sabato 7 gennaio 2017

MARIA GRAZIA FERRARIS: "POETI CHE SE NE SONO ANDATI"


Maria Grazia Ferraris,
collaboratrice di Lèucade

2016: Poeti che se ne sono andati …

Tra il mio pollice e l’indice riposa
la tozza penna. Scaverò con questa. (S. Heaney)

V. Zeichen

G.Orelli

D.Fo

N. Risi

I PARTE- I Poeti: V. Zeichen, G.Orelli, D.Fo, N. Risi

Quest’anno trascorso-2016- ha ricordato e visto la definitiva partenza di poeti che lasceranno un grande vuoto in chi ama la poesia. Ricordo Valentino Zeichen (1938-2016), straordinario personaggio, di origine fiumane, vissuto a Roma, poeta antiretorico,disincantato, anticonformista, ironico ed antilirico, che, pur trasferendo sempre tutto il suo canto  in prospettiva universale, assorbe e digerisce la dimensione autobiografica  di una vita segnata da eventi tutt’altro che normali;  Nelo Risi (1920- sett. 2015) , poeta e regista, con una storia poetica che nata nella Linea Lombarda, percorre la penisola e guarda alla poesia francese, dall’inizio lombardo alla "poetica dell'usuale", intesa a cogliere le contraddizioni, le assurdità, le mistificazioni del nostro vivere quotidiano, in  fuga dal fatto personale, con toni volutamente minori e svagati, fa seguire opere in cui l'impegno politico si fa sempre più orientato e dove vengono elaborate nuove forme espressive come, tra le altre, l'utilizzo di linguaggi settoriali diversi, dalla pubblicità al gergo politico; Giovanni  Orelli( 1921- dic.2016) poeta intellettuale e coltissimo, ticinese, scrittore in lingua italiana di pazienti maturazioni, che ha sperimentato in prima persona ed in modo inesausto gli stili e i generi più disparati: dalla narrativa alla poesia, dal tragico al comico, dalla lingua al dialetto. Per non parlare poi delle sua voracità di studioso e di lettore, interessato di stilistica, semiotica, filologia, filosofia, poesia, grammatica, filosofia, etnologia e politica. Orelli sapeva coniugare i fitti riferimenti colti presenti nei suoi testi poetici, fino alla citazione e alla ripresa, con il gusto per i temi concreti, che acquistano col tempo una dimensione narrativa. Frequentissimi nei suoi testi poetici la predilezione per il sonetto, i giochi verbali, tecnici, di bravura sul significante. Ha lasciato pagine di grande impegno civile nel segno dello sperimentalismo linguistico caro a Gadda e ancor prima a Carlo Dossi.
E non possiamo dimenticare Dario Fo (1926-  2016), il menestrello d’amore, artista "scomodo", anticonformista, coi suoi personaggi presentati sempre in un'ottica rovesciata, opposta a quella comune,  premio Nobel 1997, con la motivazione: “Perché, seguendo la Tradizione dei Giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.. e  la sua più famosa  "giullarata" Mistero buffo, una fantasiosa rielaborazione di testi antichi in grammelot, linguaggio teatrale che si rifà alle improvvisazioni giullaresche e alla Commedia dell'arte, traendone una satira tanto divertente quanto affilata.  Ma soprattutto per Lu Santo Jullare Francesco, il lavoro sulla vita del Santo di Assisi  in cui  emerge un personaggio provocatorio e coerente, coraggioso e ironico che Dario Fo illumina con tutta la sua giullaresca maestria e  che permette accostamenti alla figura dell’ attuale Pontefice, con l’ elaborazione di  un’immagine non agiografica del Santo umbro, attraverso un’indagine su testi canonici del Trecento e documenti affiorati negli ultimi tre secoli e ripassando le antiche narrazioni della tradizione.

