venerdì 17 giugno 2011

Da "Riccardo. Racconti brevi", Booksprint Edizioni, Buccino 2010



Dal racconto "Riccardo" 

Riccardo si sposò ebbe un figlio; il figlio aveva appena tre anni quando gli mandarono a dire che la madre stava male. Partì, arrivò al suo capezzale con un fascio di rose. Sua madre pianse, l'abbracciò e questa volta fu lei a porgli una domanda: "Riccardo sei felice ?" "Hai trovato quello che cercavi nella vita ?" Le rispose soltanto che l'amava. Dopo due giorni morì e il figlio l'accompagnò nell'ultimo viaggio: un funerale che si perdeva nelle strade tortuose e bianche per il freddo tostato dell'inverno. Poi Riccardo ritornò al suo orto. L'edera si era arrampicata sulle viti e l'erba ricopriva le prode, che una volta erano ben custodite. Gli alberi gettavano una pallida sfumatura sulla terra appena toccata dalla luce stanca della sera e gli uccelli garruli facevano il loro rientro dalle svolazzate di un'intera giornata. Osservava tutto ciò che lo circondava; quella luce, i colori della terra, l'odore di campo, di erba fresca e rugiadosa, gli risvegliavano un dolce e melanconico sentimento. Poi avanzò lentamente verso le prode del padre. Udiva di nuovo il tonfo degli zoccoli delle bestie sulla terra smossa e udiva la voce del babbo che a maniche rimboccate, a testa nuda e a viso accigliato chiamava il figlio: "Vieni Riccardo è freddo!"
Come era grande quella terra, come era bella, come era ricca! Ogni zolla sapeva raccontare qualcosa.
“Riccardo dove corri !"
"Padre guarda un nido."
"Lascialo stare, in gabbia prima o poi ti muoiono."
"Non correre con quel cane!"
"Babbo, guarda il sole, sembra che dia fuoco alla terra."
"Come sei sciocco."
"Prendimi il secchio si abbevera le bestie."
"Babbo perché i pampini sono verdi e i cachi sono rossi, l'uva è bianca, nera?"
"Vai dalla mamma e dille che siamo quasi pronti."
I rumori dei passi, la voce del padre, quella della madre lo facevano andare più svelto; sembrava che andasse loro incontro. Quante verità scoprivi Riccardo! Tutti i perché si scioglievano ora come ghiaccio al sole. L'ansia nei problemi, la corsa nella vita, la fretta di arrivare a qualcosa di più vero, di più sicuro si spalancavano ora di fronte a quei suoni, al dolce sentimento che ti ingrossava nell’animo. I tramonti, il verde, le corse per i campi, l'orto, tua madre, tuo padre tutto era vero e sincero. Quel mistero che velava la natura e le cose, era una dolce poesia che ti arricchiva e ti stimolava a qualcosa di più alto. Come ti saresti voluto fermare a quei perché!
Contò di nuovo le sue viti e indovinò; sì!, erano giusto quelle. Poi si voltò; dette uno sguardo al cortile e si asciugò gli occhi col braccio alla vecchia maniera, come vedeva fare al padre, quando si asciugava il sudore. E partì col cuore gonfio, mentre suo figlio borbottava: "Che casa brutta papà!”.


Metato di giugno



1 commento:

  1. Sinceramente, leggendo questa parte del racconto, mi verrebbe la voglia di averlo in tutta la sua interezza. Come fare? Se se la sente di inviarmi il libro questo è il moio indirizzo:
    Franca Giuliani, via Da Buti 5-56100, Pisa-

    Aggiungo che il brano mi ha commosso e mi ha fatto rivivere emozioni e paesaggi di altri tempi.

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