giovedì 23 maggio 2013

PAOLO BASSANI: LA PINETA DI SUVERO...


PAESAGGI MONTANI  DI CASA NOSTRA:
LA PINETA DI SUVERO E I CASONI

di Paolo Bassani




            Spesso amiamo vantarci di conoscere luoghi lontani; ne trattiamo con dovizia di particolari, mentre evitiamo di parlare di casa nostra (forse perché l’erba del vicino appare sempre più verde, forse perché noi stessi, spesso, ignoriamo quello che offre la nostra terra). In queste brevi note vorrei circoscrivere il discorso al paesaggio montano. Poche sono le province che possono offrire varietà di scenari come la nostra. In pochi chilometri si può passare dall’incanto della costa alle meravigliose visioni delle montagne. Pochi minuti d’auto per scoprire o riscoprire paesaggi d’una bellezza insospettata. Uno di questi è certamente la pineta di Suvero con i pascoli dei Casoni. In poco più di mezz’ora dalla Spezia (si esce dall’autostrada a Bugnato) si può raggiungere agevolmente il paese di Suvero e, quindi proseguendo, la grande meravigliosa pineta (a quota 850 metri s.m.) dalla quale si dipartono i verdeggianti pascoli che portano ai Casoni (m. 1000 s.m.). Per chi ama la montagna, il silenzio, il fresco, l’aria buona, è certamente questo un luogo ideale che ha il vantaggio d’essere anche facilmente raggiungibile. A differenza d’altre pinete, quella di Suvero è rimasta intatta nel suo verde; inoltre grazie alle strade, ai sentieri che in essa si addentrano, ed al sottobosco pulito, offre la possibilità di salubri passeggiate. Per avere l’idea della sua estensione e vederne tutta la bellezza, bisogna salire fino ai Casoni. Lo spettacolo che si presenta non è per nulla dissimile da quello di famose località alpestri. Ecco, la pineta diventa elemento indispensabile dell’ambiente e, unita ai verdi prati che da essa dipartono, ove pascolano placidamente mucche e cavalli bradi, crea il vero paesaggio della montagna, Chi, poi, amasse salire ancora, non ha che l’imbarazzo della scelta: dal crinale dei Casoni che fa da spartiacque ai bacini idrografici della Magra e del Vara, si può salire attraverso facili sentieri fino al monte Coppigliolo (m. 1139 s.m.) da cui si gode un panorama stupendo e vastissimo: lo sguardo libero spazia dalla riviera versiliese ai monti del Bracco, dal monte Gottero alle Alpi Apuane. Con altrettanta facilità si può raggiungere il monte Scaloscia e il monte Civolaro (m. 1208 s.m.) ove si possono trovare fiori di montagna e raccogliere mirtilli, fragole e, quando è tempo, funghi in abbondanza nelle faggete che scendono a valle. Dal passo dei Casoni si diramano tre strade: la prima, che dopo un centinaio di metri diventa asfaltata, delimita le pineta e, attraverso ripidi tornanti, porta a Villagrossa e quindi a Calice; la seconda, molto ampia, sale leggermente costeggiando le montagne per raggiungere i prati dei crinali a due passi dal monte Cornoviglio (m. 1162 s.m.) e giù fino all’Alpicella; la terza scende nel versante toscano e, inoltrandosi in fittissimi castagneti, conduce in sei chilometri a Montereggio: antico e grazioso paese, noto per essere stato la patria dei librai pontremolesi. Come si vede, dai Casoni è possibile scoprire con molta facilità una zona montagnosa tra le più suggestive della nostra provincia. Una caratteristica di queste montagne e che, in estate, solo raramente – a differenza di quanto avviene sulle Alpi e sui rilievi dell’Appennino- sono soggette alle nebbie mattutine ed ai temporali pomeridiani: ciò è dovuto alla non eccessiva altezza delle vette che non costituiscono sbarramento alla circolazione delle masse d’aria. Con questo non significa che le ridotte precipitazioni rendano inaridito il manto erboso e la vegetazione boschiva che scende a valle: merito dell’acqua presente nel sottosuolo, com’è dimostrato da numerose polle e da una sorgente freschissima a levante del monte Coppigliòlo. Ma quello che colpisce sempre in montagna, e quindi anche ai Casoni, sono l’aria dilavata e i colori smaglianti: quell’azzurro intenso del cielo ove nel meriggio appaiono e si disperdono i bianchissimi, piccoli cumuli del bel tempo; quel verde delicato dei crinali stagliati nell’infinito; quel silenzio, quell’atmosfera di pace che distende e rasserena. Dolci memorie mi legano a questo paesaggio scelto dalla mia famiglia in occasione delle ferie estive degli anni ’70. Oltre alle foto, sfogliando l’album dei ricordi, ho ritrovato una poesia: “Ai Casoni”, la stessa che ancora è esposta in un agriturismo della  zona. Vorrei donarla, come invito, a chi non è mai venuto in questo luogo.


AI CASONI

Dalla pineta ombrosa,
teneri di verde
i prati
salgono ai Casoni,
verso crinali aperti
ai monti di Liguria
e di Toscana.
Dal coppigliolo
al Civolaro,
nascono fragili nubi
e si disfanno
nell'azzurro terso;
scendono freschi silenzi
nell'estate chiara,
rotti solo, di tanto in tanto,
dal suono di campani
di greggi al pascolo
e di mucche
e di cavalli bradi
stagliati nel cielo.
Una bianca croce,
un piccolo santuario
di pietra,
una baita degli Alpini,
la fattoria
al limitar dei prati
segnano l'antica civiltà
della natura.
Ormai lontani
sono i rumori,
le vie convulse,
le ciminiere cupe:
adesso, in questa pace,
è facile sognare.
Così, ampio si fa il respiro,
e nel profumo
di montagna
serena l'anima rinasce.
                                           
                   Paolo Bassani              

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