domenica 21 marzo 2021

EDDA CONTE: "RACCONTI INEDITI"

Il profumo del tiglio


Edda Conte,
collaboratrice di Lèucade

Giornata calda...

Lei  si affaccia all'orlo del pozzo : sale dal profondo un respiro fresco.

Sullo specchio  dell'acqua ,laggiù,  vede tremula  la sua immagine che le strappa un sorriso; vorrebbe  bere quell'acqua fresca ma scuote la testa e va.

 E'  già  tardi e il cammino da fare è ancora molto.  Ogni giorno  la cercano , la chiamano, spesso con urgenza deve correre da un posto all'altro, da una casa all'altra. Di sera  tarda poi le chiamate sono così fitte che non può rispondere a tutte. "Pazienza, dice tra sé, faranno  come possono, anche senza di me."

Quando è stanca cerca il caro amico,  il tiglio fiorito ...

Si siede alla sua ombra e  l'albero sembra che l'aspetti: le fronde ricche e profumate prendono a oscillare  come in una danza lenta , riposante... Lei respira con loro e il tiglio la ristora.  Riprende il cammino,  ora  si sente pronta  a gareggiare , come ogni giorno, con  l'insuperabile regina della luce, la bella Aurora.

Anche Lei  ha grazia e splendore, lo sa, e per questo tutti l'adorano, e la cercano per fare sempre bella figura.  Dove Lei interviene il successo è assicurato, è per questo che si sforza di non mancare mai .  Ogni giorno corre e corre...instancabile!

Tra le sue doti c'è anche la gentilezza, anzi,  è proprio la gentilezza che rende completo il suo essere.  Ma il tempo non guarda in faccia a nessuno, il tempo passa, anche per Lei.

_ Tu corri troppo, amica, vuoi essere presente ovunque....attenta, ti vedo stanca...

Aurora si fa vanto della sua freschezza, con parole di sottinteso vuole mettere  in evidenza la sua superiorità. Ma l'altra  non raccoglie la provocazione, sa che ogni giorno la presenza di Aurora  nel mondo  è di breve durata. Potrebbe rinfacciarle la differenza tra loro, ma alla fine, anche se  si stanca molto , lei è lieta della sua vita. Le piace essere cercata, ammirata...certo che sì, è ambiziosa anche lei, lo riconosce.  Però il suo amico Sole l'ammira e le sorride tutto il giorno, l'ombra degli alberi la conforta, il tiglio la ristora, l'acqua delle sorgenti la vivifica, insomma la Natura  l'ama e lei ama e appartiene alla Natura. Si sente felice.

Al contrario  di Aurora Lei è sempre splendente, gioiosa, e intorno a sé sparge il piacere.

La sua felicità sta proprio  in questa consapevolezza: nessun pensiero offusca  la sua fronte liscia, nessuna preoccupazione viene a guastare  il suo eterno buonumore. Insomma  è sempre uguale a se stessa:    Lei è la Bellezza!

 Ma il mondo non è sempre uguale a se stesso. Gli uomini cambiano, le situazioni precipitano; si sospendono  le feste,  si offuscano gli incontri amorosi...si diradano anche le richieste della sua presenza. In certi ambienti, i più spensierati, i più lussuosi, lei, la Bellezza, è ancora molto ricercata, e sempre con maggiori esigenze.

 Tuttavia il correre da una parte all'altra, freneticamente, a Lei non dà più la gioia  che provava  prima, in mezzo alle giovani  di modeste condizioni, che si accontentavano di poco: un sorriso luminoso, una luce nello sguardo, una risata argentina. Il suo  dare gioia le tornava indietro moltiplicato, poiché lei stessa gioiva della gioia semplice. Ora la stanchezza , la noia, si fanno sentire come un malessere; non ci sono respiri tra gli alberi, né freschezza alle sorgenti.  Persino l'amato tiglio sembra avere perduto il suo profumo.

