mercoledì 4 dicembre 2019

EDDA CONTE: "L'ULTIMA PAGINA" RACCONTO


L'Ultima pagina
                  
 
Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade
Uno non è uomo qualunque, forse per quel suo vivere situazioni strane e difficili  ( come quella volta che si trovò a vedere la morte del Tempo...) o forse perché non si accontenta mai .... Il piacere, gli agi, l'amore, il successo...qualsiasi soddisfazione  non è mai duratura per lui , perché non è  quanto si aspetta....si sente sempre in credito con la vita e il suo destino.
 Uno si impegna e si impegna a fondo in ogni cosa; ha mente fervida, intelligenza e inventiva, e tutto sostenuto da una grande curiosità.  Nella vita ha fatto di tutto, sempre con l'intenzione di crescere....infine si trova stanco . Ha stanche le mani, stanche le gambe, stanco di parlare, di pensare , di attendere quel quid che  non arriva mai.
La sorgente della sua inventiva zampilla ancora, ma con difficoltà, a momenti sembra che si interrompa il flusso che gli proviene dalle profondità del suo essere Uno!
Si isola. Si isola per cercare di capire cosa gli manca per sentirsi finalmente felice.
Così passano i giorni.
Uno  riflette, si nutre di letture.  Ogni giorno è sempre più curioso  di arrivare a scoprire quello che gli manca.  Qualche volta gli sembra di essere vicino al mistero ..poi la sua abituale scontentezza lo riporta indietro.
Sempre più magro ,  continua ad interrogare pagine e pagine e pagine....
Legge: - ....ci sono i gigli nel campo....nessuno gli dà da vestirsi, eppure è grande la loro bellezza....e gli uccelli nel cielo....nessuno gli dà da mangiare, eppure continuano a vivere e cantano felici..-  Interessante!
Altrove  legge:- Quando hai fame mangia...e quando hai sonno dormi...-
Benissimo. Fiducia e libertà.  Anzi...libertà e fede.. Mmhm ! Fede?
Qualcosa non gli torna. Quella parola non rientra nel suo percorso esistenziale. E' un campo troppo vasto , di difficile raggiungimento. Specialmente per chi ha poca dimestichezza con lo spirito. Continua a ripetersi  "fede e libertà"...
La libertà per lui non è un problema, al momento non ha neppure l'impegno di un lavoro. Ma la fede? Credere di Dio? Sì, lui lo sa che esiste Dio, ma non ci ha mai parlato, neppure quando si è trovato alla Messa Grande di Natale e Pasqua... Lì, c'è il Prete che parla con Dio, e lo fa per tutti. Alla Messa lui non va più. Anche  questo fa parte di tutte quelle  cose che lo hanno stancato. Dunque  la fede lui non ce l'ha, e non sa neppure come si fa a conquistarla.
Col passare dei giorni questo pensiero gli diventa un assillo, finché decide di lasciare il suo rifugio, che tanto ormai non gli è più di tranquillità... Torna tra gli uomini, per parlare, per chiedere, per sapere. La sua non è più scontentezza di una condizione, non è più nemmeno ambizione, è diventato un bisogno.
Come un povero mendicante va e va senza sosta e senza meta, sfinito  dalle domande che non  ricevono risposta. 
Si ferma nelle sale d'aspetto delle stazioni, dorme dove capita,  in mezzo ai tanti "senza dimora" che lo stanno a sentire con aria di compassione....finché proprio uno dei barboni di città gli rivela , con tutta serietà,  il Grande Segreto: - ...esiste  un libro in cui è scritto tutto il viaggio dell'uomo, per il raggiungimento della perfetta felicità...-
-Dove...dove? , chiede Uno con ansia crescente.
