Pier Paolo Dinelli
CARAVAGGIO
DALL’OMBRA AL DETTAGLIO
Recensione di Enzo Concardi
Questo volume di Pier Paolo
Dinelli è una preziosa, dotta e innovativa ricerca sulla figura e l’arte
del Caravaggio,
attuata mediante una lettura psicanalitica essenzialmente freudiana, che tende
a mettere in risalto le strettissime connessioni tra la mente, l’anima, la vita
di Michelangelo Merisi ed appunto le sue raffigurazioni pittoriche, con un
diretto rapporto di causa-effetto. Pubblicato recentemente dalla Casa Editrice
Miano di Milano, con un’accattivante copertina a colori che pone in rilievo un
particolare della Cena di Emmaus, contiene un’analisi
dettagliata di ben 68 opere dell’artista lombardo, che il lettore potrà
consultare liberamente. Già Leonardo da Vinci –
circa un secolo prima in epoca rinascimentale – aveva scritto che
«il bono pittore ha da dipingere due cose principali, cioè l’homo e il
concetto della mente sua. Il primo è facile, il secondo difficile perché s’ha a
figurare con gesti e movimenti delle membra». Secondo Leonardo quindi, l’uomo e
la donna vanno rappresentati nella loro integrità fisica e spirituale; per
questo l’artista non può limitarsi a studiarne l’aspetto ma deve anche saperne
rivelare i pensieri e le emozioni attraverso i gesti e le espressioni
del viso. Mentre Leonardo riuscì nel suo ideale d’arte grazie alle non comuni
capacità di penetrazione psicologica – si vedano ad esempio La Gioconda e La dama con l’ermellino – il Caravaggio, molto più introspettivo e tormentato
vivendo anche nell’epoca della Controriforma cattolica, riuscì nello stesso
intento semplicemente e problematicamente nel medesimo tempo, rispecchiando la
sua anima, la sua mente, le sue ombre, nelle tele mirabili che dipinse. Furono
comunque entrambi grandi innovatori. Tutto il libro è dunque impostato sulla
finalità dichiarata di dimostrare che il Caravaggio è figlio del suo tempo,
della sua educazione, dei suoi vissuti e traumi, dell’ambiente e che i suoi
quadri sono figli del suo ego.
L’autore non lesina citazioni a
sostegno di ciò, come quella di Giovanni Pietro Bellori, che ci illumina sul
nostro personaggio: “Tali modi del Caravaggio acconsentivano alla sua
fisionomia ed aspetto. Era egli di color fosco, ed aveva foschi gli occhi, nere
le ciglia ed i capelli; e tale riuscì ancora naturalmente nel suo dipingere
(…). Egli trascorse poi nell’altra (maniera) oscura, tiratovi dal proprio
temperamento, come nei costumi ancor era torbido e contenzioso” (da Le vite dé pittori, scultori e architetti
moderni,
1642). Anche se
questa descrizione del Caravaggio potrebbe sembrare un po’ lombrosiana
ante-litteram, essa spiega chiaramente la visione dell’autore. Ed anche la
citazione di Bulgakov va nella stessa direzione: “Che cosa avrebbe fatto il tuo
bene se non fosse esistito il male, e che aspetto avrebbe la terra se ne
scomparissero le ombre? E’ dalle cose e dalle persone che si genera l’ombra.
Ecco qui l’ombra della mia spada” (da Il
maestro e Margherita, 1928-1940). Ovvero
la realtà è sempre dualistica, bipolare, quindi si giustificano benissimo la
sostanza e la tecnica pittorica del Caravaggio, tra luce ed ombra, tra soggetti
sacri e religiosi ed altri mondani, tra terra paradiso ed inferno; si capiscono
le presenze nelle sue tele di decollazioni, ferite, tagli, del sangue, di
piacere e morte. Ed ancora Salvatore Veca nella prefazione insiste: «... La
tensione essenziale è generata da una sorta di guerra civile del sé che
contraddistingue la vita e l’opera del Caravaggio. … La serie dei ritratti
tende a convergere, alla fine, nell’autoritratto. … Caravaggio potrebbe ben
rivolgersi a noi con la celebre allocuzione di Baudelaire: “Hypocrite lecteur,
mon semblable, mon frère”». L’autore ci trascina in un racconto affascinante.
Ida Chicca Terracciano nell’introduzione rende merito alle
sue opzioni e ricerche: “Nel ricco panorama della letteratura caravaggesca la scelta di campo di Pier Paolo Dinelli di condurre, all’interno di una prospettiva
semiologica, un’indagine sul grande artista orientata su patologia
psichiatrica, esperienza umana del proprio limite e spiritualità è inedita e
certamente coraggiosa”. Significativamente egli ha intitolato l’ultimo capitolo
Uno sguardo oltre il buio, scorgendo nel tormento del Caravaggio una tensione
più che al bello, al vero, e tutti sappiamo quanto possa essere
dolorosa una simile prospettiva di vita, dello spirito e dell’anima. Per tutto
ciò l’attualità del Caravaggio è immensa.
Enzo Concardi
Pier
Paolo Dinelli,
Caravaggio dall’ombra al dettaglio,
prefazione di Salvatore Veca, introduzione di Ida Chicca Terracciano; Guido
Miano Editore, Milano 2021, pp. 150, isbn 978-88-31497-57-2,
mianoposta@gmail.com.
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