GUIDO MIANO EDITORE
NOVITÀ EDITORIALE
È uscito il libro di poesie:
OLTRE IL TEMPO di ANTONIO COSTANTINO
con prefazione di Michele
Miano
Pubblicata la raccolta poetica dal titolo “Oltre
il tempo” di Antonio Costantino, con prefazione
di Michele Miano, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano
Editore, Milano 2021.
Non è
facile scrivere su Antonio Costantino, poeta e avvocato,
conosciuto personalmente tanti anni fa nel suo Studio di Como insieme a mio
padre Guido. Studente in giurisprudenza, viaggiavo spesso e volentieri con mio
padre visitando amici autori e artisti che ci hanno sempre accompagnato in
questa lunga e tutt’altro facile attività. Come anche non è una mera casualità
che i figli del nostro Costantino, dopo vari anni di silenzio, scelgono la
nostra Casa Editrice per dare alle stampe la presente raccolta, quasi una sorta
di testamento spirituale del padre. E mi piace pensare che esista un sottile file
rouge che accomuna il destino e l’essenza del nostro vivere, e che i padri
talentuosi infondono nei figli quella nobiltà d’animo e sensibilità, quasi come
fosse una sorta di continuità in una missione umana e professionale. Uno
scrigno da custodire e proteggere negli abissi della propria coscienza. Sta poi
a noi capire con chi condividere questa dimensione e non sprecare il proprio
tempo che ci rimane. Così è toccato in sorte ai figli di Antonio Costantino,
così è toccato in sorte a noi Miano della seconda generazione.
La
Natura Medicatrix è uno dei poli tematici su cui si ispira buona parte
della scrittura del poeta: natura maestosa, pacificatrice dei moti più inquieti
dell’animo, ma anche misteriosa con i suoi incantesimi e con le meraviglie del
Creato. Si legga la lirica Sole: «… davvero non vuoi saperne del tramonto
/ e sfolgorante indugi nel tuo impero / quasi a fugar le ombre ancora nascoste».
E ancora, Dialogo sotto il cipresso:
«Non vedi tu ondeggiare / la tua vita che somiglia / alla cima del cipresso / che
nel vento si assottiglia…». Tra l’inverno e
la primavera: / «Ma
quando scenderai dalla montagna / stagione che ancora indugi, / in bivacchi di
foglie annerita / non vedo falò né segni di vita / e l’andare di donne con
gerle / non è che stanchezza della memoria…».
Per il
poeta è essenziale fermare il tempo, ma anche scrutare nella mobilità mentale
dell’uomo per scoprirne i disagi e la parte più creativa dell’odissea umana per
poter poi cogliere quegli aspetti che spesso sfuggono anche all’osservazione
più attenta. Il messaggio della poesia per Costantino deve contenere i valori
più intimi della vita e dell’esperienza umana e quindi non solo la
contemplazione del Creato ma anche l’incanto della memoria, il sentimento del
tempo di ungarettiana memoria, la disillusione di tante vicende umane. Nella
meditazione, nella densità dei concetti Antonio Costantino vive la propria odissea di
uomo, di cronista della propria storia. La sua poesia rivela anche la
preoccupazione per quanto rimane dell’uomo, di ciò che ha vissuto nell’iter
terreno, e comprende che solo l’opera del pensiero individuale può continuare a
vivere dopo l’annullamento fisico.
Quando
il poeta osserva la natura, dentro di sé irradia un canto spontaneo che lo
identifica ad un profondo senso, a una trasparenza poetica necessaria a
costruire un mondo interiore che l’autore dilata nella propria visione. Le
immagini di repertorio sono spesso lampi guizzanti a cogliere della vita il
dolore ma anche la gioia, perché egli appare ottimista anche nei momenti di
crisi. Al di sopra del dolore avverte la bellezza esistenziale che a molti
sfugge: ne potenzia la carica trascendentale. Il vissuto è qualcosa che non va
perduto e il suo valore resta immutato. Significativa è la lirica Treni di febbraio: «Non so se né quando partirà / questo treno
vuoto / né dove lievemente dondolando / ti porterà…» dove a volte un senso di
inquietudine e smarrimento sembra attanagliare il verso del poeta.
