giovedì 28 febbraio 2013

GABRIELLA PISON SU: "L'EVOLUZIONE DELLE FORME POETICHE"


Gabriella Pison

Scrivere poesie non è difficile, scriveva Bukowsky, è difficile viverle e questa recentissima ed esaustiva raccolta rappresenta il primo solido tentativo di dare una classificazione alla dimensione del simbolico di quest’ultimo ventennio, individuando nella matrice antropologica culturale di ideali creativi esperienze di vita ordinaria.Certo è che la poesia non ha bisogno di classificazioni, anche se c’è stato un fiorire in ogni epoca di riunire brani scelti , non solo come esempio di buona scrittura, ma proprio per consentire una visione d’insieme del panorama letterario, a partire dal Canzoniere di Petrarca o dalle esperienze del Novecento, per citarne qualcuna ; questa Antologia vuole essere una panoramica esauriente di quelli che sono gli attori del mondo poetico contemporaneo, diversi per percorsi, età, aree geografiche, ma nei quali si può riconoscere un filo conduttore comune, quello di esprimersi, al di là di rigidi schemi “tassonomici” con autenticità, nell’essenza del proprio sentire e del proprio codice stilistico.
L’Evoluzione delle forme poetiche
La presentazione dei testi di quest’opera eccellente si accompagna a quella che potrei definire la sapiente strategia paratestuale di Ninny Di Stefano Busà: anticipando la lettura con il suo ricco preludio, rende evidente la necessità non solo letteraria ma anche storica di dare un corpus alle poesie selezionate , vieppiù  analizzando con rara capacità sintetica, lo stato dell’arte della quinta musa, in uno sconvolgimento epocale che non ha lasciato indenne la produzione poetica.Si è tentati di usare un verso di John Keats-the poetry of Earth is never dead-  per augurarsi che questo poderoso testo diventi  testimone, in termini filologici e storico-culturali, della novità con cui irrompe la poesia tra secondo e terzo Millennio: non  più poesia inascoltata, o sterile iato irrigidito da stereotipi linguistici e ontologici,  ma poesia arricchita da una riflessione esistenziale di maggior ampiezza, tensione continua verso l’assoluto, rugiada  consolatrice dell’arido Vero leopardiano
                                       Trieste,26 febbraio 2013

1 commento:

  1. Luciano Mantovani
    bellissimo il suo < non più poesia inascoltata, o sterile iato irrigidito da stereotipi linguistici e ontologici, ma poesia arricchita da una riflessione esistenziale di maggiore ampiezza> mi chiedo e le chiedo se mai fosse possibile un simile ascolto quando la tensione di oggi tende verso il basso e tende l'orecchio a "sirene" più seducenti di varia natura, soprattutto di stampo politico e socio/culturale
    con evidenti riflessi esistenziali.

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