Una poesia per ciascuno di loro, a ricordo.
Valentino Zeichen-  
La mattanza della Bellezza

All’avvistamento della Bellezza
appena una polena che fende l’onda,
e all’istante sull’occhio critico
cala la benda nera del pirata
affilata cortellessa tra i denti
e inizia l’allegra mattanza
della sirena nella tonnara.
Ma in ambito letterario
l’innominato pratica il volontariato!
E rianima sperimentalisti smorti.
*
Giovanni Orelli
Da Quartine per Francesco. Un bambino in poesia

Una pozzanghera è per te un mare immenso
e zam giù con i piedi, due o mille, a sguazzare.
Per me les jueux sont faits, niente più mare.
Questa la differenza tra te e me, immensa.

Essere vecchio è brutto, dicono alcuni vecchi,
uno di quelli io. Ragione hai tu che credi
nella pozzanghera. Rimettici i piedi,
guardala come del tuo avvenire bello specchio.
*

Nelo Risi.- 
Saprò annodarmi la cravatta a farfalla?

Saprò annodarmi la cravatta a farfalla?
bilanciare d’un sol colpo le bretelle
dietro le spalle? questo non altro
diceva il me stesso turbato quando
il mattino saltavo piedi nudi sul loro letto
e assistevo al rito
accucciato nello stampo ancora caldo
ignorando la mamma cui stavo accanto
per il papà riflesso nello specchio
col rasoio a mano libera
su una guancia insaponata -
stranamente quel gesto veloce
mi ridava la stessa fiducia
della volta che mi tenne ben saldo tra le gambe
che mi tolse in due colpi le tonsille
e un fiotto del mio sangue
si rovesciò sullo specchio frontale
per un attimo accecandolo.
*
Dario Fo
A Francesco d’Assisi

Altissimo mio Signore,
Dammi la forza di portare come dono ai miei fratelli questo tremendo peso che è la pace,
seppellita fra le pietre dell'immenso dirupo.
Così finalmente si riuscirà a capovolgere l'odio amaro in delicato amore
e gli offesi di nullo cruccio proveranno,
ma bagnati in una fonte d'amore si troveranno.
Segnami dove sta l'errore e ponimi nella mano la verità,
che io a quelli la vo traducendo.
Conducimi nel gretto del fiume, dove grida il disperato,
che io co' lazzi da te appresi lo vo blandire Da' me il danno che stai per gettare agli uomini,
ma giungici appresso la forza di sopportarlo.
E ti prego accoglimi quando in morte verrò da te,
ma stando discosto per non darti disturbo in eccesso.
*
  
2^PARTE- Le donne: J.Insana,  M.Ferrario Denna, D.Lessing


J.Insana
M.Ferrario Denna



D.Lessing

Tra le donne se ne sono andate in silenzio la poetessa Jolanda Insana,(1937-2016), messinese di origine, scoperta, valorizzata dal poeta-critico milanese Giovanni Raboni e studiata via via con sempre maggiore interesse da numerosi critici letterari, vincitrice di premi prestigiosi  ed importanti come nel 2002  il Premio Viareggio per la poesia e  il   Giovanni Pascoli, 2009; è presente  in numerose  antologie, tra cui Poesia femminista italiana, ed. Savelli, 78, e Poesia degli anni settanta, Feltrinelli, 79.
Si è dedicata nella sua vasta cultura alla traduzione di vari classici e autori contemporanei, dal greco e dal latino. Tra di essi:  Saffo, Plauto, Euripide, Alceo, Anacreonte, Ipponatte, Callimaco, Lucrezio, Marziale e del medievista Andrea Cappellano. Ha inoltre adattato in versi alcune opere di Ahmad Shawqi e Aleksandr Tvardovskij. La sua è poesia nata dalla cultura e dalla tradizione popolare, nelle sue fonti sia filosofiche che teatrali, mediati però da una profonda conoscenza della letteratura, non solo italiana La sua sintassi è nervosa, la ricerca lessicale volge al parlato e al dialetto, quasi a ricreare un’antica poesia aulica..
 “Violentemente connotati d’espressionismo, i lemmi della Insana sono perle in un bric-à-brac
tragicamente barocco, particolari di uno scenario da opera dei pupi, da teatrino sboccato e atroce, rabbioso, sensuale, moralistico, eccitato da neologismi come i seguenti: gabbo, baccalara, minchia, bravanteria, strambatizza, incrugnata, sciarra, stuti, menzognera  … dell’area linguistica siculo-calabra.” Si fa strada infatti nella poesia insaniana «l’alternanza, il gioco teatrale e il divertito travisamento di morte e vita», visibile non solo in alcuni dei suoi celebri versi : “pupara sono /e faccio teatrino con due soli pupi
lei e lei/lei si chiama vita/ e lei si chiama morte”

