Loredana D'Alfonso, collaboratrice di Lèucade |
Loredana D’Alfonso su “Come pioggia
sottile” di Roberto De Luca
L’opera dello scrittore Roberto De Luca
“Come pioggia sottile”, edito dalla Graus Editori a fine dello scorso anno può
essere davvero sintetizzato dalla chiusa dell’autorevole introduzione di Luca
Giordano: ”Non è un romanzo complesso, in breve ci dà una sensazione, ma una
sensazione che rende più di tante parole sprecate in romanzi più lunghi”.
Nel romanzo di De Luca non ci sono
parole sprecate, la narrazione è sintetica, filmica e densa di riferimenti.
Fa da sfondo alla vicenda la città di
Praga, con i suoi cieli violetti, la sua pioggia sottile e le celebri guglie della
città vecchia (starè mesto in ceco). La lettura dà una sensazione che
coinvolge i cinque sensi: sembra che un obiettivo abbia immortalato la città con
la sua autenticità, i suoi vicoli, la sua malinconia, le voci dei passanti, i
profumi dei suoi cibi.
E a Praga si svolgono le vicende di un
gruppo di ragazzi che si cercano, si incontrano, si completano.
Luigi, sensibile e inquieto, trova il
suo alter ego in Patrizio, il suo compagno di viaggio, un tipo forte,
pragmatico “senza grilli per la testa e animato da una gran voglia di
lavorare”. Per Luigi, Patrizio è un elemento di stabilità, un porto sicuro
dove gettare l’ancora.
Per Luigi c’è un’altra relazione
importante, quella con Orietta, una ragazza conosciuta in Italia che lui segue
a Praga, animato da sentimenti ai quali non riesce a dare una collocazione
precisa. Infatti, afferma “che i loro destini non si sarebbero potuti
incrociare sul piano sentimentale, in quanto chi in un modo, chi in un altro
erano entrambi alla ricerca del senso da dare alle proprie vite”.
Ornella ha aperto un ristorante con
Mark, con cui ha un rapporto tormentato. La ragazza ha i suoi problemi che
derivano da un rapporto non risolto con il padre e la piccola attività
imprenditoriale che ha avviato dovrebbe essere un riscatto al fallimento
paterno. L’Autore svela i trascorsi della sua famiglia.
“Il padre appena sposato aveva messo su
un ristorante, ma le cose erano andate male, aveva chiuso l’attività e sfogava
la propria frustrazione bevendo e mostrandosi irascibile con la moglie e le
figlie. Economicamente non stavano male, perché la madre aveva un buon posto statale,
ma per l’uomo l’insuccesso, il non sentirsi all’altezza della moglie e della
famiglia erano perenne causa di stress e di frustrazione e una sera, avendo
bevuto più del solito, finì con la macchina contro un palo e sbatté la testa
contro il vetro. La botta gli provocò un fortissimo trauma cranico en entrò in
coma per un paio di giorni. Quando si riprese non era più la stessa persona”.
Si spiega così l’ambizione, la pulsione
rabbiosa di Orietta che “ce la deve fare” ad ogni costo. E’ così, Orietta, dura
ma anche morbida, come quando prepara le profumate “madeleine” di proustiana
memoria, secondo la ricetta che le aveva tramandato la nonna.
Il compagno Mark non le è d’appoggio,
sceglie la via dei soldi facili, e insieme al socio Alì si perde nei traffici
della droga.
I rapporti generazionali sono un altro
punto cardine di questo romanzo che è scritto in modo fluido, scorrevole, che
ci avvolge come il profumo di una buona tisana preparata da Orietta.
Mark “parla” con i quadri dei suoi
antenati nella villa abbandonata che aveva ereditato. Sa di aver deluso i suoi
avi ed al nonno si rivolge con un bicchiere di cognac in mano, in un dialogo
muto: “Non è andata come pensavi: uno Stato infedele alle tue aspettative e
un nipote altrettanto infedele, che vuoi farci nonno”.
Inoltre, De Luca cita spesso la “Lettera
al padre” di Kafka e non solo Orietta e Mark sentono molto il rapporto con
chi, nel bene e nel male, li ha preceduti, ma anche Luigi parla spesso della
biblioteca del nonno dove studiava e dove ritornerà a studiare al suo ritorno a
Roma per la laurea.
Luigi è il vero protagonista dell’intera
vicenda, dove l’Autore si può guardare, come in uno specchio velato dalla
pioggia.
Avvincente ed originale, è un
personaggio pieno di sfaccettature, complesso ma non complicato, in una Praga
che gli va a pennello, un ragazzo che pensa che, in fondo siamo tutti “sotto
l’ala incerta della sorte”, con una “inquietudine che gli scavava dentro
come una pioggia sottile e continua”.
Loredana D’Alfonso
Lory mia, con il tuo stile veloce eppure pieno di affondi, affreschi il romanzo del nostro Rob regalandogli nuove sfaccettature e rendendoci parte viva di questa storia che è spaccato del nostro tempo. Metti in rilievo l'originalità dei 4 personaggi, il loro trovarsi e perdersi nel corso della storia e la voglia di ognuno di mordere la vita. Patrizio, meno complicato degli altri riesce a trovare la propria strada; Mark combatte i demoni presenti e passati e Orietta e Luigi cercano di eludere l'incomunicabilità e l'incapacità di realizzarsi come vorrebbero. Sei un portento, Amica mia, un Pilastro degli eventi e della nostra associazione. Grazie a te, a Roberto e al Nume Tutelare che ci accoglie con immediato affetto. Vi stringo tutti al cuore!
RispondiEliminaStraordinaria Lolli, i tuoi voli sono stati sostituiti da affondi di grande potenza che, come riflettori, illuminano le vite dei quattro protagonisti dell'Opera di Roberto, che ho visto nascere e non vedo l'ora di presentare. Si può definire un gioiello per originalità, attualità e nerbo narrativo. Tu sottolinei le caratteristiche di ognuno dei ragazzi e parli dei 'rapporti generazionali', dimostrando che ogni lettore può notare altre sfaccettature della storia. Bellissimi gli estratti, che rivelano tratti dell'anima d ognuno. Una esegesi straordinaria che ci permette di essere a Praga e di seguire le vicende di ognuno. Grazie infinite tesoro! E grazie a Roberto che ha concepito questo testo esistenzialista, che è spaccato dell'epoca in cui viviamo. Vi abbraccio insieme al Condottiero che consente sull'Isola incontri così vari e arricchenti.
RispondiEliminaIn questo romanzo credo di aver voluto dare una connotazione realistica ai personaggi cercando di far vivere in essi una parte viscerale di me stesso e quella di persone che ho incontrato nel corso della vita. Leggendo recensioni come la tua, carissima Lory, mi accorgo sempre di più di questo assunto, anche se, nella maggior parte dei casi, i motori che portano avanti uno scritto sono quasi sempre gli stessi, ossia : si attinge da quel che si conosce per poi trasformarlo. Grazie ancora Loredana per questa analisi lucida e profonda dei personaggi e del libro stesso e un grazie a Nazario che ci ospita.
RispondiEliminaMaria e Roberto, vi ringrazio per i vostri commenti e vi circondo in un abbraccio che è complicità e amore per la cultura!
RispondiEliminaLoredana