sabato 2 aprile 2022

ANNA CASTRUCCI LEGGE: "I COLORI DELLA FANTASIA" DI SERGIO CAMELLINI

 



Sergio Camellini 

I COLORI DELLA FANTASIA

Recensione di Anna Castrucci


Dopo una forzata assenza dalla parola letta e scritta, mi accingo a leggere i componimenti poetici di Sergio Camellini presentati nella raccolta I colori della fantasia per la Collana Parallelismo delle Arti, edita da Guido Miano Editore.

È un dire piano e sommesso di verità esistenziali, la poesia di Camellini. Verità sussurrate all’orecchio di un lettore che accetta l’esortazione del poeta a vivere la gioia naturale: «È l’alba, lascia il letto, / scendi tra i prati umidi /…/ tuffati nel bosco, / rompi per primo / le trame dei ragni /…// Odora i profumi… /…osserva… / corri sui campi / renditi ragione /…/ vivi la gioia naturale / che ti pervade» (L’Alba, una gioia naturale).

Quale miglior suggerimento alla nostra umanità travagliata e divisa dalla necessità di scegliere tra l’essere o l’avere, tra la salute o la malattia, tra la pace o la guerra che proprio di questi tempi ci soffia sul collo.

I componimenti di Camellini, tuttavia, non si fermano al solo suggerimento, ma sanno farsi strada nel luogo dell’anima dove di fronte a noi stessi le nostre riflessioni si raccolgono. Essi ci offrono una guida sicura, lungo un percorso che oserei definire pari ad una vera e propria visualizzazione e meditazione poetica.

Si legga a tal proposito: «Chiudi gli occhi, /…/ ritrova la bambina / d’allora. // Prendi coscienza / della tua persona, /…// Ella è gaia, / canta alla vita: // ti sei ritrovata, / quella sei tu» (Quella sei tu).

È facile riconoscere in questi versi, ma direi in gran parte della raccolta di Camellini, il lavorio intimo dell’autore.

Egli sembra aver attraversato consapevolmente il sentiero della sua propria evoluzione spirituale, praticando a lungo con il suo ‘bambino interiore’ che niente ha a che vedere con il fanciullino pascoliano.

Il bambino interiore a cui ci rimanda Camellini, non prelude o giustifica alcuna poetica, ma a tutti gli effetti raffigura la nostra infanzia, che ferita da qualche particolare sofferenza è rimasta bisognosa di particolari cure e attenzioni. Cura, attenzione, ascolto nei componimenti di Camellini sono principi che sottendono una nuova cultura dove la dignità umana possa ritrovare il suo vero posto.

Camellini, inoltre, sembra aver compreso la persistenza nell’animo adulto di sofferenze infantili e tenta con successo di svelarle attraverso i suoi componimenti. I suoi versi cercano, non a caso, di mostrare ad altri la strada verso il raggiungimento di più alte profondità dell’anima, dove il bambino interiore si nasconde,  affinché ogni persona possa incontrarlo e provare a migliorare se stessa e quasi sempre trovare guarigione emotiva e in molti casi anche fisica.

Nell’atmosfera di profonda ricerca interiore che Camellini sa creare, si incastonano significative le corrispondenze con altri artisti. Tali somiglianze, nella raccolta I colori della fantasia, appaiono particolarmente curate. È lecito riconoscere in ciò la cura sapiente dell’editore Miano, ma anche la sensibilità poetica che indubbiamente Camellini possiede.

Il tocco di universalità che rende particolare il sentire poetico di questo autore, rende infatti versatili i suoi componimenti consegnando loro una speciale predisposizione all’incontro ed al parallelismo con altre arti sorelle.

Si può dunque affermare che ne I colori della fantasia il lettore attento può anche riscoprire una nuova chiave di lettura simultanea che stimola ed arricchisce centrando in pieno l’intento che l’editore Miano propone con la particolare collana Parallelismo delle Arti.

A tal proposito si osservi il legno di Giovanni Conservo “Colloquio” (1983) per cogliere l’efficace corrispondenza, ad esempio, con Dolce Angelo mascherato di Camillini. Nell’opera di Conservo, scevra da ogni fronzolo appaiono forme umane che colloquiano sulla soglia di una porta che per incontrarsi deve essere attraversata.

L’opera prelude ad un possibile incontro in cui due anime, attraverso la parola e il dialogo, esprimono il loro bisogno di incontrarsi attraversando il limite che la soglia impone. Ma indica anche come noi stessi, come di fronte ad uno specchio, intessiamo un dialogo con la nostra anima, quella in ombra, per capire e decidere quale strada prendere.

L’opera prelude, senza dubbio, al tema dell’incontro con l’altro o con l’altro noi stesso, invita con dolcezza a superare la paura dei limiti ed esprime in pieno sia il bisogno che il desiderio di profonda riflessione, per attuare scelte che ci conducano al definitivo cambiamento interiore.

Lo stesso tema si ritrova in forma poetica nel componimento di Camellini «Voglio, / dico voglio! / Far mia / la tua malinconia / per sentire quello che senti, / provare / le tue emozioni: / vivere i tuoi sentimenti…» (Dolce Angelo mascherato).

In questi versi si può cogliere immediatamente l’intensa volontà di incontrare l’altro o addirittura di essere l’altro attraverso l’immedesimazione nei suoi sentimenti e nelle sue emozioni.

Sempre nello stesso componimento, Sergio Camellini esprime il bisogno impellente di uscire da tunnel della paura e finalmente prendere per mano la vita attraverso un cambiamento che attraverso l’atto di volontà trasformi «… l’infinito / verbo dire… / nel piacevole verbo fare, / come col tuo operato / a rischio / anche di dolore…».

Allo stesso modo è di facile comparazione la fulgida e scalpitante energia che emana dall’opera “Cavalli” (1975) di Luciano Barro con il sentimento poetico che Camellini esprime in Dai ali ai sogni. Leggendo con cura si può ritrovare qui il lampeggiare della vita «…composta di attimi, / che si susseguono / incessantemente / tra cuore e mente…». Attimi che sembrano davvero scalpitare come i cavalli luminosi  di Barro che lanciati in un volo di luce preludono all’esortazione del Poeta Camillini: «… Se dai ali ai sogni, / inizi davvero a volare / nell’arcobaleno di un quadro d’autore, / ove il protagonista / sei tu». 

1 Aprile 2022

Anna Castrucci

 

 

 

Sergio Camellini, I colori della fantasia, prefazione di Enzo Concardi; Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 80, isbn 978-88-31497-43-5.

 

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