martedì 20 luglio 2021

NAZARIO PARDINI _ PATRIZIA STEFANELLI: "LA DIMENSIONE UMANA DELL'ESISTERE"

 

Nazario Pardini – Patrizia Stefanelli

La dimensione umana dell’esistere

Dialogo in versi con la poetica di Pardini

Interpretazione dei libri di Pardini – Dagli scaffali della biblioteca – e – Alla volta di Leucade

 

Quando si parla di viaggio non possiamo non collegarci ai poeti. Il fluire dei loro versi è movimento di suoni, di accenti ricchi di memorie. Davanti a me “La dimensione umana dell’esistere”. Patrizia e Nazario collegati strettamente da un sentire ora gioco, ora malinconico.

Lettere in versi.


“Un flusso d’incoscienza mi trapassa, perdonami l’ardire, credo in te,/ alle risate che ti fai al telefono/ quando profani dissacrando un verso…”.

“Ti scriverò così dei tuoi bei libri: Dagli scaffali della Biblioteca – Alla volta di Lèucade”. Patrizia e Nazario. E così ha inizio questa originale corrispondenza. Puntuali le risposte e l’ora contrassegnata. Patrizia assume la veste di Sibilla ma non ha segreti: “è un gioco la poesia che va e viene,/ talvolta in noi resta”. Patrizia ricorda la Biblioteca e i libri di Nazario. Una lunga scala permetteva di raggiungerli. “Nei libri si aprivano orizzonti larghi e vasti/ o familiari stanchi/ di povertà nascoste dentro il cuore/ di chi conobbe stelle,/ e luna riposare dentro un pozzo/ di una madre sfinita;/ o padre, o fratello, e focolare…”.

Patrizia, 23 febbraio 2021, ore 17,08: “Il gioco a noi piacendo, è dolce gioco…/ Ricordo, sai la Biblioteca e il luogo poi cui ci conducesti ai libri tuoi/ su per la scala…/ Un posto sacro e assai più che ordinato…”. “Così tu scrivi: vi ho portato con me…/ sui colli, nei posti che da vivi/ percorremmo insaziabili”.

“Da vivi” “Tu sei vivo”.

Incrocio di pensieri in versi che rivelano da una parte la vivacità giocosa di Patrizia e dall’altra, Nazario che replica tra ironia e malinconia. I libri sono persone e quindi sentono e dicono cose “che fanno male”. Nei libri i ricordi rivivono e si attualizzano: “Dove, dove/ quel pioppo solitario con le fronde/ cullanti l’innocenza del fratello… Non c’è più niente attorno a quella casa…”. “Un tuffo dentro il fiume del tuo amore…/ è poesia che imbocca le parole:/ che giornata! Pranzammo felici in osteria,/ parlando a cuore aperto, della vita/ di una vita che scorre e se ne va…”

In Nazario più che il presente rivivono nitidi i ricordi da “Rivivere non vale se vuol dire/ rivangare un passato e farti male”. Patrizia cara e sincera amica, lo distrae riportandolo in alcuni aspetti giocosi della vita. Tuttavia, pregnanti i sogni di Nazario: “Faccio sogni,/ ma la mattina me li porta via/ Anche se sono tristi e non rincuorano”.

Patrizia, 25 febbraio, ore 9,17. Riflessioni.

“La vita che è così, cosa vuoi chiedere./ Camminando scopriamo le sue origini,…/ vecchi odori e sapori ci attraversano/ e inevitabilmente ci conducono a un approdo/… In fluidità/ viaggiare sazi come uccelli d’aria./ La terra, quella scura, è nostra madre/ conserva e dona il seme/ In essa nascondiamo la salvezza/ e la maledizione. L’amore può ogni cosa…”. Nelle parole di Patrizia affiora un saggio senso dell’esistere. Analizza le inquietudini di Nazario;  ne legge i pensieri: “Di Catullo t’inquieta/ quel sogno che egli disse senza fine/ e ti slega la sua malinconia/”.

Nazario, ore 12,29: “La malinconia è grande cosa,/ ti prende quando meno te lo aspetti,/ Ti gonfia il cuore, ed empie ogni anfratto,/ … Ed io vivo di malinconia,/ forse perché pensando a ciò che sfuma/ non possiamo giocare coi versi,/ brandelli dei nostri sentimenti./”.