Il 13 dicembre 2016 ci ha lasciato anche la lombarda Marisa Ferrario Denna.(1945-2016)  che è stata poetessa di talento, anche se un po’ misconosciuta, appartata, apprezzata dai suoi lettori per la pacatezza del dettato, l’acutezza delle intuizioni liriche e anche sociali, senza mai accendersi di livore contro qualcuno o qualcosa, con pari acutezza d’intelligenza e di  cuore, unite  alla capacità di cogliere il senso nascosto della vita e delle opere e i loro enigmi. ma sempre vigile sulle opportunità che la vita può offrire, anche nel quadro generale di difficoltà e delusioni che ognuno riceve inesorabilmente nel corso dell’esistenza. 
Ha messo in risalto la difficile situazione in cui versava la donna fino a ieri (a maggior ragione, se artista) che non godendo di autonomia economica né della possibilità di gestire la propria vita sessuale, veniva generalmente ridotta a ruoli subalterni, quando non privata d’ogni diritto, come ci dice nei suoi Ritratti in controcampo,dove privilegia i ritratti femminili
Qui la parola resiste con una arcaica durezza, conosce lo scontro quotidiano con l' esistenza, non rincorre i sentieri della "maniera", non si perde nelle stanze del nulla. In questo segna la continuazione con le raccolte poetiche che l’hanno preceduta( Frammenti da una miopia, Male di luna, Imprudenti viaggiatori, Il sole d’inverno…) E' iscritta nel respiro non scalfibile del vissuto. Tutto suo è il velo di pianto con cui osserva le case, i vecchi cortili, le ciminiere, le fabbriche, i fiumi impuri: i così' inamabili ma pure amatissimi luoghi dove ha vissuto e i suoni del suo aspro dialetto.
Tra i premi Nobel che ci hanno lasciati non possiamo dimenticare la famosa scrittrice inglese Doris Lessing (1919 -2016), principalmente autrice di numerosissimi romanzi, che offrono  un lucido sguardo sul mondo, non privo di passione critica e di scetticismo, caratteristiche  che fanno delle sue opere un ideale ponte per tentare un dialogo con la storia e la coscienza critica, ma non aliena dalla poesia, che pure ha praticato con parsimonia, e pubblicato in pochi libri non tradotti o ormai  introvabili. Leggere le sue poesie può aiutarci a comprendere meglio le parole a lei familiari e a “vedere”il mondo che ci circonda con occhi nuovi, accompagnati per mano dall’autrice stessa, e dalle sue inconsolate meditabonde visioni.
Una poesia a ricordo:

Jolanda Insana- 
Non cardo né canto

Non cardo né canto e non penelopo al telaio
Perché slittata per troppo tendersi la corda perpetua della girella
Non riavvolgo tautologie e le scombino infedelmente
E ricomincio a nutrirmi non imboccata né imbeccata
E finchè piccolo orologio scandisce le ore
Acquaderno pagine e foglie e non sarai certo tu
Che mastichi erìsamo a imbudellarmi.

