Roberto Casati
COME ARMONIE
DISATTESE
Prefazione di Enzo
Concardi
La presente raccolta poetica di Roberto Casati, Come armonie disattese (Guido Miano Editore, Milano 2024), costituisce in sostanza, tranne per alcuni aspetti della sezione Corrotti sguardi dedicata ad accadimenti e personaggi della vita sociale e storica, una continuazione ideale, tematica ed estetica della precedente opera Appunti e carte ritrovate (2020). Colpisce anche lo sguardo del critico il successo avuto da tale libro, sempre pubblicato da Guido Miano Editore, che ha conseguito ben 53 riconoscimenti di vario tipo, come sottolineato dalla rivista “L’Araldo Lomellino” del 15 dicembre 2023, in un’intervista di Davide Zardo al poeta. Se la bacheca dei riconoscimenti è importante, per chi scrive più importanti ancora sono le motivazioni delle giurie qualificate: ne riportiamo alcune, dal momento che possono essere considerate altresì quale introduzione alla poetica di Come armonie disattese e come rassegna critica, sebbene parziale, riguardante la scrittura dell’autore.
«Sensuali metafore marinaresche per raccontare
una passione tra vento e maree. Ti viene voglia di conoscere questa donna
indimenticabile che – reale o meno che sia – seduce anche il lettore con la sua
figura sfuggente… Quelle di Roberto Casati sono poesie ricche e allo stesso
tempo leggere, scorrono con ritmo incalzante a furia di figure etimologiche che
rendono la narrazione sempre vivida...» (“Premio Letterario Nazionale EquiLibri”, Anguillara Sabazia, RM, 27
maggio 2023). «Il mare come metafora della vita. Tutta l’opera ne
fa riferimento e con uno stile ricercato ma mai ostico parla della vita e dei
sentimenti...» (“Premio Internazionale
degli Scrittori Italiani”, Prato, 6 maggio 2023). «Un’opera poetica
verticale e profonda. L’autore conosce intimamente la metrica dell’eros
descrittivo, ma non si limita al mero
esercizio stilistico, anzi scavalca le formalità e consegna al lettore una
nuova lente ottica esistenziale» (“Premio
Letterario Città di Asti”, Asti, 29 gennaio 2023). «L’Autore evidenzia
una fervida immaginazione che trova, in ogni brano, una sua giusta misura
ritmica e compositiva, dando luogo ad un’intera struttura espositiva che risulta
viva e vitale, crea attese ed emozioni» (“Concorso Internazionale di Poesia Universum Basilicata”, Potenza, 21
marzo 2022).
Da tali annotazioni
ripartiamo per l’analisi critica delle “disarmonie” casatiane, poiché tali sono
le “armonie disattese” che hanno subito una metamorfosi, come le dinamiche
“illusioni-delusioni” di tanta letteratura romantica: qui tuttavia occorre
aggiungere che la sua poesia, per taluni risvolti, visita anche le regioni
psicologiche di certo crepuscolarismo che, nel suo caso, possiamo considerare
moderno nel linguaggio ed attuale nelle nostalgie memoriali, dal momento che
lascia le porte aperte al futuro e alla speranza di nuovi eventi. Come
sottolineato anche nelle motivazioni anzidette, Casati è un lirico che ama
molto immergere il lettore in realtà rarefatte, impalpabili e sfumate, dove
l’intuizione di chi legge può giocare un ruolo importante, creando così un filo
diretto, un coinvolgimento intellettuale ed emotivo nelle dimensioni
comunicative: pare essere questa la funzione principale che egli assegna alla
poesia, anch’essa derivante dalla concezione pascoliana, ovvero da un poeta
dell’irrazionale sensitivo e misterico del periodo della civiltà letteraria
decadentistica, un grande alveo culturale sviluppatosi in Italia e in Europa
tra fine Ottocento ed inizi Novecento.