Bellezza sta cambiando volto, va perdendo gioia.

SE ne accorge Aurora, e un poco se ne dispiace, ma mentre  la osserva dall'alto dei suoi  colori, non resiste a vantare la sua vittoria:

_ Troppo corresti, troppa luce sprecasti! Ora ti spengi mentre io, come sempre, ogni giorno mi accendo e dò luce al mondo.

Bellezza tace mortificata. Non si sente colpevole di niente. Non è per causa sua che il mondo è cambiato. Non è colpa sua se sono sempre di più quelli che non la cercano. 

Percorre lentamente quei sentieri che prima la vedevano correre senza nemmeno  rivolgere  a loro una sguardo.  Cammina lungo un  torrente a capo chino, stanca e  rattristata.  Raggiunge una sorgente  che spesso l'ha dissetata.. Ma ahimè , l'acqua non scorre più limpida...più avanti c'è la  cascata...e non ha più la voce d'argento. Che tristezza!

Infine Bellezza  va in cerca di uno specchio.

Si specchia.  Ma ecco la peggiore delle sorprese.:  lo specchio non rimanda nessuna immagine...

 Edda Conte- 2021

 

La Piazza del Merlo Canterino

  

La Bella Magnolia quasi secolare è stata tagliata!

Merlo guarda: tutto il giardino gli sembra un deserto. Lo coglie un senso di abbandono, una privazione insostenibile di fronte  al cumulo di rami ammassati al piede del tronco rossastro, come di sangue.  I rami della magnolia, con le foglie grandi ancora forti attaccate come figli alla madre, gli ricordano giorni felici, albe e tramonti ricchi di amorosi canti. Ora c'è quel prato verde inospitale, dove non può neppure scavare  il terriccio in cerca di qualche vermetto sepolto. Non resta che andarsene. Si muove lentamente, a saltelli, di malavoglia, infine spicca  un volo disordinato e, senza allontanarsi molto, si ferma tra i rami di un platano, nella vicina piazzetta.

Sotto il platano c'è una panchina, sulla panchina due giovani abbracciati.

E' l'ora del tramonto, tra poco sarà buio.

Merlo, come tutti gli uccelli , si prepara a dormire, ma ha la tristezza in fondo al cuore e non riesce a prendere sonno.

Il capino nero si inclina da un lato in cerca del tepore tra le penne, il becco giallo trova rifugio sotto l'ala...ma il sonno non viene.

C'è un pizzicore che gli risale lungo il corpo, un piccolo fremito tra le piume del collo gli solletica l'ugola. Lui combatte con la voglia di sonno che non vuol venire.  E' ora di dormire, lo sa, glielo dice quell'orologio biologico che Madre Natura gli ha donato al momento della nascita.

C'è tanto silenzio tutto intorno, eppure c'è qualcosa che lo disturba. Senza rendersi conto Merlo ora combatte anche con la voglia di cantare...

Un chiarore diffuso laggiù, in basso, gli sollecita l'istinto sessuale..

Merlo vorrebbe  cantare al mondo il suo bisogno d'amore, ma non può , perché  ha sonno, e la lotta tra un richiamo e l'altro che partono dai suoi istinti naturali , lo stanca, lo sfinisce.

Intanto la notte avanza; il lampione sotto il platano continua a spargere la sua luce rosata su tutta la piazza.

 

Si sa che  la luce sollecita i merli al canto, e il cantare è richiamo d'amore.

 Merlo, nonostante  il dolore per la scomparsa della Magnolia, è un merlo canterino...; perché dunque stupirsi che in piena notte si sia messo a cantare?  Una voce , da poco lontano , risponde con altre note: è un canto di femmina, una femmina insonne che  risponde al suo richiamo.  Merlo si erge tutto, piega il collo come in ascolto...vola più su ; ora  è proprio  sul ramo più alto del platano.