-Nel mondo.., risponde il barbone con un sorriso.
Nel mondo.....sì, ma dove.., riflette Uno.
Sulle strade del mondo.....no...lì avvengono troppe disgrazie.... in fondo al mare......il Libro si bagnerebbe. Forse in mezzo ai boschi, dentro , magari, la cavità di un albero...oppure potrebbe trovarsi tra la polvere del deserto.....
La sua povera mente si sperde.
Uno non si sente più "Unico", è solo uno tra i tanti, una particella di un infinito che vaga in balia del mistero dell'esistenza. Non ha domande, ormai...va e va...senza limiti di tempo e di luogo...
.................. 
Continua a viaggiare, a conoscere  uomini e donne, a parlare di sé e della sua ricerca.
Nessuno gli crede....non esiste nessun libro  che dica il nostro destino, gli dicono.
Qualcuno  lo deride, a nulla  gli vale tutto il suo sapere, la sua esperienza , per convincere gli altri..
Uno sa bene di avere percorso quasi tutte le tappe della sua esistenza; tutto ha provato e in tutto è riuscito....; il Libro è forse alle ultime pagine...ma cosa sarà mai scritto che lui non ha fatto o provato? In fondo, a ben riflettere , è un vincitore.  Ma non è felice!  E il Libro , nell'ultima pagina, indica come si può esserlo.
 Questo gli è stato detto. Dunque ha bisogno di trovare quell' ultima pagina, solo allora si sentirà in pace con se stesso e col mondo.
Un giorno incontra una Compagnia di Artisti  ambulanti al seguito di un famoso Circo.  Tutte persone allegre, simpatiche....lo ascoltano, lo accolgono tra loro, lo invitano ..
"E' una vita diversa," pensa Uno, " questi uomini  vivono ogni giorno  la fatica e il  rischio , ma sono felici. Chissà che non abbiano trovato il Libro! ....
 Lui non è più giovane e niente sa della vita del Circo, né può impararla, ma può rendersi utile : - Cucinerò per voi, dice. E diventa uno di loro.
Ogni giorno il tendone del Circo risuona di voci, di risate, di incoraggiamenti e battimani; poi tutti insieme, stanchi , si mettono a tavola, sorridono, scherzano,  contenti.
La contentezza contagia. Uno partecipa e vive giornate spensierate. Ma è incuriosito, vuole chiedere apertamente:
-Voi avete trovato il Libro?.....  Segue una grossa risata e qualcuno si tocca la fronte con fare burlesco.
-......Voglio dire.....conoscete la vostra ultima pagina?
-Ah, sì.  Per noi  ogni giorno potrebbe sempre essere l'ultimo...Lo sappiamo!
-Ma allora , perché siete così felici?. Non avete paura....
-Non ci pensiamo. Ogni sera parliamo con Dio e a Lui affidiamo le nostre giornate.
Uno tace.  "Questa gente non ha scoperto nessun Libro....però ha fiducia in Dio. Ecco....ancora il problema della Fede, pensa amareggiato. Quel problema lui non sa come risolverlo, la Fede lui non ce l'ha. .., ma in fondo  la cosa ha poca importanza...ormai lui si sente felice.
 Da quel momento alla ricerca del Libro decide di non pensare più.
Viene la notte di Natale. Finito  lo spettacolo del Circo, tutti gli artisti: acrobati, giocolieri, musicanti e clown ..si vestono a festa, lesti lesti per non mancare alla Messa della Notte Santa.
 Uno si è coricato come sempre e presto si addormenta.
A mezzanotte la vicina chiesa risuona dei canti  del Gloria. 
E' nato il Salvatore...!  Gloria ! Gloria  nell'alto dei Cieli....
Uno continua a dormire; sorride al suo sogno:  ha trovato il "Libro"!  Aperto all'ultima pagina...
E' una pagina bianca!.

