giovedì 12 febbraio 2015

PIETRO CATALANO: "I CANTI DELL'ASSENZA" DI N. PARDINI



I CANTI DELL'ASSENZA

di Nazario Pardini

http://nazariopardini.blogspot.it/2015/02/nazario-pardini-i-canti-dellassenza.html
Nazario Pardini: I CANTI DELL'ASSENZA
The Writer. Milano. 2015. Pp. 240

La poesia di Nazario Pardini va dritta al cuore. Conosciamo bene la maestria nell’uso dell’endecasillabo, dell’enjambement con cui forgia concetti, ricordi, sentimenti; ma ciò che rende unica la sua poesia è l’armonia e l’eleganza del verso unitamente alla profondità dei temi trattati. C’è l’anima di noi tutti nelle sue parole, i sentimenti più profondi, l’intimità dei vissuti, il “racconto” della vita, delle sue stagioni, piene di malinconica dolcezza. Particolarmente toccanti sono le liriche dedicate agli affetti familiari (Contro le lune: Ho sempre fissa, padre, la tua immagine;/i nostri sogni, il cielo: prevedere/ dure gelate a divorare pane,/piogge future ad annullare semi. Il peso delle pietre: E ci portiamo dietro questo peso/di pietre graffite da nomi/ di padri e di madri/volati all’azzurro. Oh terra di novembre: Si raccoglie in campagna il cimitero/dei tanti miei vicini. Oggi è novembre,/il giorno dei defunti, ed ogni anno/mi chiamano all’incontro.) dove la perdita si coniuga con la costante presenza dei sentimenti. Lirica colta, frutto di impegno e vissuto profondo; superba la chiusa della poesia Ottobre: Il frutto cade/del giorno ormai maturo ed è la notte.
C’è poco altro da aggiungere alla straordinaria prefazione di Antonio Spagnolo se non confermare l’alto valore di Poeta e Uomo che Nazario incarna con la semplicità che solo i grandi sanno possedere. Sul piano stilistico, faccio mie le considerazioni dell’amico Umberto Vicaretti espresse nella recensione del volume Alla volta di Leucade: ”notevoli risultano la ricchezza sontuosa del lessico, la padronanza della metrica, il ricorso privilegiato e dominante all’endecasillabo; quest’ultimo come, starei per dire, scelta di campo, rifiuto di ogni avanguardismo, moda, sperimentalismo, avventurismo”.
In sintesi, Nazario con la sua arte riesce a compiere l’invocazione di Mario Luzi “vola alta, parola”.

Pietro Catalano


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