Patrizia, ore 18,42: “È stata una giornata complicata/ ma bella, Fino a poco fa la luce/ era un’arancia sul far della sera./ …Ora scende,/ frattanto che ti scrivo,/ una nebbia che copre ogni confine./”.

Nazario, ore 9,50: “L’amore è la tua cifra:/ la dimensione umana dell’esistere./ l’ho cantato senza risparmiarmi”.

Nello scorrere questi dialoghi, si supera l’impatto iniziale penetrando nel profondo e non può non tornare alla mente Pavese e i suoi dialoghi con Leucò. Il pessimismo creativo di Pavese contagia Nazario: “Le farfalle volarono nel cielo/ di una notte d’estate./ Si spensero i falò col primo giorno/ ceneri calde nella fredda rena,/ incise di romanze e di sorrisi,/ furono sparse dalla tramontana”.

Patrizia, ore 11,31: “La vita è questa cenere/ che resta dopo il fuoco. L’amore, è lui che scherza…/ in noi chi parla è il cuore dei poeti”…

Intensamente dolce nei racconti che affiorano in questi dialoghi, una storia d’amore rimasta nell’innocenza. Nazario non volle violare la fanciulla nel fiorire della sua giovinezza e ne salvò l’innocenza. È una storia che fa riflettere; il non consumare l’amore può salvarlo per sempre nel ricordo. Nel leggere i dialoghi del testo ne diveniamo partecipi. I due poeti  aprendosi, penetrano il nostro cuore e, chi legge, diviene, a sua volta, protagonista di quelle sensazioni e dei ricordi. Realtà presente: l’isola. Lèucade sognata e vissuta nello smalto della sua tragicità. Il salto e la morte nelle azzurrità marine è suggello d’amore. L’amore nella morte si sublima divenendo immortale: “E ti rivissi, vita,/ con un sentire lieve e tanto amato/ che in ogni fatto lieto o meno lieto,/ ma scampato, vidi un superbo dono”.

Anna Vincitorio

                                                               Firenze, 14 giugno 2021

3 commenti:

  1. Anna Vincitorio con la consueta sapienza e con spinta sanguigna ha letto e donato ai lettori la corrispondenza artistica tra i due pilastri del cielo, Nazario e Patrizia e sulla loro corrispondenza di amorosi sensi sui libri del Nume Tutelare: Dagli scaffali della Biblioteca e – Alla volta di Lèucade”. Quanto mai aderente al vero l'estratto: "Incrocio di pensieri in versi che rivelano da una parte la vivacità giocosa di Patrizia e dall’altra, Nazario che replica tra ironia e malinconia", definizione che si potrebbe definire un dipinto. Mi sembra di vederli i due Poeti e i loro passi artistici li rendono addirittura toccabili, sono qui nella stanza, mi commuovono con la saudade del Nocchiero che "gli gonfia il cuore, ed empie ogni anfratto" e la levità luminosa della mia amica :"Fino a poco fa la luce/ era un’arancia sul far della sera". La loro esegeta ne sottolinea la grandezza e io sento l'esigenza di aggiungere che di tanta grandezza sono inconsapevoli. Si sono trovati e continuano a trovarsi come fanciulli sulla battigia che giocano con il disco del sole che va a riposare. Il loro canto è genuino, vero, assoluto, sale in alto, accarezza il cielo e l'eco torna a noi, limpido e dolce, caldo e carezzevole. Una pagina scritta con particolare capacità ermeneutica da una donna che sa muoversi tra le vibrazioni dell'anima e che tra i due Poeti si è trovata 'a casa'. Ringrazio Anna e i nostri pilastri e li abbraccio con tanto affetto e ammirazione.

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  2. Ringrazio Anna Vincitorio per questa sua bella lettura del Nostro librino. Ci riporta pensieri sparsi in battere e levare, così com'è la vita in questa dimensione tanto umana quanto divina. Nazario ha il grande dono di portare il ricordo alla malinconia. Come da un velo il trasparire delle cose, così si porta la sua poesia al mondo. Grazie!

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  3. RICEVO E PUBBLICO

    Ringrazio di cuore Maria e Patrizia per i loro benevoli interventi
    Anna Vincitorio

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