domenica 8 aprile 2018

M. GRAZIA FERRARIS: "DEDICATO A DARIA MENICANTI"


 Questa pagina è dedicata a Daria Menicanti

Maria Grazia Ferraris,
collaboratrice di Lèucad

Nel lontano 2012, quando Maria Grazia Ferraris ha cominciato il suo viaggio collaborativo con Lèucade, mandò un breve scritto dal titolo Daria a Giulio, che aveva per oggetto proprio il tema dell’amore difficile della poetessa per Giulio Preti, il marito filosofo, costruito sulla lettura delle sue poesie. Fu pubblicato con consenso e grande entusiasmo da parte mia, e poi il pezzo venne premiato ad Empoli, premio Rea. Ora la Ferraris ripropone alcune straordinarie poesie di questa dimenticata poetessa, con un piccolo commento, parzialmente pubblicato su Q.N.
  
DARIA MENICANTI. Poesie d’amore.

Se Daria Menicanti fosse un uomo, “giusto un uomo”, un Giulio Preti, ad esempio, le sue poesie sarebbero più conosciute, più diffuse nelle antologie novecentesche, poesie certo da leggere e rileggere.
Daria sa cogliere le variabili di un’arte poetica non facile, non sentimentale, non urlata né lacrimosa- che sono le componenti abusate da cui si allontana la grande poesia-, quella in cui, forte della sua ironia, del suo amore per il pensiero, per l’epigramma e l’aforisma, strumenti da lei privilegiati, (e non dimentichiamo che sono usati da pari loro da Fortini, Flaiano, Bo, Pasolini…) dimostra di essere davvero una grande poetessa, anche se nella folla di coloro(e sono tanti) che giocano con le parole (poetiche), rischia di essere fatalmente dimenticata.
Sa muoversi nella sua biografia privatissima (Breve storia di un lungo amore,  Lieto fine) con leggerezza, evocando il suo difficile rapporto con Giulio Preti, la sua causa perduta, (Di te resta, Lettera in bottiglia)  la solitudine incapace di sostituzioni, il ricordo congelato pur nel dolore mai esibito, fino all’ironia (L’amore (non) è eterno), che ci riconduce al tono poetico e al dominio emotivo della Szymborska, fino alla confessione d’amore de Il cuore innamorato, tra incanto e disincanto. Sempre consapevole e misurata: “E sono anche molto fiera di possedere questa dote dell’ironia che ho certamente ereditato dalla famiglia toscana di mio padre. Il senso dell’ironia, ovvero la capacità di vedere sempre le cose un po’ scherzando, un po’ comunicando i propri pensieri più veri e riposti.”

Epigramma per il cuore

Se il cuore è innamorato
il fracasso che fa.
Io non capisco come mai la gente
non se ne avveda mentre quello va
tambureggiando sospeso nel petto
e non sosti interdetta a domandarsi
qual che si sia e chi fa.


Poesia d’amore

Le giornate si sono fatte lunghe
I nembi caldi, soffici; marino
quasi
il vento guerriero.
E mi porta farfalle e cartoline
E sull’angolo
Te,
uno irto di capelli e di sontuose
baruffe,
ma assai caro
egualmente,
assai caro.

L’amore (non) è eterno


Non può durare. Certo non durerà.
Si attacca l’amore smaniando
al tuo corpo bruciante e corre ad altre,
eterno solo in questa sua vicenda.
Il resto che si dice è peste e corna
di poveri poeti.

Lieto fine


C’era una volta che mi innamorai
di uno sino a conviverci.
Ma lui cercava una perpetua rissa
e applausi femminili al suo nome
e l’affannata attesa per ognuno dei suoi ambiti ritorni.
Ora il suo battelletto se n’è andato
lontano. In compagnia di un dappoco
oggi mi annoio. Eh, sì:
meravigliosamente mi annoio.


Breve storia d’un lungo amore
Da Un nero d’ombra

Un uomo pieno di debiti
Idrofobo
Gran dormitore
Grande fumatore
Con la barba di almeno tre giorni
Odiatore del piccolo- di suo
Un genio, questo sì:
degli aerei giochi un maestro-
lodatore delle altre
ballerino,
contro un uomo così a schiantarsi andava
il mio giovane asettico amore.

Di te resta, 1964 
Da un nero d’ombra

Di te resta sospeso nelle stanze
un leggero sospiro di tabacco
francese,
l’eco delle tante imprese
col Pensiero per balze rarefatte.
Resta di te l’alone romanzesco
degli amori di vecchio Don Giovanni
tenero e stanco, quasi senza impegno
ghermitore di soffici colombe.


Lettera in bottiglia per Giulio 
Da Ferragosto

Ti scrivo tutto quello che ancora mi è rimasto:
l’infinita stanchezza le curiosità inesplorate
una femmina vecchia ma non fatta più saggia
amante i rischi il figlio che non avemmo.
Quando ho saputo che eri là e con niente
subito ti ho mandato a dire: se vuoi torna.
A casa hai sempre un luogo
I tuoi libri i tuoi dischi
E la stanza più grande di tutta la mia casa.
Ma non credo che torni
Questo non me lo aspetto
Pure ti lascio lo stesso  la lettera come sàgola.
L’ho chiusa in una bottiglia buttandola a galleggiare:
non mi illudo che andrai a ripescarla: di tutte le mie cause perse
tu, caro, sempre sei stato
la causa più persa di tutte.



Epigramma per noi due
Da Poesie per un passante

La morte giocò a lungo a rimpiattino
tra noi due. Poi ad un tratto- così dicono-
scelse il migliore.


Daria Menicanti nasce a Piacenza nel 1914 da padre livornese e madre fiumana. Laureata in Estetica a Milano con il filosofo A. Banfi, fu insegnante  e  traduttrice. Sposò il filosofo Giulio Preti. Morì  a Mozzate (VA)  nel 1995. Le sue prime opera poetiche : Città come, 1964; Un nero d’ombra, 1969; Poesie per un passante, 1978. Nel 1986 pubblica Altri amici e Ferragosto. Nel 1990 esce Ultimo quarto. Nel 2013 l’Università dell’Insubria (VA) le ha dedicato una giornata di studi e la pubblicazione completa delle sue poesie col titolo Il concerto del Grillo ed. Mimesis.

1 commento:

  1. Grazie carissima Ferraris! Un'altra delle tue sceltissime pagine che regalano al lettore di Leucade notizie di cultura e curiosità sempre piacevoli a leggere , come questo incontro con una donna davvero speciale che rivendica piacevolmente il suo spirito toscano, di eredità paterna. Una poetessa che ha lasciato di sé e della sua vita un ricordo in versi tanto vivo che ancora oggi ci trasmettono uno spirito fresco ironico eppure grande nella comprensione verso l'uomo amato.
    Molto interessanti e di piacevolissimo gusto le poesie che hai presentato. Sincere congratulazioni per il tuo lavoro di critica e attenta studiosa .
    Edda Conte.

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