Si
sovrappongono inoltre a tutto ciò, nella poetica dell’autore, complessa e variamente
articolata, taluni ermetismi, allusioni e metafore appartenenti come
derivazione letteraria al Novecento analogico e sintetico, tipico della poesia
sorta fra le due guerre mondiali e protrattasi oltre, come reazione ideale e
formale ai toni ridondanti, retorici ed aggressivi del futurismo e del
dannunzianesimo: affermazione dei valori fondamentali dell’uomo e della
persona, sottesi talvolta ed espliciti altrove, nella concezione del nostro
(vedi ad esempio la sezione Corrotti sguardi delle sue ‘disarmonie’).
Nonostante che i pilastri fondamentali di Come armonie disattese siano
costituiti dal rapporto con l’amore e con la natura - di per sé portatori di
esigenze conoscitive e comunicative - si riscontrano nei testi del libro non
poche allocuzioni in senso opposto, cioè riconducibili alle problematiche
contemporanee dell’incomunicabilità, la cui lirica emblematica potrebbe essere
individuata in Istante sospeso, dove il verso rivelatore è: «il
rimpianto del non detto», ovvero il desiderio di ‘parlare’ e l’impossibilità di
tradurlo in azione.
Abbondano
dunque nel soliloquio poetico, nel viaggio per avventure interiori e
geografiche, nelle oscillazioni sentimentali dell’amore vissuto e ricercato,
negli sguardi addolorati sulle tragedie del nostro mondo, le incessanti
auto-interrogazioni sul senso delle cose, delle memorie, del tempo che passa,
dei messaggi del mare-mito e lezione per l’uomo navigante verso altri lidi ed
approdi. Si tratta nel complesso di liriche aperte ad una ricerca
di “passaggi a nordovest”, per utilizzare la terminologia marinara tanto cara
all’autore, per la quale il viaggio non è mai finito, ma continua sempre anche
in altre dimensioni. Il linguaggio raffinato, elegante, sottile, talvolta
ricercato ma mai accademico, dalla fonetica spontaneamente e/o volutamente armonica e musicale,
favorisce l’approccio, l’ingresso nel mondo interiore del poeta alla scoperta
del suo ‘io’: le reiterazioni dei motivi, delle immagini, delle tematiche, posseggono le
stesse caratteristiche delle anafore, quindi rafforzano il messaggio,
ricordando al lettore la necessità di procedere in profondità più che in
estensione.
Il libro è suddiviso in
quattro parti, a cui l’autore ha assegnato titoli suggestivi ed accattivanti: Ho
rubato i tuoi occhi (1), Corrotti sguardi (2), Rose nel vento (3), Scivola il
tempo della luna (4). La poesia amorosa è presente soprattutto nella prima
parte, ma ne troviamo traccia anche nella quarta. L’amore non ha spiegazioni
è forse l’unica lirica dove si cerca una soluzione definitoria, ma che non
viene trovata poiché esso è contraddizione ed antitesi: «L’amore non ha
spiegazioni, / è vento sulle labbra, / è parola fragile scritta sul non detto,
/ è senza certezze, / è lentezza di passo appesa alla nudità, / è stanchezza quando
non siamo noi. // L’amore è tutto e niente, / è voglia di vedere ancora /
naufragare le vele oltre Capo Horn». Tutto l’altro è contemplazione di lei, a
partire dagli sguardi: dentro ai suoi occhi la notte riapre il discorso; negli
occhi del poeta lei troverà sempre intatto l’amore degli inizi; lui riconosce
gli occhi di lei negli attimi di silenzio. Per continuare con il tempo dei
ricordi nei momenti d’assenza, con la memoria di lei come la ragazza dei baci
perduti, con il bruciore degli abbracci mancati. Per finire con le originali
immagini del suo erotismo pudico: «... Nello stanco tepore di ceneri / parole
disordinate / segnano la notte di vento. // Rivelando tracce / di intravista
nudità a prima mattina» (Dentro stanche follie); «... Ciò che resta /
sono semplici inseguimenti, / attimi svelati / dalla luna sul tuo seno» (Dilagano
verso sud); «... così che io ti senta vicina / sulla linea dove combattono
le tue gambe...». (Lascia aperta la porta).
