giovedì 6 settembre 2018

MAURIZIO DONTE: "CANZONE PETRARCHESCA"


Un calco di chiare fresche e dolci acque, con un paio di modifiche nello schema... 

Canzone Petrarchesca

Quando sull'onde vaga
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Quando sull'onde vaga
la mia canzone al vento,
dentro al mio cuore sento ritornare
amor, eterna piaga
in petto; sentimento
nuovo che muove amare
idee e sopra le rare
foglie dei rami posa
in silenzio, pensando
a te, signora, quando
il tempo ed ogni possibile cosa
sembrava a noi venire,
andando oltre il giorno e il suo finire.

Non è per noi il morire,
l'andar oltre il disegno
che ci accolse, rubato ad un futuro
non noto, in cui svanire
forse, è l'unico segno
tangibile nel duro
venir di un dubbio puro
e semplice. Non sai
dell'ombra e del rimpianto,
della magia, del canto
che riempie d'armonia il presente e vai
da solo sul sentiero
che vedi e ti accompagna col pensiero

del vivere: mistero
onnipresente avuto,
che gira tutt'intorno, nel passaggio
del giorno. Son sincero
su quanto è ormai perduto:
sul sogno e il suo miraggio
che splende come un raggio
e non si vede; luce
che da te emana, amore,
certezza del dolore
che ho vissuto, di gioia che conduce
alla disperazione,
all'ultimo finire di stagione.

E muore la ragione
nell'anima, la sento
svanir nell'onda che si muove: un fiore
che posa, la passione,
e che svanisce lento,
nel tacito dolore,
ma tu eri amor, splendore
rapido e silenzioso,
mosso dal cuore avanti,
messo da me davanti
ad ogni cosa: futuro armonioso
del sogno che mi serra
ed altro dentro porta, se non guerra.

Passa amor sulla terra
come un fuoco e finisce
in nulla, un lampo, e nulla lo sostiene;
sentir che mi sotterra
nell'istante e stupisce
ancor perché non tiene:
com'egli è andato, viene
e niente ci rimane
dell'amore creduto
eterno e già perduto,
dell'oggi ch'è rimasto, di stamane
che viene quand'è sera,
nell'anima che spera e che non spera.

E così mi dispera
amore, con le chiavi
che tiene in mano lui, mentre abbandona
il cielo nella sera;
sul mare van le navi
con le vele distese
al vento, alle sorprese,
di tutto quanto insegna
a noi il presente, niente
avremo in mano, niente,
se non soltanto amore che ci segna,
che pone la sua origine

nel mistero, al venir della vertigine,
di nebbia, di caligine,
che vedo aprirsi innanzi nel mistero
che è l'amor per noi: solo un pensiero.

Maurizio Donte


3 commenti:

  1. Altre volte ho postato un breve commento sul blog per la poesia di Maurizio Donte e l'ho fatto sempre con la convinzione di trovarmi davanti a qualcosa di particolare, di diverso dal solito e comunque di valore.
    Sicuramente Donte ricorda Autori del passato, e questo può non piacere,ma per la precisione tecnica del verso, l'ampia conoscenza delle varie forme prosodiche e metriche, unitamente alla accuratezza e serietà del dettato poetico, frutto di studio oltre che passione per determinati Poeti, ha un merito oggi piuttosto raro.
    Io credo che la poesia, qualsiasi veste indossi, nasconda sempre un'anima, che il lettore attento riesca comunque a leggere...Pertanto mi sorprende che alle corpose composizioni-classiche o meno- del Donte non segua mai il minimo segno di attenzione da parte dei numerosi frequentatori di Leucade.
    Ringrazio dell'attenzione e saluto gli amici con la consueta cordialità.
    Edda Conte

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    1. Ti ringrazio Edda, e ringrazio il professore per lo spazio che mi concede. Quanto all'assenza di commenti, credo che ognuno debba fare come si sente. So peraltro di essere "antiquato" nei modi e nelle forme, e di non aggiungere un gran che al già detto, e meglio,da altri.
      Grazie di tutto

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  2. Grazie a te Maurizio e...complimenti per il tuo bon ton...
    Edda Conte.

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