso e coordinato in esse.
Edda Conte qui si
eleva nel narrato incontrando tutte le “cose”, sia soggettivandole, sia
lasciandole alla semplice tutela dell'approccio umano più profondo tra quel che
si vede, si immagina, si interpreta, si crea (“... la cosa come oggetto... si
lascia guardare... si lascia prendere). La passività è dunque la dimensione
prevalente della cosa-oggetto, mentre la
cosa-soggetto ha un suo memoriale ricco di significati che interagisce sempre
con la persona (gli esempi sono molteplici per ogni dove di ogni attimo).
Ma per Edda
l'oggettività-soggettività della “cosa” non si risolve mai perché le
“connessioni” si invertono facilmente coinvolgendo umori, stati d'animo, ricordi...
Nel monologo del “silenzio” Edda si arrende alla solitudine, supremo giudice
del nostro essere e trova nell'assenza la dimensione più compatibile con i vari
“momenti” di quotidianità familiare.
La casa rifugio
diviene l'assolo assistere più stimolante alla riflessione dei “minimi” ovvero
dettagli (dai rumori ai silenzi, dalle finzioni bonarie alle malinconie più
dolorose...) che circondano il fluire scandito dal tempo.
Il tempo del
sommesso rimpianto che il silenzio solitario amplifica e consolida traendone
stimolazioni artistiche avvincenti e imperiture.
Marco dei
Ferrari
parole
galleggiano nell’aria ma a volte cadono come sassi nello stagno delle migliori
intenzioni Un pensiero è più veloce della luce più discreto di un volo di
farfalla e ti raggiunge nel silenzio più perfetto Senti solo una brezza leggera
sulla tua nuca GF
UN PENSIERO Le paro
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