Edda Conte- Dicembre 2019


6 commenti:

  1. Ringrazio la preziosa amica, valorosa studiosa ed eccellente critica M. Grazia Ferraris,per il commento-perfetta analisi del mio racconto "L'ultima pagina" che , ricevuto in via privata, qui volentieri trascrivo:

    "La novella,-L'ultima pagina-, è una "favola " colta, poetica:ci presenta con una voce intrisa di attese, meditazione memoriale, realismo lirico, e interrogativi, la riflessione sulle dubbiose scelte credute decisive della nostra vita, ritenute valoriali, essenziali per il nostro essere nel mondo: questioni dell'essere e l'esistere, i perché della nostra venuta e sul rapporto con il mondo che ci circonda. E con la FEDE.
    Può il Poeta entrare in simbiosi con l'opera sublime del suo Dio? Riflessioni di ampio respiro di urgente e necessaria risposta umana...: belle costruzioni compositive, sicura la struttura del racconto-favola: " esiste un libro in cui è scritto tutto il viaggio dell'uomo, per il raggiungimento della perfetta felicità..." "ma dove?"...non esiste nessun libro che dica il nostro destino, gli dicono"....
    E poi ...il Natale: la festa, diversa per ognuno di noi.
    " E' nato il Salvatore...! Gloria ! Gloria nell'alto dei cieli... Uno continua a dormire; sorride al suo sogno: ha trovato il "Libro"! Aperto all'ultima pagina... E' una pagina bianca!."
    La conclusione che non conclude: questo forse il senso della vita.
    L' A. coltiva un antropomorfismo che mantiene tutta la forza evocativa di un mondo indefinito, vago, sospeso, che sconfina nel poema onirico e surreale.

    Tutto assume nuovo significato. Lievità e malinconia dominano, come di consueto per l'autrice, questo racconto aggraziato e pensoso.
    Grazie di questo regalo natalizio.
    Maria Grazia Ferraris.

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  2. Edda Conte, in questa delicata novella natalizia, affronta il tema più difficile del nostro essere: la fede felice.
    Con un narrato progressivamente coinvolgente l'autrice si inoltra nel sentiero misterioso della ricerca da parte di un uomo (Uno) curiosamente stanco dell'infelicità dopo aver superato le più varie e sfavillanti esperienze esistenziali. La concretezza del risultato non appaga il desiderio fortissimo di sapere se e dove esiste la dimensionalità verticale di una felicità intesa come divenire permanente e di compiutezza della fede trovata.
    Nulla di tutto questo: la Fede non esiste se non quando la si vive disperatamente o la si sogna come accade ad Uno in un libro di eccellenza aperto nell'ultimo foglio ancora bianco la ricerca si neutralizza nella Notte Santa dove tutto appare semplicemente preordinato nell'essere salvifico dell'amore celeste che illumina la Terra; il grande libro dell'esistenza si sfoglia tempo per tempo ma si ferma sull'orlo dell'ultimo foglio dove il destino ancora non si avvera e attende l'avvio misterioso del tempo concesso a ciascun vivente. Edda Conte poetessa e scrittrice di ingegno elevato ci descrive in poche pagine l'enorme conflitto interiore che stiamo subendo e che il Natale contribuisce ad avvalorare.

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  3. RICEVO E PUBBLICO

    Il racconto di Edda Conte di forte impatto emotivo, impreziosito dalla sensibilità del suo sentire, riluce di immediati e significativi contenuti umani e fìlosofici profondi.
    Una scrittrice, la Nostra, che è propensa a riferimenti nell’arte della parola che si concretizza nella metaforica interpretazione del mistero che accompagna il fluire del divenire nella ricerca della felicità o pseudo tale.
    Le parole riescono a trasformare sentimenti e stati d’animo in qualcosa chiaramente riferibile a ciascun lettore.
    Con il suo racconto l’Autrice fa volare il suo immaginifico pensiero ed affascina il lettore con il profumo e le sensazioni che lo conducono, quasi per mano, a divenire parte viva del contesto, indossando gli abiti del protagonista che, in veste allegorica, l’Autrice identifica con l’altisonante quanto anonimo “Uno”.
    Si tratta di un racconto costellato di delicate atmosfere
    sull’incognito domani nel quale l’al di là della Soglia del Nulla o del Tutto non è stato definito sull’ultima pagina, ancora bianca, del libro del “Poi”, una pagina che non potrà essere scritta se non quando l’Essenza sarà fagocitata dall’ignoto di quel “Tutto” o di quel “Nulla”.
    Complimenti Edda, grazie per avermi regalato, ancora una volta, brividi di emozioni e grazie di far parte dei miei sogni.
    Un affettuoso saluto.