La seconda parte, come già
sottolineato in precedenza, contiene liriche che si discostano dai soliti
motivi della poetica casatiana, e che la trasformano dunque in canto di
testimonianza ed impegno civile, nonché in memoria storica e solidarietà verso
vittime di calamità naturali o di responsabilità umane criminali, sia
individuali che collettive. Tali sono le
composizioni scritte nel periodo della pandemia (i «giorni strani e folli», «il
senso, / il valore delle parole e degli abbracci» dimenticati, il vuoto
dell’assenza e della distanza, la scoperta della fragilità…). Quelle sgorgate
dall’anima in corrispondenza dell’invasione dell’Ucraina («… brucerà la notte e
sarà / come fosse giorno, farà urlare / forte di dolore la madre colpita al
cuore…» (Sbattono forte le persiane); le altre vergate in memoria di tutte le donne vittime di
violenza e in particolare a Giulia Tramontano ed al suo piccolo che portava in
grembo. Ed ancora rientrano in questo capitolo eventi come la strage
neofascista alla stazione di Bologna; la morte di Masha Amini in Iran,
colpevole di non indossare «correttamente l’hijab»; l’alluvione in Emilia
Romagna; la strage di Ustica del giugno 1980 (a Rosa De Dominicis, assistente
di volo); l’attentato al giudice Borsellino da parte della mafia siciliana (a
Emanuela Loi componente della scorta).
Le Rose nel vento (terza
parte) profumano di momenti memoriali che poi ritroveremo sparsi anche in Scivola
il tempo della luna (quarta parte). Sono rivisitazioni e nostalgie di varia
natura che vanno dal ricordo di baci a ritorni verso casa; dagli affetti perduti
alla dipartita dolorosa della madre, alla rievocazione dei giorni felici dei
giochi d’infanzia, senza pensieri e senza solitudine (Quel cortile era un
puzzle). I percorsi della memoria risvegliano riflessioni sul tempo: «... ciò che resta / è l’attimo
ritrovato ieri. // Domani saremo già / così lontani da qui» (Così
lentamente bianche). È un panta rei che tuttavia gonfia le tue vele
se «...sei anima libera / nel mare sterminato del tempo» (Vorrei essere come
te). Ma la legge degli opposti s’impone forte anche in queste dimensioni
che sfiorano l’astratto, così ecco apparire alla vista del poeta un tempo
disabitato, paesaggi desolati e un senso d’estraneità in un mondo forse sempre
più incomprensibile (Forse domani ancora).
Il poeta, fedele a se stesso,
può concedersi ancora sogni e fantasie: c’è Dragut, corsaro ottomano del 1.400;
Gibilterra e gli echi lontani dei mari del sud; il non visto che ancora attrae
nonostante i percorsi senza meta; l’ultimo viaggio misterioso dove regna un
agnosticismo senza sbocchi… e la compagnia delle lettere, forse più concreta,
che s’incarna in Cesare Pavese, Pablo Neruda, Milan Kundera.
E lasciarsi catturare dalla contemplazione della natura, finché l’eternità del mare sarà dentro di noi.
Enzo Concardi
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L’AUTORE
Roberto Casati (Vigevano,
PV, 1958) si è occupato di informatica
gestionale. Ha pubblicato i libri di poesie: Amore e disamore (1984), Roma
e Alessandra (1986), Coincidenze
massime (1988), Ipotesi di fuga
(1992), In navigazione per Capo-Horn
(1999), Carte di viaggio (2016), Appunti e carte ritrovate (2020). Ha
conseguito molti premi e riconoscimenti; tra i più recenti ricordiamo il primo
posto al "Premio Letterario Internazionale Tulliola-Renato
Filippelli" del 2023.
Roberto Casati, Come armonie disattese, prefazione di Enzo
Concardi, Guido Miano Editore, Milano 2024, pp. 164, isbn 979-12-81351-31-8,
mianoposta@gmail.com.
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