giovedì 28 settembre 2017

VITTORIA AGANOOR POMPILJ: "LA BELLA BIMBA"

La bella bimba

La bella bimba dai capelli neri
è là sul prato e parla e gioca al sole.
Io so quei giochi e so quelle parole;
rido quel riso e penso quei pensieri.
Son io la bimba dai capelli neri.

Ed anche io vedo una fanciulla bruna
gli occhi sognanti al ciel notturno fisi.
Quante chimere e quanti paradisi
gli occhi suoi! Te li  rammenti, o Luna,  
gli occhi febèi* della fanciulla bruna?

Ora è stanca; la penna ecco depose;
e la man preme su le ciglia nere.
Di quanti sogni e quante primavere
vide sfiorir le immacolate rose?
Ora è stanca; la penna ecco depose.

* da Febo, solari

Vittoria Aganoor Pompilj, di famiglia armena, nacque a Padova nel 1855; morì a Roma nel 1910. Discepola di Giacomo Zanella, fu poetessa delicata e feconda. Nelle sue raccolte Leggenda eterna e Nuove liriche parla spesso di sé  e del suo tormento con acutezza psicologica. Forte la suggestione che hanno esercitato su lei il mondo e la poesia dannunziana, e l’opera di alcuni scrittori stranieri come Maeterlinck, Baudelaire, Francis Jammes. La sua lirica è uno specchio fedele dell’anima femminile nell’Ottocento.

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