Gabriella Frenna
AMATA TERRA
Mosaici di Michele Frenna
Recensione di Raffaele Piazza
Gabriella Frenna, l’autrice della raccolta di poesie
che prendiamo in considerazione in questa sede, è nata a Messina e risiede, fin
dall’infanzia a Palermo. È stata sempre affascinata dai narratori, dal modo di
descrivere e di trasportare il lettore all’interno delle loro creazioni. Dalla
dipartita dal mondo terreno della sua amata sorella maggiore e del padre
Michele si è interessata alle opere che proiettano l’animo umano verso il
mistero del divino, proponendosi di diffondere i principi cristiani impressi
mirabilmente nei mosaici.
Il
volume presenta una prefazione di Enzo Concardi acuta e ricca di acribia che ne
mette in luce i molteplici aspetti
Alle
poesie della Frenna sono associate le immagini dei mosaici con tasselli di
vetro del padre Michele raffigurazioni che diventano tout - court motivi
ispiratori dei componimenti stessi e per le due linee di codice parallele che
interagiscono tra loro, in un certo senso, l’opera nel suo insieme potrebbe
essere considerata un ipertesto.
Strutturalmente
le composizioni sono genericamente improntate alla verticalità che ne determina
la compattezza e l’icasticità nel loro decollare sulla pagina per poi planare
dolcemente nelle chiuse.
Cifra
essenziale della poetica di Gabriella pare essere quella della scelta neolirica
ed elegiaca nella sua assoluta onestà e il lettore da composizione a
composizione si stupisce per la capacità salutare della poetessa nel sapersi
meravigliare della realtà che la circonda.
E
la suddetta realtà pare trasfigurarsi nel cronotopo spazio – tempo e nel
dualismo natura – storia.
Innamoratissima
della sua lussureggiante Sicilia la Frenna la decanta su due piani congiunti
quello della stessa esuberante bellezza naturalistica soprattutto con
l’esaltazione di specie vegetali nelle tinte magiche di alberi e frutti, e
quello dei monumenti architettonici che l’abbelliscono che dal sacro pagano
giungono anche a costruzioni cristiane come quella dedicata alla Madonna.
E
nell’ordine del discorso s’inseriscono gli splendidi mosaici del padre a
movimentare la fruizione e il piacere del testo e Michele spesso diviene il tu
al quale Gabriella si rivolge e si ha l’impressione che l’autrice veda in lui
una guida per addentrarsi nei suoi percorsi della scrittura.
Una
caratteristica del poiein della Frenna è quella dell’estrema chiarezza e
immediatezza dei suoi dettati, modalità che raramente s’incontra nel nostro
panorama letterario contemporaneo dominato dai nei – orfismi e dagli
sperimentalismi che arrivano ad esiti oscuri difficili da decriptare.
Qui
invece domina incontrastata la linearità dell’incanto come intelligenza
evidente del lavoro della Frenna che trova nell’effusione spontanea dell’io –poetante
il suo modo per dire con gioia i suoi sentimenti di amore per la terra amata
della quale sa mirabilmente cantare gli aspetti elegiaci e di vaga e spesso
numinosa bellezza producendo emozioni che a loro volta emozionano il lettore.
E
l’elemento religioso di cui si diceva si stempera a partire dalla creaturalità
dell’io – poetante stesso, trampolino di lancio per diventare persona nel
filtrare natura e arte nell’esperienza creativa della scrittura poetica.
Raffaele Piazza
Gabriella Frenna, Amata terra, pref. Enzo Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2021,
pp. 72, isbn 978-88-31497-56-5, mianoposta@gmail.com.
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