EDENICHE POLVERI DI EDDA
Tempo
dissolto
su
Monte Pisano
presenzia
fine d’inizio
disperde
polveri orfane
su
profumi di scintille fiorite
marosi
di vento
danzano
furori
Edenico
presagio coglie
l’Edda
di un verso poema
vita
morte catarsi ostaggio
Nulla
su fogliami sparsi
preghiere
di ceneri
pagine
vissute nell’Isola
Leucade
dei poeti sospesi
tra
Diari recisi
novelle
fiammelle
sapori
e custodie di notte lunare
sfidano
la fame cinghiali dal Monte
lampeggiano
lupi… ascoltano quasi…
enunciano
lucciole nuovi sentieri
gioie
dolori di perché sepolti
scrigni
stupefatti orizzonti sacri
nell’aria
di Edda
Marco
dei Ferrari
Dove è andata Edda? gli occhi del poeta non la vedono più. Scomparsa alla vista, dissolta alle apparenze. Si, lei è morta, ma non estinta. Le sue polveri si spargono nell'aria di primavera che incede scintillante e fiorita. Si spargono, non si disperdono. Il tempo finito annuncia un tempo nuovo, perché la morte, da sempre, muore nella vita, così come la vita vive nella morte. Sono un tutt'uno, giacché l'Essere è e non è possibile che non sia. Vola nell'aria Edda, insieme all'effluvio vivificante della sua poesia. Si aggira "nell'Isola / Leucade dei poeti sospesi / tra Diari recisi / novelle fiammelle". Presagio di Eden, dove il nero ed il bianco, entrambi splendenti, si fondono in "gioie dolori" nel mistero degli "orizzonti sacri / nell'aria di Edda.
RispondiEliminaFranco Campegiani