Ines Betta Montanelli: L'assorte tenerezza della terra. Bastogi Editrice Italiana. Foggia. 2013. Pp. 118
<<... Sì!,
perché il mistero dell’ignoto c’è tutto in questi versi, è umano; la paura del
precipizio c’è, e ci deve essere per rendere la poesia naturale e terrena. Ma
c’è anche una reazione, una reazione affidata al misterioso gioco del canto,
che commuove e convince; che prende per mano l’autrice e le dice: “Tu sei
questa! Questa è la tua forza. E non puoi chiudere qui la magnifica avventura
di una storia. Scrivimi! Leggimi! E rincuorati! È tutto qui il nerbo
dell’esistere. Ed io ti prometto, credimi!, ti prometto vette che avranno il potere
di sfiorare l’azzurro e di guardare il mondo, pur bello che sia, con animo
quieto, come una piccola cosa fuggevole, in vista di eterni spazi.”.
E
forse quell’azzurro sublime, come l’anima della poesia, non è detto che non venga
illuminato da un raggio divino che proprio nei momenti più tristi sa invadere i
nostri cuori e darci speranza... >> (Dalla prefazione di N. Pardini).
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