Nazario
Pardini – Patrizia Stefanelli
La
dimensione umana dell’esistere
Dialogo
in versi con la poetica di Pardini
Interpretazione
dei libri di Pardini – Dagli scaffali della biblioteca – e – Alla volta di
Leucade
Quando
si parla di viaggio non possiamo non collegarci ai poeti. Il fluire dei loro
versi è movimento di suoni, di accenti ricchi di memorie. Davanti a me “La
dimensione umana dell’esistere”. Patrizia e Nazario collegati strettamente da
un sentire ora gioco, ora malinconico.
Lettere
in versi.
“Un
flusso d’incoscienza mi trapassa, perdonami l’ardire, credo in te,/ alle risate
che ti fai al telefono/ quando profani dissacrando un verso…”.
“Ti
scriverò così dei tuoi bei libri: Dagli scaffali della Biblioteca – Alla volta
di Lèucade”. Patrizia e Nazario. E così ha inizio questa originale
corrispondenza. Puntuali le risposte e l’ora contrassegnata. Patrizia assume la
veste di Sibilla ma non ha segreti: “è un gioco la poesia che va e viene,/
talvolta in noi resta”. Patrizia ricorda la Biblioteca e i libri di Nazario.
Una lunga scala permetteva di raggiungerli. “Nei libri si aprivano orizzonti
larghi e vasti/ o familiari stanchi/ di povertà nascoste dentro il cuore/ di
chi conobbe stelle,/ e luna riposare dentro un pozzo/ di una madre sfinita;/ o
padre, o fratello, e focolare…”.
Patrizia,
23 febbraio 2021, ore 17,08: “Il gioco a noi piacendo, è dolce gioco…/ Ricordo,
sai la Biblioteca e il luogo poi cui ci conducesti ai libri tuoi/ su per la
scala…/ Un posto sacro e assai più che ordinato…”. “Così tu scrivi: vi ho
portato con me…/ sui colli, nei posti che da vivi/ percorremmo insaziabili”.
“Da
vivi” “Tu sei vivo”.
Incrocio
di pensieri in versi che rivelano da una parte la vivacità giocosa di Patrizia
e dall’altra, Nazario che replica tra ironia e malinconia. I libri sono persone
e quindi sentono e dicono cose “che fanno male”. Nei libri i ricordi rivivono e
si attualizzano: “Dove, dove/ quel pioppo solitario con le fronde/ cullanti
l’innocenza del fratello… Non c’è più niente attorno a quella casa…”. “Un tuffo
dentro il fiume del tuo amore…/ è poesia che imbocca le parole:/ che giornata!
Pranzammo felici in osteria,/ parlando a cuore aperto, della vita/ di una vita
che scorre e se ne va…”
In
Nazario più che il presente rivivono nitidi i ricordi da “Rivivere non vale se
vuol dire/ rivangare un passato e farti male”. Patrizia cara e sincera amica,
lo distrae riportandolo in alcuni aspetti giocosi della vita. Tuttavia,
pregnanti i sogni di Nazario: “Faccio sogni,/ ma la mattina me li porta via/
Anche se sono tristi e non rincuorano”.
Patrizia,
25 febbraio, ore 9,17. Riflessioni.
“La
vita che è così, cosa vuoi chiedere./ Camminando scopriamo le sue origini,…/
vecchi odori e sapori ci attraversano/ e inevitabilmente ci conducono a un
approdo/… In fluidità/ viaggiare sazi come uccelli d’aria./ La terra, quella
scura, è nostra madre/ conserva e dona il seme/ In essa nascondiamo la
salvezza/ e la maledizione. L’amore può ogni cosa…”. Nelle parole di Patrizia
affiora un saggio senso dell’esistere. Analizza le inquietudini di
Nazario; ne legge i pensieri: “Di
Catullo t’inquieta/ quel sogno che egli disse senza fine/ e ti slega la sua
malinconia/”.
Nazario,
ore 12,29: “La malinconia è grande cosa,/ ti prende quando meno te lo aspetti,/
Ti gonfia il cuore, ed empie ogni anfratto,/ … Ed io vivo di malinconia,/ forse
perché pensando a ciò che sfuma/ non possiamo giocare coi versi,/ brandelli dei
nostri sentimenti./”.
