martedì 27 febbraio 2018

M. L. DANIELE TOFFANIN, MASSIMO TOFFANIN "LA GRANDE STORIA IN MINUTE LETTERE"


·                  Maria Luisa Daniele Toffanin, autrice di numerosi libri di poesia (tra cui Fragmenta, E ci sono angeli e Florilegi femminili controvento) e di prosa (I luoghi di Sebastiano con Massimo Toffanin), ha conseguito numerosi premi e consensi. Collabora con diverse riviste come critica e con il CILM dell’Università di Udine. Le sue poesie figurano anche in antologie internazionali. Ex docente, promuove iniziative culturali nell’ambito dell’Associazione Levi-Montalcini e dà vita ad incontri letterari nel Cenacolo di Poesia di Praglia. Ha curato con Mario Richter gli atti del convegno da lei organizzato Il sacro e altro nella poesia di Andrea Zanzotto.
·                  Massimo Toffanin, ex funzionario di banca, si dedica a ricerche di storia contemporanea. Socio fondatore e presidente del Centro studi onorevole Sebastiano Schiavon, ha organizzato vari eventi, in particolare mostre fotografiche, convegni e concerti di musica relativi alla prima guerra mondiale. Ha curato diversi quaderni di storia e ha pubblicato saggi biografici tra cui Sebastiano Schiavon lo strapazzasiori (2006) ed altri e, con Maria Luisa, il romanzo I luoghi di Sebastiano.

Credo sia un privilegio non comune ritrovare un carteggio quasi intatto, tale da illuminare non solo le personalità degli scriventi, ma anche il contesto storico in cui sono datate le lettere. Un modo per approfondire la conoscenza delle vicissitudini personali narrate, ma anche del complesso periodo inclusivo il ventennio fascista, il periodo prebellico e bellico fino al settembre del 1945. Qui si snoda la storia delle anime dei protagonisti, ma anche la grande storia che attraversa Padova, la Grecia, i campi di concentramento polacchi e tedeschi. Un carteggio che si allarga pure a riflessioni amicali, sociali, economiche sulla città prima bombardata, poi occupata e infine sul primo faticoso tentativo di ripresa.
Delle 597 lettere, che costituiscono la corrispondenza tra Gino e Lia dal 1935 al 1945, sono state tratte le più significative appunto per le informazioni su Padova, le descrizioni paesaggistiche della Grecia, racconti di vita militare che ben contrastano con quelle del periodo di prigionia, sofferte, ristrette al massimo, sempre sotto il controllo della censura.
Alcune possono sembrare ripetitive, per il continuo richiamo agli affetti, in particolare alla figlia Marisa appena nata; ma l’argomento famiglia, in realtà, diviene il leitmotiv del pensiero e quindi delle parole di chi è lontano dalla persona amata, diviene l’ancora di salvezza a cui aggrapparsi come certezza del presente e speranza nel futuro. Così potrà sembrare assillante il discorso sui pacchi, che sono garanzia di sopravvivenza, in chiave fisica e psicologica. È un po’ come «Sergentmagiù, ghe rivarem a baita?» nel Sergente nella neve di Mario rigoni Stern, quale scaramantica risposta intima affermativa.”

[Incipit del libro]




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