sabato 15 settembre 2018

MARCO DEI FERRARI LEGGE: "L'INCENDIO DEI PAPAVERI" DI N. PARDINI


IL “SENTIMENTO PARALLELO”
di NAZARIO PARDINI

Marco dei Ferrari,
collaboratore di Lèucade

Pardini non è solo un poeta, ma anche un filosofo dell'arte poetica. In questi versi infuocati dimostra infatti la sua analisi più
profondamente analitica del significare “poesia” in gesti e sentimenti ad hoc. Incendio di papaveri... tramonti di rubino... fremiti marini... per il Poeta filosofo non sono peraltro sufficienti a tradurre l'empito della creatività liricamente connessa alla visione poetica (...il farsi poesia...). E' il vertice più inaccessibile dell'anima, è il “cuore” che illumina il versificare (...l'accoramento...) a fare la differenza con la fuoriuscita dagli stereotipi e dai codici accademici consolidati esageratamente nelle varie fasi   dei percorsi poetici. Il rifugio (l'alcova...) dell'essere pardiniano diviene la gestualità sentimentale “parallela” e differente che motiva gli stati d'animo in caleidoscopi cromatici sensibili, trasformati da scelte liricamente ardenti, nel sacro furore del mix creativo d'immagini concrete e vissute. Qui nasce la “poesia” quale scintilla perennemente presente nell'artista che “matura” pulsioni e scenari in espressività alternativa  alla quotidianità esistenziale, ripetitiva e appiattita dal mono-orizzonte della tecne dilagante. Il richiamo ai parallelismi si conclude poi per il poeta in accostamenti riflessivi tanto felici quanto di malinconica impossibilità che violenta l'essere umano, senza tuttavia impedirne il “canto” poetico modulato dalle “ assenze ” più o meno incisive e determinanti nel contesto del sé socio-culturale. Dunque una filosofia dell'essere poetico nell'evoluzione più naturale presente ovunque: dalla Natura al fuoco creativo trasposto; dalla capacità della parola di un rapimento emotivo-estatico alla sua trasformazione più matura e compiuta. Ma la “realtà” pardiniana non è motivo sufficiente per “farsi poesia”; solo la malinconia dell'impotenza lirica può rimediare alla carenza universale di sfondo. Ecco il “ritorno” dopo il lungo silenzio; ecco il rievoco scenografico del canto per il mare e per coloro che ne sono privati.
Il “ritorno”- risveglio filosofico poi presenzia i momenti poetici esposti all'impossibile “cattura” di esseri e cose nelle parole che si auto-limitano, ma si estendono in verticalità orizzontali sino a comprendere incredibilmente l'arte di poetare che Pardini esprime in tutta la propria complessa personalità esistenziale. Il flusso filosofico (eterno ritorno) del mare si illumina nell'animo a tutela onnicomprensiva del tempo tiranno che alletta, promette e stenta a mantenere (... le splendide visioni... in giorni andati via...). La tutela possibile e impossibile di un “poeta-filosofo” che si chiama Nazario Pardini.

Marco dei Ferrari


L’incendio dei papaveri

Non è che l’incendio dei papaveri
nell’oro dei frumenti o che un tramonto
affastellato in crini di rubino
o che i fremiti di un mare mescolati
alla larghezza del cielo, siano assai
ad accendere il lume dentro l’anima
per farsi poesia. La  realtà
presa così com’è non è abbastanza.
Occorre che le splendide visioni
a cui magari abbiamo dato il cuore
in giorni andati via, ritornino procaci
a illuminare con fresca saudade
il nostro accoramento per il verso;
magari dopo anni di riposo
in un’alcova tenera e feconda
a farli rifiorire. Solo se
davanti a quell’incendio o a quel mare,
scoprimmo un sentimento parallelo
ai  colori in questione, o vivemmo
un incontro emotivo di stagione,
tale stato d’animo ritorna
in scene tanto vive; solo allora
l’immagine si fa cotta a  puntino
per tramutare il fuoco in poesia.
Di avere amato te ne accorgi dopo
se  quegli incantamenti naturali
ti dicono di assenze che violentano
il tuo essere umano; tutto al più
puoi tramutare i brividi in un canto
da dedicare a chi non ha più il mare.

15/06/2018




1 commento:

  1. Ciascuno a suo modo, ma tutti univocamente uniti nell'affetto la stima e l'ammirazione per Nazario Pardini e per la sua Poesia.
    Complimenti comunque a Marco dei Ferrari per la sua interessante interpretazione de "L'Incendio dei papaveri".
    Edda Conte.

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