Non so contare i giorni
D esilio e di silenzio.
Che certo ho meritato
Per ogni complimento
Perdona questa vecchia scribacchina
Che con l’età si è fatta vanitosa
Specchio mio bello specchio
Dimmi che sono viva
Che avrò sempre la vena
Che non sarò mai sola
Perdona questo errore
banale di Narcisa
Che ignora la misura
Fino a venire a noia
a soffocarti a colpi di parola
Fino a farti costretto
a dirmi per pietà non ce la faccio
Perdona questa donna
Che ti ha troppo preteso
pestando i versi sul tuo pavimento
Come talvolta si pretende un padre
Perdendo in te l’amico anzi il fratello
Anita ha il potere di comporre evitando figure retoriche eppure mantenendo una vena poetica straordinaria e riconoscibile. Ecco l'ultimo aggettivo credo che connoti il suo lirismo, in quanto è identificabile per le proprie inconfondibili caratteristiche. Scivola sul fiume dell'esistenza, leggera e determinata e si racconta senza falsi pudori. La Poetessa e la Donna si fondono. Sempre. In questa lirica sembra incolparsi del proprio esilio. Recita: "Perdona questo errore / banale di Narcisa /Che ignora la misura" e commuove la sua genuinità. Versi come questi non si commentano, si leggono, si ascoltano, si rispettano e si amano. Complimenti amica mia! Ti stringo insieme al nostro Capitano.
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