Com'è bello , tutto nero come la notte, eretto , il becco giallo che si indovina nel suo festoso apri e chiudi al canto melodioso, forte, maschio!  Canta senza respiro, così, tutta la notte.

 

La prima luce da Oriente apre un lucore che pian piano si diffonde nel cielo pallido.  Un coro di gorgheggi desta la Natura; la  tenue brezza di terra sommuove l'aria della prima ora, mentre la Luce fa da ancella  alla splendida Aurora.  Brillano i lunghi capelli come oro fino, la veste del colore dello zaffiro  ondeggia dolcemente sui piedi rosati:  sotto i passi leggeri tutta la volta celeste si colora.

E' nato un altro giorno.

Merlo, stanco di tutto il canto notturno, balza di gioia: ha riconosciuto

la Bellissima , pensa  che sia venuta  fino lì solo per lui. E' venuta  a cercarlo, ora che non vive più sulla Magnolia...

Il suo canto si fa ancora più squillante, è richiamo d'amore , ma anche di somma gratitudine per la splendida Aurora portatrice di un nuovo giorno.

Da allora sulla piccola piazza c'è sempre un merlo che canta, giorno e  notte. La chiamano  Piazza del Merlo Canterino.

Edda Conte- Marzo 2021

 

 

 

2 commenti:

  1. Cosa dire dei tuoi due racconti, seme mio d'amore? Ripetere giova e allora parliamo del primo. Non è una favola, è una storia bellissima, che Rodari e Calvino insieme ti invidierebbero - o forse sarebbero fieri di te, visto che l'invidia è l'anti- sentimento -.
    Hai concepito partendo dal famoso tiglio, ormai amico inedulibile di entrambe per contagio spirituale, un'allegoria densa di pathos e di malinconia della
    nostra esistenza. La Bellezza è ricercata più che mai, ma non 'salverà il mondo', perchè gli uomini hanno saputo renderla povera cosa... Si sopravvive, e se l'Aurora, il Sole, le stelle e la Luna continuano ad alternarsi e a svolgere sereni i loro compiti, la bellezza ha corso tanto per ritrovarsi priva del senso profondo che un tempo le apparteneva. Il mondo è cambiato, si è sfiancato, intorpidito, e la Bellezza, quella vera, non ha più senso di esistere. Prova a specchiarsi e non finisce come Narciso, ma ancor peggio, in quanto si accorge di non esistere. Un racconto che è lezione, poesia, nostalgia del perduto e ammonimento per ognuno di noi. Un tuo autentico gioiello. Anche il secondo sembra una favola... Ho sorriso, mio Lillà, ma mi sono anche commossa. Il tuo merlo canterino,sfrattato sul platano è il simbolo, l'archetipo dei miracoli poetici della Natura. La sua storia sottende infinite altre storie: l'offesa arrecata dall'uomo alla magnolia;la capacità del merlo, elemento del Creato, di ripristinare un equilibrio, di creare altro spazio,
    non solo per vivere, ma per ricominciare l'eterna favola dell'Amore! E quale pennello hai adoperato, mia toc ad eden, per le descrizioni? 'La luce fa da ancella alla splendida Aurora': hai una giovinezza che travalica ogni immaginazione... Sei l'immaginazione! Spandi luce e crei presagi di luce! Inoltre insegni che non esiste buio che spenga il canto e l'Amore. Grazie di essere al mio fianco ogni giorno. Ti voglio un mondo di bene!


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  2. A queste parole di generoso affetto nei miei confronti risponderò in privato, perché solo alla sfera del sentimento appartengono.
    Qui, sulle pagine di questo blog che ogni giorno di più apre vasti orizzonti a chi ama la cultura e la comunicazione, dirò solo grazie Nazario e grazie Maria, che continuate a credere nella forma ideale dell'amicizia tra scrittori e poeti, i quali senza spirito di competizione scambievolmente si leggono e talora aggiungono parole di apprezzamento , o qualche utile commento che fa riflettere.
    Grazie !
    Edda Conte

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