    Lino D’Amico

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  4. La fabula, come ha detto la cara Maria Grazia, o il Sogno di qualcosa che si connoti con la Fede e dia senso al tempo che ci è dato da vivere, sono i bisogni di Uno e direi di... Centomila, prendendo a prestito un grande. Edda con padronanza dell'ars narrandi e con raro nerbo letterario costringe ognuno di noi a specchiarsi e a farsi domande sul senso dell'esistenza. Domande antiche, ma irrisolte. Si è tesi alla felicità e non si vuole comprendere quanto il Libro, al quale l'Autrice si riferisce, sia il dono di mordere il tempo, di assaporare ogni giorno come se fosse 'Il Giorno', senza angosce, insoddisfazioni, paure, disincanti. L'incanto è forse la vita del Circo, asserisce Edda, libera da ambizioni, da aspettative, nuova ogni giorno, come il fiume di Eraclito, libera sempre e sempre 'felice'. E sulla felicità si concretizza la ricerca. La fede dovrebbe dare le risposte, ma se le desse sarebbe priva dell'aspetto ineffabile e misterioso che la contraddistingue. Si crede per fede. Nonostante le domande senza risposta. Si crede per urgenza, per Amore, per affrontare i lampi di autentica felicità e gli infiniti momenti di quella che io definisco 'felicità difficile'. La pagina bianca che termina il racconto e che lo eleva alle stelle, è il racconto che Uno e noi centomila abbiamo scritto senza comprendere che ne valeva la pena o nella piena consapevolezza di quanto fosse bello e importante essere un granello dell'eternità.
    Ringrazio Edda per questa altissima lezione di vita e la abbraccio.
    Maria Rizzi

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  5. La narrazione di Edda Conte si snoda come una fiaba, tra immaginazione e realtà, intorno alla vita vera di Uno, uno che cerca , come tutti gli uomini, di attraversare la grande avventura della coscienza e della conoscenza. Essa non è fine a se stessa nonostante il mistero e l'edonismo con cui viene affrontata: è un percorso ad ostacoli dove Uno cerca la propria realizzazione, la felicità e, infine, se stesso. Non vi sono, in apparenza, punti di riferimento solidi e definitivi; si procede per tentativi a volte utopici e deludenti; forse esiste un libro che tutto spiega, che evidenzia le ragioni della inarrestabile corsa verso ciò non si conosce; bisogna affidarsi alla conoscenza, alla lettura di tutti i libri meravigliosi per rivivere le emozioni, le occasioni di piacere, ignorando la stanchezza che si profila all'orizzonte, forse nella libertà assoluta è il criterio del viaggio, forse bisogna giustificare il tutto con la fede, con un'utopia. Ma chi può dire di sapere cosa è scritto nell'ultima pagina del libro? Nessuno lo sa, neanche coloro che dicono di essere felici. Allora forse il mondo può essere lumeggiato dalla fede,dal bisogno di Dio. E quel Dio ritorna, senza nulla chiedere in cambio, proprio nel sogno di una notte di Natale e mostra quell'ultima pagina; è ancora bianca perchè Uno possa rinascere, riscrivendo le avventure che ancora lo attendono.
    Cara Edda, ho letto in questo modo semplice la tua fiaba di Natale. Ti ringrazio di averla proposta su Lèucade. L'ho apprezzata non solo dal punto di vista estetico, ma soprattutto per la sua intrinseca capacità a farmi riflettere su quanto quell'Uno mi raassomigli.

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  6. Vi ringrazio tutti, cari amici(Maria Grazia,Marco,Lino,Maria,Marisa) per i commenti belli e interessanti, meritevoli di ulteriori riflessioni, ma si sa...è una favola...e nelle favole si sogna sempre il meglio.
    Un sempre particolare ringraziamento al grande Amico Nazario, al quale auguro un sereno periodo di spirituale festività in seno alla famiglia.
    Lieti pensieri a tutti gli amici poeti di Leucade.
    Buon Natale!
    Edda.

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