domenica 18 maggio 2014

GIUSY FRISINA "L'ISOLA SENZA TEMPO"


SU L’ISOLA SENZA TEMPO  DI
GIUSY FRISINA


Sandro Angelucci
Nota critica di Sandro Angelucci, 
collaboratore di Lèucade 

Scorgo - ma tengo a precisare che si tratta soltanto di una delle possibili chiavi interpretative di un testo che ritengo polisemico e, proprio per questo, sintomatico di autentica poesia -. Intravedo, dicevo, in questa prigionia sull’isola “della chiave perduta” quasi una condanna, dal sapore dolce-amaro però, come la caparbietà di quelle rocce che ne delineano la costa “che pure vuole solo mare da amare”.
Ecco, allora, che lo “strano incantesimo”, messo in atto da Dio e sua figlia Poesia, finisce col rappresentare, da un lato, la condizione umana dell’esistenza e, dall’altro, i limiti imposti alla nostra conoscenza da un disegno divino che non possiamo decifrare ma sappiamo essere un progetto d’amore.
Ĕ con questo progetto che gli “allievi migliori” debbono confrontarsi, godendone e patendone nel loro breve ma impareggiabile transito terreno.            
                                                                Sandro Angelucci





L'isola senza tempo

Siamo rimasti
prigionieri dell'Isola
detta "della chiave perduta"
dove più tempo non esiste
per uno strano incantesimo
voluto da Dio
e da sua figlia Poesia.
E solo per noi
l' attraversano tempeste e
alberi di navi si squassano
sulle rocce ostinate
dolci ed amare
con spruzzi d'acqua e vento
sulla costa che pure vuole
solo mare da amare
fino al suo sogno
madido e pazzo di sé
ormai senza alcun pianto
né alcun rimpianto di noi:
i suoi migliori allievi


da "Dove finisce l'amore"





Dove finisce l’amore (anteprima)

L’amore cantato da Giusy Frisina  si dispiega in un ininterrotto susseguirsi  di innumerevoli “misteriosi scenari del desiderio” che compongono lo spazio onirico, visionario  e  il tempo ondivago e straniante  di una erranza senza fine. La sua poesia diviene allora un intermittente, frammentato, eppure eloquente diario di bordo di un viaggio che è peregrinazione ed esilio, una  navigazione  senza approdi, senza ormeggi , che traccia percorsi  effimeri e tortuosi in un altrove in cui  terra, cielo e mare si confondono (dalla prefazione di Gavina Cherchi).



Le parole del Vuoto

Questo Vuoto troppo pieno
di inutili stelle
mi ha chiesto di liberarlo
 e di ascoltare -
semmai parlerà il Silenzio
che lo rappresenta -
se vorrà farlo -
altrimenti  parlerà la Solitudine -
se ne sarà capace -
o se non potesse nemmeno Lei -
per il troppo pianto -
parlerà il Pianto stesso -
ma avrà bisogno della Luna
che lo raccolga come un piatto
se questa non sarà intenta -
al suo  solito -
a rispecchiare le stelle.



Veglia d’ottobre

A due passi dal buio
Eppure così viva
Come  un sole di mezzanotte
Con ghirlande di luce ancora avvolte
Nei veli preziosi dei sogni
Così veri da sembrare finti
Affacciata sul bordo
Mi trattengo dal salto
Salutare o fatale
Ma  per l’angoscia di non trovarti
Rischio  una fine rovinosa.
Eppure so (finché so di me)
Che ciò che importa è vegliare
 Non  perdere le tracce del cuore
Non cedere all’oblio per più di un ora
E avventurarsi ogni tanto
Sui sentieri  non praticati
Dei boschi perenni
Da cui fanno talvolta capolino
Nelle oscure sere sospese
Dal tempo e dallo spazio
I tuoi misteriosi messaggeri




Ultimo idillio

Nascosti  nella penombra
Guardando l’ultimo  Sole
Sulle bianche case  mediterranee
Più eterne di noi
Un fotogramma di Bellezza
E un raggio di tenera spada
Dritto  nel cuore dall’Iperuranio
 Soli  insieme controluce
Nel  tardo pomeriggio come nella verità
Di  un’indimenticabile estate greca
Vestiti  di vento e mare
Accoccolati  sui gradini del nulla
Ubriachi  di una felicità
Così  profonda e inesistente
Da  non potersi afferrare



Inizio d’estate

Sorridi,
nonostante  le pietre
e gli  sbagli:
sta iniziando la calda estate
che tutto scioglie nella bianca spuma
dell’onda che ti insegue
e ti consola – sia pure con un morso di medusa --
Ma è la canzone del mare che straripa
con  la luce più folle del tramonto
e tutto quello che dobbiamo chiamare
Bellezza -- malgrado tutto --
Malgrado le fosse e i cumuli
del cuore
E la montagna di nebbia
e rabbia
che la mente  innalza
senza più facili contorni.
E tutto il resto, fuori.
Solo  il mistero della brezza d’estate
che ci  salva --  ancora.





Canneti

I canneti lungo il mare
sanno tutto di noi.
Sentinelle dell’immaginazione
osservano la distesa blu
affacciati oltre
Dritti alfieri oscillanti
al vento maestro
Sono l’eterno desiderio di durata
E  movimento
Interna ed esterna armonia
Aspirano alla gioia
di una contemplazione pura
Che è sempre danza.




Giusy Frisina è nata in Magna Grecia.  Si  è laureata in Filosofia all’Università di Messina ed ha successivamente conseguito una specializzazione in psicologia  presso l’Università di Siena. Abita a Firenze e  insegna Filosofia al Liceo Classico Galileo. Ha scritto vari articoli e racconti per la rivista online Domani Arcoiris TV diretta da Maurizio Chierici.  Diverse sue poesie sono state selezionate e pubblicate su antologie come Poesie del nuovo millennio, Habere Artem  e Parole in fuga, a cura di Aletti editore. L’amore per la poesia e la musica di  Leonard Cohen hanno dato origine alla raccolta bilingue Il canto del desiderio(Edarc, 2013). Un’altra sua raccolta, già segnalata al Premio Letterario Ibiskos 2012, è  stata recentemente pubblicata col titolo  di Onde interne (ilmiolibro, 2013). Di prossima uscita la sua ultima silloge dal titolo Dove finisce l'amore, a cura di Teseo editore .

1 commento:

  1. Ringrazio Sandro Angelucci del suo commento che arriva direttamente al "centro"(al cuore è troppo ?) dell'isola senza tempo, ovvero "senza chiavi"...ma è come se i protagonisti siano rimasti imprigionati e non possano più ripartire.. E' una condanna o un rifugio quell'isola?.Mi pongo ancora dal punto di vista di chi è solo in parte consapevole di quello che scrive, senza scomodare per questo il poeta visionario.E non so rispondere, perché nel linguaggio polisemico - più o meno inconscio - della poesia possiamo trovare anche l'ambivalenza dei sentimenti , e l'impossibilità di prendere una volta per tutte una decisione...E' questa la libertà, è questo il dolore. Ma la "chiave" che mi è stata data ora mi apre una piccola porta nella roccia , mi fa vedere più a fondo quello che già sapevo...Sì è una piccola chiave fondamentale. Ma per rimanere ancora lì, nella ricerca di Dio (e di sua figlia Poesia). Non c'è altro, insieme ovviamente alla comunicazione filosofica che proprio sull'isola si è aperta..

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