mercoledì 5 ottobre 2022

PASQUALINO CINNIRELLA: "COMPLEANNO"

 

                               COMPLEANNO

Il tempo ai compleanni sancisce 

che ogni età avanza sempre coi giorni

che formano mesi, che diventano anni; 

e non c’è stasi ne freno, neppure

oltre l’apice valicato da tempo

dell’irto versante del ritorno.

Ancora un anno s’è compiuto,

ancora un gradino è stato sceso

e ti chiedi, magari stupito, come!

Ma non sai nemmeno

quanti pioli restano da scendere

fin quando, a te ignaro, Qualcuno

chiude a più mandate quella porta

già socchiusa alle tue spalle.

Quei cardini a guida delle gesta 

riaffiorano nel pensiero per dirti:

“tanto hai compiuto nel fare a fatica”

e stanco, pure dell’umana miseria,

con un silente addio irreversibile,

da tutti e tutto ti congedi. 

Dell’utile, forse, ne è colmo il fagotto

che più grava ancora nell’andare;

ma si farà leggero al valicare

dell’uscio verso spazi siderali,  

dove su celesti lidi planerai leggero 

per un dolce approdo

su Orion, Lira o Cassiopea.

Sarà quell’eterno anelato riposo,

quell’eterno placarsi dell’anima

al pieno ricomporsi dell’essenza.

Lug. 2022/30

Pasqualino Cinnirella

 

Cenni di lettura della poesia

IL COMPLEANNO

Di Pasqualino Cinnirella

 

In questa intensa lirica il poeta si confronta con i temi del tempo e della morte come conseguenza del trascorrere inesorabile dei giorni e come destino della condizione umana.

L’incontro con Thanatos, caro al pensiero poetico pardiniano, si riveste di pacata tristezza e di nostalgica memoria senza mai scadere nel pessimismo, ma con uno sguardo alla realtà del viaggio che ciascun uomo è tenuto a intraprendere.

Il poeta bussa alla porta del mistero con il carico dell’esperienza vitale, con le gioie e con i dolori, con il peso e la fatica del vissuto in un sano e meditato realismo reso efficace da un linguaggio elevato e contemporaneo.

“Il compleanno” scatena il senso del passato, delle cose perdute e dell’età che avanza, l’immagine di una scala da discendere fino all’ultimo gradino, la chiusura di un arco temporale irripetibile. Si sa, il tempo non ritorna e non si ferma. Il poeta medita sull’accaduto: è tempo dato ma non sprecato, ne restano i segni nell’anima e nel corpo.

 “Qualcuno” manovra l’universo dall’alto della sua onnipotenza ma il poeta è pronto a portare con sé il “fagotto” che si “farà leggero” al valicare dell’uscio verso “spazi siderali”. E lì vi sarà riposo, forse lo svelamento dell’arcano, la ricomposizione dei frammenti dell’esistenza. Si saprà la ragione del viaggio. La composizione si avvale di metafore e immagini ricche di visioni vivide.

La versificazione è scorrevole, musicale e mantiene il ritmo attraverso versi liberi e lessemi accuratamente meditati. Nel complesso questa lirica è collocabile non tanto nell’intimismo evocativo, quanto in una riflessione umanistica e filosofica.

Marisa Cossu

 

2 commenti:

  1. Pasqualino mio, hai ricevuto l'esegesi dell'immensa Marisa, così esaustiva da rendere superflua ogni parola. Sì, scendi i gradini dell'esistenza e affronti i territori della memoria e il timore dell'incontro con Thanatos. Ma la chiusa risolve con un'apertura d'ali incantevole. Sei consapevole che la Vita e la Morte rappresentano un'unica essenza, siamo fatti di carne, di sogni, di nascite e di eterni sonni quodidiani. Un singhiozzo l'attimo, una lacerazione il palpito e una fine di te nella fine di ogni amore... Bellissima la tua lirca di oro e seta. Marisa tocca vette eccelse nel lirismo e nell'attività di critico. Mi congratulo con entrambi e vi stringo al cuore nel segno del Nume Tutelare.

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  2. Caro amico, ti ringrazio per aver pubblicato su Lèucade il mio commento alla tua poesia. Un abbraccio al nostro grande Nazario Pardini e a Maria Rizzi che ha voluto soffermarsi con squisita gentilezza sui nostri testi. Un affettuoso saluto
    Marisa Cossu

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