domenica 1 aprile 2018

EMANUELE ALOISI: "VIENI DA NOI"




Emanuele Aloisi,
collaboratore di Lèucade










Vieni da noi

Vieni da noi di nuovo
è già passato troppo tempo
e il poco aceto si è asciugato
al sole, e nel giardino della veglia
si è assopito. Le spugne sono pietre
arrotondate ad artificio...
magari avessero testate d’angolo!
E non c’importa che lanciarle
dovunque arrivino a nessuno importa
fino all’oriente, all’occidente,
è  un tabernacolo il giardino!
Le mani tra gli ulivi si nascondono
e non respirano gli odori
neppure sentono le grida in fondo
nei nodi  il sangue delle venature
la Terra Santa che ti attende uguale.
Vieni da noi di nuovo
hanno papaveri scolpiti addosso
e campanelli ad epitaffi amorfi
– i fili d’erba dei sepolcri-
anchilosate le ginocchia a terra
come le canne sulle sponde
bramose, come allora, di squarciare
il cielo un altro legno di un costato
le ossa senza briciole di terra
disperse nella ruggine del vento
un mare che non smette di aspettarti
settanta barche e sette chiodi ai remi.


Emanuele Aloisi

2 commenti:

  1. Una poesia che oltre alla musicalità dell'endecasillabo e di una metrica che suona dolce nei versi, ha in sè un significato liturgico ma soprattutto umano, e sociale. Emanuele ha questa innata dote di parlare al cuore delle persone, di rendere visibili le immagini evocate, di renderci partecipi di un dolore straziante, umano, oltre che cristiano. "Vieni da no di nuovo" esorta il poeta, rivolgendosi al Dio che si è reso uomo per salvarci...eppure lo strazio si ripete, ancora uomini umiliati, uccisi, in quel "mare che non smette di aspettarti"... Un'esortazione, una preghiera umile e sincera. Buona Pasqua, Franca Donà

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  2. Grazie Franca Donà per la tua analisi. Emanuele Aloisi

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