sabato 28 settembre 2019

LIDIA GUERRIERI: "L'ODIO PER I TEDESCHI"

Lidia Guerrieri,
collaboratrice di Lèucade

Mi è venuta in mente, questa poesia, ieri sera mentre alla televisione c'era un documentario e sfilavano i nazisti. In casa mia ho imparato l'odio per i Tedeschi. Il fratello mezzano di mamma, zio Mirko, è stato il solo Piombinese fucilato dai Tedeschi : aveva 18 anni ed era un civile, ma si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato. Era andato a pescare, pare che abbia trovato un filo , che gli sia sembrato adatto alla pesca e che l'abbia preso, ma era del telegrafo. Mi sembra una cosa poco probabile...forse l'aveva tagliato lui, forse era un partigiano o sognava di esserlo, voleva imitare i partigiani, forse è stato un ingenuo, o uno sprovveduto, forse ha azzardato, forse l'ha trovato davvero...non l'ho mai saputo con sicurezza. Fatto sta che fu lapidato e poi fucilato. Comprensibile che per la mia famiglia che aveva visto guerra, bombe e di tutto ed aveva avuto questo lutto...Tedesco volesse dire Nemico. Ma io sono cresciuta...so del colonnello Stauffenberg e dell'operazione Valchiria, della Rosa bianca ed altre cose e non identifico più i Tedeschi in blocco col nazismo. Ieri sera ho visto quei giovani che sfilavano col braccio alzato ...quanto ha influito sulla loro mente la follia di Hitler? Certo...dove c'era il seme del male Hitler l'ha fatto germogliare alla grande... certo chi si prestò a torturare non era uno che lui ha messo su fino a questo punto. Delinquenti ce n'erano e ci sono buone probabilità che questi sarebbero diventati delinquenti lo stesso. Ma quanti giovani normali, persone semplici, sono state manipolate, messe su, suggestionate, trasformate in esaltati... Ragazzi che sarebbero andati a scuola, si sarebbero sposati o no, avrebbero lavorato come postini, insegnanti, medici, imbianchini, sacerdoti, baristi..gente comune...l'ossatura di una società sana, gente che si è trovata, magari meravigliata di se stessa, su una strada che in circostanze normali non avrebbe mai preso.
Insomma...ho scritto questa

Non erano che fiordalisi al vento
e sarebbe bastato un po' di sole
nuvole chiare e una pioggia leggera.
Ma li travolse il buio;
li morse il freddo, li scudisciò un vento
che prosciugò la linfa, e delle foglie
fece spine, ed uncini di ogni gemma.
Tuoni rabbiosi, lampi di veleno
scossero le radici e frantumarono,
dopo averlo svuotato, il seme buono.
Non erano che fiordalisi al vento,
ma lo stelo sottile
attorse in un' inversa palingenesi
l'urlo della follia.
E allora fu che sulle bionde piane
echeggiò il ringhio del filo spinato;
e si sparse la cenere sui campi
sotto il passo dell'oca.


2 commenti:

  1. Bella la poesia, pacata e ricca di umanità, e bello soprattutto il brano che scrivi .. C'è quel sentimento grande che si chiama comprensione carità perdono. Brava come sempre Lidia, come artista e come essere umano. Un abbraccio. Edda

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  2. Potente e commovente al tempo stesso, la chiusa è da brivido. Grande Lidia, una poesia la tua generosa e sincera. Un abbraccio, Franca Donà

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