Francesco Paolo Tanzj, un amico d'anima che ho definito inquieto come le nuvole, come i gabbiani che evocano la lirica del grande Cardarelli... Il suo motto è : "chi si ferma è perduto". E lui non solo è in continuo volo, ma semina in altri continenti, mentre noi amici lo crediamo tranquillamente seduto dietro la scrivania a scrivere o affondato in poltrona. Non solo è partito per l'America, ma ha concepito un testo di poesie e racconti e nella seducente intervista afferma: "Sentivo il dovere di tornare a New York, per renderle omaggio”. Francesco Paolo allude alla figlia, che da anni vive a New York e fa l’architetto. Quindi è tornato per visitare lei, i nipoti, ma anche rivedere tutte le strade, i cantieri e i ponti che hanno ispirato il suo libro.“Crossing Bridges”, l'opera dedicata a New York, parla proprio dei “ponti”, intesi come legami creati paradossalmente in una città conosciuta per il suo caos e la sua cacofonia. Come sempre il libro e il viaggio sottendono una grande allegoria della vita, infatti il Nostro, nell'intervista confessa che "i ponti che ci separano tutti con differenze etniche, razziali e culturali, esistono in tutto il mondo ma, a New York, c’è sempre la speranza nell’unità. Tanzj spera che, come nella sua amata città americana, altre comunità possano imitare la sua formula d’unione nel melting pot." Francesco Paolo è un rabdomante di Sogni, un eterno fantastico fanciullo e sono affascinata da sempre dalle sue utopie nelle quali mi specchio, anche se so di essere meno tempestosa e coraggiosa di lui. Lo ringrazio per quest'ennesima perla e provo a rincorrerlo con infinito affetto.
Francesco Paolo Tanzj, un amico d'anima che ho definito inquieto come le nuvole, come i gabbiani che evocano la lirica del grande Cardarelli... Il suo motto è : "chi si ferma è perduto". E lui non solo è in continuo volo, ma semina in altri continenti, mentre noi amici lo crediamo tranquillamente seduto dietro la scrivania a scrivere o affondato in poltrona. Non solo è partito per l'America, ma ha concepito un testo di poesie e racconti e nella seducente intervista afferma: "Sentivo il dovere di tornare a New York, per renderle omaggio”. Francesco Paolo allude alla figlia, che da anni vive a New York e fa l’architetto. Quindi è tornato per visitare lei, i nipoti, ma anche rivedere tutte le strade, i cantieri e i ponti che hanno ispirato il suo libro.“Crossing Bridges”, l'opera dedicata a New York, parla proprio dei “ponti”, intesi come legami creati paradossalmente in una città conosciuta per il suo caos e la sua cacofonia. Come sempre il libro e il viaggio sottendono una grande allegoria della vita, infatti il Nostro, nell'intervista
RispondiEliminaconfessa che "i ponti che ci separano tutti con differenze etniche, razziali e culturali, esistono in tutto il mondo ma, a New York, c’è sempre la speranza nell’unità. Tanzj spera che, come nella sua amata città americana, altre comunità possano imitare la sua formula d’unione nel melting pot." Francesco Paolo è un rabdomante di Sogni, un eterno fantastico fanciullo e sono affascinata da sempre dalle sue utopie nelle quali mi specchio, anche se so di essere meno tempestosa e coraggiosa di lui. Lo ringrazio per quest'ennesima perla e provo a rincorrerlo con infinito affetto.