*

M. Ferrario Denna
L’Olona

Di quello che una volta fosti- fiume-
gora rimane, putrido liquame,
ristagno di una fonte inaridita.
La valle che d’Olona prende il nome
scarna rinverde tra robinie e spini.
Schiuma la bava dei rifiuti urbani
lungo romanici detriti invano:
slavate sponde di una giovinezza
che mai non ebbe per approdo il mare.
Restano sassi, ciottoli di vita,
sterili forme di un informe andare.
Se mai potesse verde d’innocenza
ridare linfa al tuo cammino stanco,
me stessa rivedrei, lo svelto passo,
che l’onda infranse dentro un marcio bianco.
*

Doris Lessing
Oh ciliegi, siete troppo bianchi …

Oh Ciliegi, siete troppo bianchi per il mio cuore,
e tutta la terra è imbiancata dalla vostra morte,
e tutti i vostri rami vanno a immergersi al fiume,
e ogni goccia sta cadendo dal mio cuore.

Ora, se c’è giustizia nell’angelo dagli occhi lucenti
egli dirà “Basta!” e mi porgerà  un ramo di ciliegio.
L’angelo con la barba, deciso e diretto come una capra
alza il muso ruminante e lentamente mastica in faccia alla neve.

Capra, devi stare qui?
Devi stare ferma qui?
Starai sempre qui,
a prova di fede, a prova di innocenza?
*
Il paradiso dei poeti li accolga generoso

Maria Grazia Ferraris





8 commenti:

  1. Non si può fare a meno di commentare tanta potenza rievocativa e tanto acume interpretativo. Uno scritto di grande vicinanza umana e poetica che senza dubbio dà sostanza ulteriore a questo valido blog di cui la Ferraris costituisce un pilastro solido. I miei complimenti.

    Prof.Angelo Bozzi

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  2. Maria Grazia, per questo dono di Natale-Anno nuovo, ti sono veramente grato: E' un affresco che non si consumerà con le memorie di un tempo breve.
    Umberto Cerio

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  3. Quale modo migliore di questo per ricordare un anno che ci ha lasciato tante amarezze e delusioni? I poeti sono la voce della speranza, anche quando, paradossalmente, sottolineano il male di vivere da cui siamo attanagliati. Dalle loro menti e dai loro cuori si alza sempre e comunque un inno alla vita. Grazie per questo dono.
    Franco Campegiani

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  4. Lodevole davvero, e dovuto, questo ricordo/recupero operato dalla sensibilità e dall'accortezza di Maria Grazia Ferraris, opportunamente corredato da materiale illustrativo ed esemplificativo.
    Si vive anche nel ricordo, come ci insegna Foscolo e, prima di lui, il grande poeta latino Orazio.
    Grazie per questa proposta a Ferraris e a Pardini.
    Pasquale Balestriere

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  5. Versi esemplari a ricordo di grandi poeti scomparsi: straordinaria Ferraris , critica, interprete, scrittrice di eccellenza e sensibilità
    impareggiabili.Le tue parole hanno le ali per salire al cielo.
    Leggerti è sempre un immenso piacere. Grazie.
    Edda Conte.
    Edda.

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  6. Ti ringrazio molto, carissima Maria Grazia, per questo viaggio nei versi e nel ricordo dei poeti che ci hanno da poco salutato. Ci lasciano molto, così come la tua preziosa penna che è sempre lì, pronta ad aggiungere bellezza. E, come affermava Paolo VI rivolgendosi agli artisti nella chiusura del Concilio Vaticano II: "questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non cadere nella disperazione"
    Ti abbraccio.
    Sonia Giovannetti

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    1. Grazie a tutti gli amici e le amiche che come me sanno vedere in questo mondo poetico la speranza della Bellezza e della Poesia: Forse non salveranno il mondo, ma ci aiutano a vivere.

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  7. Un lavoro superbo il tuo, mia carissima Maria Grazia. Il tempo 'liquido' che viviamo induce a dimenticare.Tu con l'analisi attenta, professionale e ricca di sensibilità letteraria, ci ricordi che l'arte è... Dio che ha nostalgia degli uomini. E noi abbiamo il dovere di essere fedeli a tanta Arte. Di continuare a vivere gli uomini e le donne che hanno reso, che rendono grande il tempo appena vissuto, come ombre che danzano in cerchio nel crepuscolo. Più andiamo avanti negli anni più riusciamo a vederle chiaramente. Complimenti vivissimi e buon anno!
    Maria Rizzi

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