martedì 3 settembre 2019

ELENA SALIBRA: "DALLA PARTE DEI VIVI"


Elena Salibra. Dalla parte dei vivi. Manni Editore. San Cesario di Lecce. 2019

Un viaggio di odisseica tensione nell’epos privato della poetica di Elena Salibra


Poesia di una vita, una vita in poesia, questa di Elena Salibra. Un corposo volume editato per i tipi di Manni Editore nel 2019, che fa  del verso il mezzo più aderente per rivelare le ontologico fragranze di un patema esistenziale. Tante le chiavi di lettura per interpretare la ragnatela degli intendimenti umani e oltre: lo psicologismo, il naturismo, il sociale, la vicenda umana che riguarda da vicino il percorso esistenziale della scrittrice. Credo che sia opportuno tirare in ballo, fin da subito, un lacerto della  nota del curatore che si propone di intendere e di significare il focus di cui si sente, l’autrice, attiva e fattiva interprete: “Questo volume riunisce le cinque raccolte poetiche di Elena Salibra pubblicate nell’arco di un decennio  e si propone al lettore innanzitutto come un libro sulla memoria. “La memoria è una strada che si perde/e si ritrova dopo un’ansia breve”, recita l’esergo di Vers.es, rievocando uno dei luoghi più felici de La capanna indiana per eleggere l’amato Bertolucci, figura onnipresente nella ricerca della Salibra, a nume tutelare della sua poesia… Ma Bertolucci, subito dopo, aggiungeva, con forte enjembement, la parola “tranquilla”: l’ansia dello smarrimento si esaurisce così nella pacificazione di un io che ha ritrovato, come la “stella del fondale” di s sette e di In vena, la sua stabilità, la sua “giusta posizione”.”.  La  poetessa fa della vita un poema odisseico. Un poema in cui è facile leggere le emozioni e i pensamenti. Quello che subito ci attrae e ci convince è il verso, la parola, il verbo, il monema, il lessema. Un lavoro da cesellatrice, da artefice, da artigiano del sintagma. Le iuncturae fonetiche scorrono articolate e veloci; appropriate e significanti; senza un uso eccessivo o improprio di figure retoriche e artifici vari. Il contenuto a volte di stampo filosofico-culturale, che risente in parte del ruolo umanistico-universitario della scrittrice, sono affidati ad un verbalismo piacevole e armonioso. Ma veniamo al testo per indagarne a livello filologico la struttura. Il titolo generale: Dalla parte dei vivi, che di per sé dà già l’idea di un’indagine; delle relazioni  di coloro che di questo mondo fanno parte; dei loro intrighi umani; della loro inquietudine del vivere e del ricordare. Cinque le sezioni che corrispondono ai titoli delle opere pubblicate: Vers.Es, Sulla via di Genoard, Il martirio di Ogigia, La svista, Nordiche. Cultura, storia, humanitas, biografia, interiorità come ben rileva il prefatore: “…Emanuele Trevi ha scritto che “nella sua essenza più profonda la poesia è la forma suprema della biografia””. Un nostoi, un ritorno il cui tragitto non sempre è liscio in un mare in bonaccia, ma che spesso si imbatte in perigli e bufere che mettono alla prova la resistenza della imbarcazione; quella della pluralità scritturale volta a  reificare i tanti contenuti che riguardano l’uomo e i suoi contorni vitali. Trecentotrentacinque pagine in cui la Nostra racconta di sé, del suo essere dalla parte dei vivi, del suo osservare, del suo esistere con tutte le magagne che ciò comporta, “Sola e straordinariamente limpida ferma, consapevole, ferocemente sincera, e spudorata”, per dirla con la chiusa della prefazione a firma di Marco Santagata:

da Capodanno 2000
(…)
Siamo ancora insieme uguali e lenti
nei due passi di danza appena aperti
al fuoco degli anni – usciamo allo scopertoù
a ricalcare i disegni delle stelle

a In vena

(…)
Vi guardavo negli occhi. Cosa c’era
che non capivo degli antefatti…
grazie. T’ho messo in difficoltà, ora
c’ho voglia di andar via… nelle terre
del nord, ma lui ha freddo e non vuol partire                   

Il volume si conclude con una dovizia di Note dell’autrice, del curatore e con una scheda bio-bibliografica di significanza epistemologica atta ad approfondire le tematiche dei testi.

Nazario Pardini        

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