giovedì 25 marzo 2021

CINZIA BALDAZZI: "DANTE E L'AMICIZIA"


Caro Nazario, buon Dantedì con questo mio post di FB.

Con voi tutti amiche e amici, celebrando il Dantedì, scelgo – grazie all'aiuto del professor Dario Pisano – di pensare a una delle vette della produzione lirica dantesca: “Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io”, ossia una delle più belle poesie sull’amicizia. Nel suo volume “La Firenze segreta di Dante” (Newton Compton Editori, Roma 2017), Pisano cita in proposito un commento di Boccaccio, dove è chiaro come l’Alighieri “sommamente si dilettò in suoni e canti della sua giovinezza, e a ciascuno che a quei tempi era ottimo cantore o sonatore, fu suo amico e ebbe sua usanza, e assai cose, da questo diletto tirato compose, le quali di maestrevole e piacevole nota a questi cotali faceva rivestire”.


Cinzia Baldazzi,
collaboratrice di Lèucade

"Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un vasel, ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio;
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi".
Poesia LII delle "Rime"


Nella foto in allegato, miniatura da un manoscritto della “Divina Commedia”, 1380-1400 circa, Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana.

Cinzia

 


6 commenti:

  1. Grazie, carissima Cinzia , di avere ricordato questo sorprendente sonetto.
    Il bello spirito giocoso che lo distingue ci rende più caro il Nostro Grande Poeta , ce lo fa sentire più vicino a noi.

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    1. Giusto, Edda. Nella figura storica di Dante Alighieri, da quanto sappiamo, il senso dell'amicizia fu sempre strettamente legato alla comunanza del valore poetico.

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  2. Ti ringrazio anch'io, cara Cinzia, mi hai ricordato la pubertà, quando mio padre mi fece imparare a memoria questa poesia - difficilissima per quell'età - e "Tanto gentile e tanto onesta pare". Il risultato è che le ricordo entrambe a memoria e oggi ne apprezzo interamente il valore. La tua introduzione è un grande aiuto in più alla lettura del nostro magnifico Poeta, che diede la prova più grande di umiltà togliendosi anche il cognome. Sei un critico dinanzi al quale ci si può solo inchinare. Grazie infinite per questo tributo. Ti stringo insieme a Edda e al nostro Condottiero!

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    1. È importante, cara Maria, il tuo ricordo delle poesie imparate a memoria. L'esercizio mnemonico, oggi credo del tutto in disuso nella scuola primaria, aveva un suo valore cruciale. Quanto al cognome "caduto" - hai ragione - è prova di grandezza e allo stesso tempo di umiltà.
      Grazie per averlo rammentato.

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  3. Grazie a te, Cinzia carissima, per averci fatto dono di questi versi del grande Vate,la cui lettura rinnova ogni volta profonde emozioni che scendono diritte al cuore e suonano come note di celestiale sinfonia.
    Lino D'amico

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    1. Ti ringrazio, Lino, per le tue parole: sono un invito a continuare a leggere i versi del Sommo Poeta.

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