domenica 27 ottobre 2013

ANDREA MARIOTTI: SU "IL NOVECENTO E LA PAROLA"


Andrea Mariotti

Ho letto con interesse i commenti relativi al limpidissimo scritto di Ninnj Di Stefano Busà, quasi uno squillo di tromba nella necropoli delle nostre anime. Pur concordando con la dovuta storicizzazione delle nostre angosciose problematiche suggerita da Claudio Fiorentini, è pur vero che la crisi da benessere rientrato del nostro paese si sta rivelando per quella che radicalmente è: una macroscopica iniquità sociale, con pochi crapuloni in letizia e tante, troppe persone alla fame, senza la dignità di un lavoro. Viene da sorridere (per non piangere), ripensando al testo di Marcuse EROS E CIVILTA', laddove si vaticinava di una società occidentale del Duemila libera dalla schiavitù del lavoro e dedita all'otium.. (sic!). Insomma, l'esperienza del socialismo reale sarà stata fallimentare, ma rimane la fertilità del pensiero marxiano nell'indicare nelle strutture socio-economiche quello che conta veramente, per darci una spiegazione delle sovra-strutture ideologiche. Per farla ancora più breve; com'è possibile che tante ricchezze siano arraffate da pochi, pochissimi in questo momento storico del nostro paese? qualcosa dovrà necessariamente cambiare, non essendo più il radicalismo un affare da salotto con scarpe marchigiane di ottimo artigianato e una bella erre moscia alla Bertinotti. Il radicalismo è nei fatti. E comunque chi può, chi ancora può, non ha scampo, in senso positivo; dovendo guardare dentro se stesso secondo quel tracciato indicato con forza da Franco Campegiani. Ringrazio Ninnj Di Stefano Busà per lo stimolante dibattito suscitato.

Andrea Mariotti

1 commento:

  1. Grazie Andrea, per avermi dato man forte in quello che io definisco fame di giustizia sociale e di verità. Non credo che abbatteremo la miseria e le sacche di povertà che aumentano ogni giorno sempre di più, ma lo scopo è prendere coscienza di un fatto gravissimo: ci trattano come gonzi e noi abbozziamo. La verità è un'altra non si vuol vedere lo sfacelo, e allora...non c'è peggior cieco di quello che non vuol vedere. Sono quasi certisima che quello che pensiamo noi lo pensa l'Italia intera, ma non si fa niente per modificare l'assetto deviato di una catastrofe coscienziale.
    Questo è il mio pensiero, purtroppo. Vi ho nel cuore per quello che esprimete, almeno siete concordi con me e siamo in tre, è già qualcosa...Grazie.
    Ninnj Di Stefano Busà

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