Ninnj Di Stefano Busà
Ninnj Di Stefano Busà : “Soltanto una vita” (romanzo) Ed. Kairòs – 2014 – pagg. 230 - € 14,00 –
COMUNICATO-STAMPA
Grande
affluenza di pubblico alla presentazione del primo romanzo della scrittrice
Ninnj Di Stefano Busà. Ieri 16 maggio è stato presentato al Circolo della
Stampa di Milano la sua ultima fatica letteraria: SOLTANTO UNA VITA. Un
pubblico attento e disponibile a recepire il valore culturale di questa
scrittura, oltre che il messaggio che l’autrice intende mandare a chi lo legge.
Ha
avuto come relatori due protagonisti della storia letteraria di oggi: Franco
Campegiani critico, filosofo, saggista e Ivan Fedeli un altro grande interprete
della pagina poetica contemporanea.
Entrambi,
in chiave diversificata hanno rilevato i punti salienti del libro, affrontando
da diverse angolazioni la potenza espressiva della scrittrice.
Fortemente
impregnato di lirismo, il romanzo ha saputo mantenere in asse l’equilibrio
perfetto della sua trama, una saga familiare che si snoda tutta all’insegna dei
sentimenti ineludibili che oggi sono deteriorati e rarefatti al punto tale da
essere quasi assenti. Una società che bandisce i valori familiari, li depaupera
e li mortifica da giungere a toccare il declino di essi.
Le
mode sono cambiate, la scrittura ha assunto toni sarcastici verso i veri
sentimenti, immettendo sul mercato editoriale tanta fuffa, sconcezze, e
volgarità, giustificandone l’introduzione come un cambio epocale, una
trasformazione della società, che giunge a mascherare se stessa con temi
scadenti, di dubbio gusto e di estrema decadenza, perché priva di valori che la
nobilitano. L’autrice è andata controcorrente: ha saputo a piedi nudi entrare
in un tempio di bellezza, di verità e amore e trascinarsi dietro adepti (pochi
ormai) che credono in un rinnovamento,
un rinascimento dei valori della famiglia.
L’autorevole
prof. Nazario Pardini autore della prefazione è stato più volte ricordato per
l’eccezionale introduzione all’opera, che ha saputo in modo eccelso, con grande
competenza e compiutezza manovrare la trama del romanzo e felicemente
penetrarlo. Un libro come pochi, davvero da leggere e da gustare per le
numerose annotazioni, riflessioni, osservazioni che, oltre a farne un romanzo
piacevole, riesce a dare con semplicità e dovizia di particolari, molti
interessanti spunti, predisponendo a quella ricchezza interiore cui ogni
individuo, per sua precipua necessità ambisce, senza deludere la lettura di
nessuno, ma anzi introducendo il significato vero, profondo dei moti dell’anima.
Si
tratta di una scrittura alla quale non si giunge quasi mai alla prima prova
d’esordio, ma dopo lunga, incessante preparazione, un lavoro di esperienza con
un labor limae, e molto tirocinio in campo linguistico. Ma ci piace riportare la parte finale della Prefazione di Nazario Pardini per mettere in ulteriore evidenza il rapporto fra Scrittori ed Editoria, e soprattutto, la grande forza poetico-narrativa di una scrittrice che ha dato una vita alla scoperta del verbo e dei suoi magici sensi iperbolico-allusivi; dei suoi congegni misteriosamente energizzanti, impossibilmente possibili: " … L’intreccio va avanti rapido e
avvincente, suasivo e trascinante. Si legge tutto di un fiato. Ma non tocca a
me concludere la storia. Anche per non togliere il piacere della lettura al
fruitore. A me tocca invece dire che la grande editoria dovrà, sicuramente,
porre attenzione a quest’opera pregna di vita e di creatività; di problematiche
sociali e ambientali attualissime. I personaggi sono delineati con tale
realismo visivo, da darci l’idea già di un film in proiezione. Sì!, si dovrà
porre attenzione a questo romanzo da parte di certi editori alla scoperta del best seller. Perché qui c’è un valore
aggiunto in più: la penna di una grande poetessa che da una vita offre tutta se
stessa alla ricerca del verbo e dei suoi innesti per trame ricche di pathos ed
energia creativa. A voi la lettura perché vale più saper leggere che saper
giudicare. Noi possiamo solo riportare la conclusione emblematica dell’opera;
conclusione che ha tanto della filosofia umana della scrittrice. Un leitmotiv che lega le vicende come lo fa
un tema musicale di sottofondo in un’opera lirica pucciniana: “Non passi per troppo mieloso il concetto che
Dio è la fonte, noi siamo la gola riarsa: il nostro limite è la sete
inestinguibile, impetuosa e inarrestabile, abbiamo bisogno di lui per
dissetarci.
Siamo soltanto una vita, nient’altro...”. Credo non vi possano essere
espressioni più immortali".
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