Antonio
Costantino si porta dietro anche quell’insularità di fondo, tipico di
chi nasce in una terra magnifica ma difficile come la Sicilia, terra di miti e
leggende, di culture e civiltà stratificate in secoli di oppressioni straniere
ma anche di simboli ancestrali. Indubbiamente la caduta degli ideali, i
conflitti sociali, le incertezze del nostro tempo hanno profondamente inciso nel
suo animo, sollecitando un genere di scrittura “verticale”, tormentata, tesa
tra la suggestione del negativo e gli incerti sentieri del recupero. Sembra
affiorare in qualche occasione anche una nostalgia della terra lontana con la
sua storia, con i reperti di quella civiltà solare, la Magna Grecia che
continua ad affascinare scrittori e poeti. Ancora più difficile esemplificare
le coordinate con il vissuto quotidiano, coniugare il sogno con la realtà,
l’eredità storica con l’usura del tempo. Esemplificativa in tal senso è la
lirica Eleusi: «… il mistero
sento di Eleusi / e quel pomo di pietra duro / il buco nell’eterno / che
conduce dove non è futuro / né presente né passato…».
La tematica Tempus fugit
sembra poi essere un altro elemento catalizzatore di Antonio Costantino: si
leggano alcune strofe de Il tempo:
«… Dappertutto sei e da nessuna parte / vorrei sapere da quando esisti / o chi
ti ha inventato / ineluttabile tempo / nemico della vita». Il tempo che tutto
travolge, annienta, trasforma ma che si perde nell’infinito cosmico ed è qui
che forse ritrova sé stesso: «… Forse l’altro l’anima ti sfiorerà / e spererai
che lui almeno sia eterno / e del tempo la fine non conosca. / Lunga è la notte
e il giorno incerto / e l’altro del mistero ti parlerà / della vita». Questi
ultimi versi sono tratti dalla lirica L’altro,
scritta qualche mese prima della sua scomparsa. Come se Antonio Costantino volesse suggerirci che “vivremo” nel tempo ed
oltre il tempo, in quanto ciò che più conta di noi è quello che rimane dopo il
nostro passaggio terreno. E solo il recupero della memoria e della nostra
essenza giustificherà la nostra breve esistenza, poiché, alla fine, il nostro
valore è in ciò che resterà quando non ci saremo più.
Michele Miano
Antonio
Costantino è nato a Villafranca Tirrena (Messina) nel 1936; all’età
di quattro anni si è trasferito a Como dove ha trascorso il resto della sua
vita, a parte un breve periodo di soggiorno in Germania; si è laureato a Milano
in giurisprudenza e ha esercitato la carriera forense: ha insegnato diritto
all’istituto Pascoli; è entrato nel consiglio dell’Ordine degli avvocati negli
anni della presidenza di Ernesto Lanni; è stato a lungo anche vicepretore
onorario penale. Ha coltivato tante passioni, oltre che per la giurisprudenza,
anche per il cinema e per la letteratura tedesca (in particolar modo per il
poeta Goethe). È venuto a mancare nel 2020. Ha pubblicato le raccolte di poesie: A cielo aperto (1976), Il cuore del mondo (1982), Poesie (1995), Commiato dall’invisibile (2005). La sua produzione poetica è
recensita nelle opere: Contributi per la
Storia della Letteratura Italiana, vol. II, G. Miano Editore, Milano, 1998;
Dizionario Autori Italiani Contemporanei,
IV ediz., ivi, 2006.
Antonio Costantino, Oltre il tempo, pref. Michele Miano,
Guido Miano Editore, Milano 2021, pp. 102, isbn 978-88-31497-62-6,
mianoposta@gmail.com.
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