domenica 24 febbraio 2013

F. CAMPEGIANI SU: "L'EVOLUZIONE DELLE FORME POETICHE"

 

L’EVOLUZIONE DELLE FORME POETICHE

(La migliore produzione poetica dell’ultimo ventennio)

a cura di Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo

 
 
Franco Campegiani

L’amico Sandro Angelucci, da attento critico qual’è, pone giustamente in risalto il significato storico del poderoso documento approntato da Ninnj Di Stefano Busà e Antonio Spagnuolo, sotto il titolo “L’evoluzione delle forme poetiche” (Kairòs editore). Mi trovo anch’io tra i selezionati autori della preziosa antologia e capisco bene la discrezione che spinge la Busà a dire che “questo consuntivo non ha la pretesa di essere il vangelo”. Tuttavia esso rappresenta uno spaccato davvero significativo dell’ultimo ventennio poetico italiano: un censimento, un’indicazione, meglio, di percorsi che, come lei scrive, possono stare al livello della storia. Non nascondo che ciò mi inorgoglisce, anche se mi rattrista sapere da Spagnuolo, in postfazione, che “il panorama non risulta completo perché diversi autori (bontà loro!) hanno declinato l’invito, adducendo scuse a volte puerilmente banali, a volte prive di quella necessaria cultura umanistica che distingue lo scrittore autentico”.
Duecentoottantasette autori, tutti di levatura, con moltissime punte decisamente eccellenti, non sono comunque pochi e testimoniano il grande valore letterario e storico del volume in questione (780 pagine). Felicemente Angelucci evidenzia l’indirizzo critico dei due curatori, teso a mostrare la controtendenza della poesia selezionata rispetto alla standardizzazione linguistica ed alla omologazione imperante, imposta dai linguaggi televisivi e tecnologici. Allo stesso male, la Busà fa risalire la reazione eccessivamente anarcoide ed individualista di alcune tendenze insofferenti nei confronti della massificazione in atto, con il risultato di contribuire pesantemente all’imbarbarimento letterario e linguistico. “Non esistono due linguaggi, afferma la Busà: uno surreale, magico, ermetico, inaccessibile ai molti, e uno feriale, per i comuni mortali”. O meglio, i due linguaggi esistono (come esistono da sempre), ma sono complementari e non alternativi l’uno all’altro.
Così, laddove la Busà scrive che “la poesia può vibrare ovunque in maniera del tutto naturale”, Angelucci aggiunge che essa possiede “la forza primordiale che le permette di spuntare, come un filo d’erba, tra le crepe dell’asfalto”. Sarebbe davvero un errore legare la poesia esclusivamente alla sfera del sublime, come si credeva un tempo. Dante, poeta del Paradiso, l’ha colta felicemente anche nell’Inferno. Dovunque può nascere la poesia, se c’è il poeta capace di cogliere i lati sottili della vita: dunque, anche nell’aridità e nel degrado dei nostri tempi. Scrive Spagnuolo: “Il punto di partenza di questo percorso è il verso che dà libera metafora e che evoca una visione apocalittica del destino e del degrado della civiltà contemporanea”. Ma subito aggiunge, giustamente, che il riscatto deve venire sostenuto da un impianto formale e ritmico di forte musicalità e sonorità espressive, secondo le modalità tipiche della poesia.
 
Franco Campegiani    

 

1 commento:

  1. dal Prof. Maurizio Soldini dell'Università La Sapienza - Roma

    oggi ho avuto il piacere di avere tra le mani e di sfogliare l'antologia.
    Mi sembra davvero un'opera pregevole. Ben fatta, calibrata, coincisa ma diffusiva nel presentare il panorama poetico degli ultimi anni. Spero che possa avere il successo che merita soprattutto col fine di avvicinare il maggior pubblico e soprattutto quello dei gi...ovani alla poesia.
    Tra l'altro è solo con la lettura che si può codificare un canone oltre che di scrittura di lettura. Ritengo infatti che il canone per i non poeti, per i lettori al di fuori di chi scrive la poesia, sia rimasta a stilemi obsoleti e invecchiati, ai quali è pur necessario ogni tanto gettare un occhio come in una soffitta si fa con le cose dismesse che comunque sono cariche di valori e senso, ma è ancor più necessario guardare nella vita viva e nel parlato delle strade dove abita l'esistenza attuale. Quello che secondo me questa antologia fa molto bene facendo ascoltare la voce di circa trecento poeti contemporanei.
    Complimenti!
    Maurizio Soldini

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