Patrizia,
ore 18,42: “È stata una giornata complicata/ ma bella, Fino a poco fa la luce/
era un’arancia sul far della sera./ …Ora scende,/ frattanto che ti scrivo,/ una
nebbia che copre ogni confine./”.
Nazario,
ore 9,50: “L’amore è la tua cifra:/ la dimensione umana dell’esistere./ l’ho
cantato senza risparmiarmi”.
Nello
scorrere questi dialoghi, si supera l’impatto iniziale penetrando nel profondo
e non può non tornare alla mente Pavese e i suoi dialoghi con Leucò. Il
pessimismo creativo di Pavese contagia Nazario: “Le farfalle volarono nel
cielo/ di una notte d’estate./ Si spensero i falò col primo giorno/ ceneri calde
nella fredda rena,/ incise di romanze e di sorrisi,/ furono sparse dalla
tramontana”.
Patrizia,
ore 11,31: “La vita è questa cenere/ che resta dopo il fuoco. L’amore, è lui
che scherza…/ in noi chi parla è il cuore dei poeti”…
Intensamente
dolce nei racconti che affiorano in questi dialoghi, una storia d’amore rimasta
nell’innocenza. Nazario non volle violare la fanciulla nel fiorire della sua
giovinezza e ne salvò l’innocenza. È una storia che fa riflettere; il non
consumare l’amore può salvarlo per sempre nel ricordo. Nel leggere i dialoghi
del testo ne diveniamo partecipi. I due poeti
aprendosi, penetrano il nostro cuore e, chi legge, diviene, a sua volta,
protagonista di quelle sensazioni e dei ricordi. Realtà presente: l’isola. Lèucade
sognata e vissuta nello smalto della sua tragicità. Il salto e la morte nelle
azzurrità marine è suggello d’amore. L’amore nella morte si sublima divenendo
immortale: “E ti rivissi, vita,/ con un sentire lieve e tanto amato/ che in
ogni fatto lieto o meno lieto,/ ma scampato, vidi un superbo dono”.
Anna Vincitorio
Firenze, 14 giugno 2021
Anna Vincitorio con la consueta sapienza e con spinta sanguigna ha letto e donato ai lettori la corrispondenza artistica tra i due pilastri del cielo, Nazario e Patrizia e sulla loro corrispondenza di amorosi sensi sui libri del Nume Tutelare: Dagli scaffali della Biblioteca e – Alla volta di Lèucade”. Quanto mai aderente al vero l'estratto: "Incrocio di pensieri in versi che rivelano da una parte la vivacità giocosa di Patrizia e dall’altra, Nazario che replica tra ironia e malinconia", definizione che si potrebbe definire un dipinto. Mi sembra di vederli i due Poeti e i loro passi artistici li rendono addirittura toccabili, sono qui nella stanza, mi commuovono con la saudade del Nocchiero che "gli gonfia il cuore, ed empie ogni anfratto" e la levità luminosa della mia amica :"Fino a poco fa la luce/ era un’arancia sul far della sera". La loro esegeta ne sottolinea la grandezza e io sento l'esigenza di aggiungere che di tanta grandezza sono inconsapevoli. Si sono trovati e continuano a trovarsi come fanciulli sulla battigia che giocano con il disco del sole che va a riposare. Il loro canto è genuino, vero, assoluto, sale in alto, accarezza il cielo e l'eco torna a noi, limpido e dolce, caldo e carezzevole. Una pagina scritta con particolare capacità ermeneutica da una donna che sa muoversi tra le vibrazioni dell'anima e che tra i due Poeti si è trovata 'a casa'. Ringrazio Anna e i nostri pilastri e li abbraccio con tanto affetto e ammirazione.
RispondiEliminaRingrazio Anna Vincitorio per questa sua bella lettura del Nostro librino. Ci riporta pensieri sparsi in battere e levare, così com'è la vita in questa dimensione tanto umana quanto divina. Nazario ha il grande dono di portare il ricordo alla malinconia. Come da un velo il trasparire delle cose, così si porta la sua poesia al mondo. Grazie!
RispondiEliminaRICEVO E PUBBLICO
RispondiEliminaRingrazio di cuore Maria e Patrizia per i loro benevoli interventi
Anna Vincitorio