Luigi Crenna
LA RESISTENZA E LE NEGAZIONI AGLI EBREI.
Recensione di Enzo Concardi
Importante
sapere che il libro-testimonianza di Luigi Crenna, come si evince da una nota dell’Editore,
«nasce dalla volontà di Claudia Crenna e Arianna Cerri, rispettivamente figlia
e nipote dell’autore, che nel 2020 hanno pazientemente trascritto e ordinato
alcuni testi inediti del loro congiunto, venuto a mancare l’anno precedente».
Inoltre, nella rassegna critica pubblicata nell’ultima parte del libro non si
parla mai dei temi della Resistenza e dell’Olocausto degli Ebrei, né i titoli e
i motivi dei testi trattati dai vari critici sono inerenti alle problematiche
della guerra partigiana e delle persecuzioni razziali. È quindi molto presumibile che
- come è successo a tanti altri sopravvissuti - sia scattato in lui quel
misterioso meccanismo psicologico che per tanto tempo li ha convinti a tacere
sugli eventi vissuti e visti. Luigi Crenna era bambino, frequentava le
elementari, quando successero quei fatti storici e i misfatti del nazifascismo,
ma ha saputo ricordare benissimo gli orrori dell’epoca e trascriverli - sia in
prosa che in poesia - tuttavia senza pubblicarli: dobbiamo quindi ringraziare
la figlia e la nipote che sono riuscite nell’intento di far conoscere all’opinione
pubblica una altro tassello di verità, che qualche anima nera sconfitta dalla
storia vorrebbe occultare.
Nella sua prefazione l’amico Nazario Pardini -
in due punti - centra con precisione l’essenza del libro. Così scrive nell’incipit:
«Iniziare dalla citazione in esergo significa penetrare da subito nel pensiero
dello scrittore; nel suo modo di intendere e di vivere uno degli aspetti più
atroci della vita: la guerra (“Il ricordo di ogni guerra / deve stimolare alla
pace, / altrimenti sarà eterna guerra”). È
questo il tema principale, focale che percorre gli scritti del Nostro...». Quella
guerra che ha sempre occupato la storia umana, tanto da considerarla per tanti
secoli una normalità (“Si vis pacem, para bellum” - locuzione latina
dello scrittore romano Vegezio - che si traduce letteralmente: “Se vuoi la
pace, prepara la guerra”), e tant’è che anche alcuni grandi poemi della
storia della letteratura contengono le descrizioni di feroci battaglie tra
guerrieri e popoli.
Oggi
per fortuna i poeti hanno smesso i panni del ‘vate’ e sono tra le principali
voci di denuncia della guerra, come ricorda ancora Pardini nella sua
prefazione: «Le scene che lo scrittore fa rivivere con la sua realistica
scrittura, ci richiamano i versi di Quasimodo della seconda guerra mondiale,
quando le strade di Milano erano cosparse di cadaveri e non c’era neppure la
voglia di scrivere». Struggenti e drammatici versi del poeta siciliano, ispirati
al Salmo 137 della Bibbia: «E come potevamo noi cantare / con il piede
straniero sopra il cuore , / fra i morti abbandonati nelle piazze /.../ Alle
fronde dei salici, per voto, / anche le nostre cetre erano appese, /
oscillavano lievi al triste vento» (da Giorno dopo giorno).
Ma non renderemmo pieno merito a Luigi Crenna
se non riportassimo anche gli episodi da lui narrati e cantati con stile
sobrio, con flash e feedback rapidi ed incisivi, con momenti lirici drammatici
e sempre sorretti dall’ansia di verità e di condanna morale del Male incarnato
nella storia. Il libro si apre con Il ricordo del grande castagno, un
gigantesco albero dove la gente si nascondeva perché credeva che proteggesse
dalle incursioni aeree. C’è poi una poesia dedicata al desiderio di libertà: Nella
bufera, una chiara luce – appunto la Libertà per
ripartire tutti insieme a ricostruire la vita. Dal San Martino – tra
Valtravaglia e Valcuvia - ricorda la battaglia combattuta dai partigiani
con tante perdite per il tradimento di un compagno. Così pure a Megolo
rifulge il valore dei partigiani con eroica resistenza riconosciuta anche
dal nemico straniero. La sensibilità di Crenna non dimentica il sacrificio
delle Donne
nella Resistenza – Anna, Gianna, Pina, Nuccia, Vitto,
Rosa, Jucci – grandi donne, staffette portaordini e viveri su e giù per i
monti.
Troviamo
considerazioni strategiche sulle figure mitiche dei comandanti Beltrami e
Croci, abituati però nel mantenere le posizioni ad ogni costo e non a
privilegiare il concetto partigiano di offesa mobile e del colpo di mano. E poi
ancora i sacrifici di Remo Barberi “Galaga”, di Ezio Mazzoleni (Martirio a
Sesto Calende), dei 41 partigiani fucilati a Fondotoce; il
racconto della strage alla bocciofila (Borgo Ticino. Piazza dei XII Martiri). Ed infine la riproposizione
de Il
credo partigiano come valore di vita e il carme civile Le negazioni
agli ebrei, dove il poeta ripercorre il loro
“inenarrabile calvario”, la negazione di ogni diritto, le persecuzioni, le
torture… e l’Olocausto, culmine di un disegno di eliminazione di un gruppo
umano, nel silenzio di tutti.
Enzo Concardi
Luigi Crenna (Sesto Calende, Varese, 1937 - Vergiate, Varese, 2019)
ha pubblicato le raccolte poetiche Dimenticatoio
(1981), Istantanee (1983), Sesto Calende, il mio paese, il mio fiume
(1984), La Vita (1986), Poesie d’amore (1986), Bianco Verde Azzurro (1993), Solo un segno, un trattino colorato (1996),
Il sorriso della primavera (2007), Bianco stupore (2009), Poesia e musica, echi del tempo (2013).
Luigi
Crenna, La resistenza e le negazioni agli ebrei,
pref. Nazario Pardini, Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 64, isbn
978-88-31497-58-9, mianoposta@gmail.com.
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