venerdì 11 ottobre 2019

PREMIO LETTERARIO INTERN. ITINERANTE: "DAL TIRRENO ALLO JONIO"





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Nazario Pardini dedica a MATERA


MATERA

E si mostrò d’un tratto
a me davanti come un  formicaio
la bellezza dolente di Matera.
Un gigante sconfitto prono a terra
a sbirciare con sguardi semichiusi
la fossa erosa dal canto delle piogge.
E intorno gli occhi aperti della sera
ad accendersi in lumi di un presepe
poggiato sulle Murge materane.
Capii gli intrighi annosi degli umani,
l’adorazione mista del Creato
nelle chiese rupestri incastonate.
Capii quanto sfavilli nel selvaggio
panorama sconnesso dei dintorni
la parte divina che dell’uomo
fa mistero celeste fra i mortali.
E ti lasciai, pensoso, terra di greche sponde,
di ancore sommerse, di sibariti lussi,            
di lucani pastori, di trabucchi.                      
Meraviglia che tengo dentro me
come tu fossi mia. Oh Matera,
un melanconico richiamo di te,
che alla storia sai stringere la mano,
mi prende e mi cattura. E rivivo,
ora che gli anni hanno reso fino
il dolente riposo dei tuoi sassi,
la solitudine ardita del tuo manto.



2 commenti:

  1. Grazie prof..per la sua POESIA che mi onorerò a inserire, previo suo consenso nell'antologia del premio, ovviamente questa. Quella umana la porto in cuore. Emanuele Aloisi

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  2. Una vera e bella anzi bellissima poesia. Con questa credo di aver capito il vero significato quando Lei, Prof. Pardini, mi dice a telefono che "siamo rimansti in pochi a scrivere poesie con tale stile", per me intramondabile e sempre attuale. Pasqualino Cinnirella

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