sabato 7 settembre 2019

FRANCESCO CASUSCELLI LEGGE: "IL MARE NELL'ANIMA" DI EMANUELE ALOISI



Francesco Casuscelli,
collaboratore di Lèucade

Leggere la poesia di Emanuele richiede tempo non si può interrompere tra una pagina e l'altra, bisogna dare respiro a queste parole che con moto tellurico ci scuotono per frantumare tutte le maschere quotidiane. L'anima è il mare ci offre diversi punti di osservazione sulla realtà e sulla vita. Essa infatti, ci dona la calabresità di Emanuele viva ed energica, e assorbe tutti i contrasti di questa terra. Dai colori di uno splendido mare, dal rigoglioso verde dei corsi d'acqua e delle montagne, dai paesaggi selvaggi e arsi, tutto si fa sintesi nelle sue parole. Ma accanto a tutte queste meraviglie naturali si contrappongono le anime nere che attraversano il territorio come metastasi disseminate capaci di essere ovunque a corrompere un tessuto sociale fragile.
"Non chiamatelo favore, vi prego, /il grido della ruggine dei chiodi/il pianto proveniente dalle vene/dagli occhi delle spine acuminate..."
Le dissonanze, i contrasti a volte spigolosi sono una delle tante caratteristiche della sua scrittura che come i fichi d’india della copertina punge con le spine ma se applichi destrezza a maneggiare il frutto riesci ad aprire e assaporare la polpa gustosa del frutto. Una scrittura schietta che richiede impegno nella lettura che con svolgimento ritmico alto e basso, forte e piano, riesce a rendere armoniche anche tematiche di denuncia. "È lì che nasce il pane/tra lucertole che strisciano,/i roditori che divorano/l'ombra dei morti sulle pietre..." . Si può apprezzare quanto le rime siano spontanee non ricercate ma presenti nelle corde espressive dell’autore.
Ma gli orizzonti della sua poesia non si fermano al territorio ma si espandono con slanci emozionali verso la Siria, il mare mediterraneo proponendo tematiche di una poesia engagé, che abbraccia le diverse figure della cronaca quotidiana. Come scrive Domenico Pisana nella prefazione " Aloisi sa darci gli attimi del suo esserci tra metafore e simboli, tra memorie e denunce."
"al velo nero ho rinunciato/in cambio di una pietra/e del tuo nome inciso, madre./Che non sia eterna l'agonia, /vana/la mia crocefissione. "
Qui il poeta sembra suggerire che per vivere non basta essere vivi che vivere è qualcosa che si impara con amore e sofferenza per trovare l'equilibrio chiamato compassione. Vivere quindi, con passione mettendo entusiasmo nelle azioni e attraversare il tempo con generosità per raggiungere sempre la verità.
"Il sangue non ha età/e non discrimina le fiamme/ma quanto bruciano lo sa l'amore..."
Un posto speciale meritano le poesie dedicate agli affetti più cari in cui emerge una peculiare intenzione a rivelare i sentimenti più profondi e più veri che mettono a nudo quelle fragilità che solo i poeti sanno rivelare senza timore, facendone il perno con il quale tentare di sollevare il mondo.
"per non incidermi lo stesso chiodo/nel punto dove sanguina la carne, una domanda che non si è arrestata:/che cosa ho fatto per mio figlio/quale futuro lascerò ai suoi giorni? " 
Domande che inducono a riflettere sul ruolo educativo, sugli sprechi di risorse e sul consumo del territorio. Quale pianeta lasceremo ai nostri figli, se non invertiamo la direzione della crescita verso un percorso più sostenibile. Il poeta si esprime con naturalezza, trasparenza e vigore con una valenza espressiva che tocca e punge la carne per risvegliarci dal torpore dell’apparente benessere che ci ottunde, mettendoci di fronte alla responsabilità delle scelte per garantire la continuità alle future generazioni.
In questa seconda raccolta il nostro si esprime con una grammatica cromatica molto forte sintomo di una maturazione che genera parole feconde di umanità per dare espressione all'inespresso o a quello che è troppo doloroso per potersi dire.
Una raccolta preziosa che già nel titolo e nell'accattivante copertina esprime un varco poetico invitante ad entrare nella vita di un uomo che si lascia attraversare dal mare che è anima e poesia.

Il mare dell’amore (ai nostri figli)

E se vuol dire amare
vivere
vorrei non smettere di amarvi mai
amarvi amarvi fino a vivere e non smettere
fino ad immergermi di nuovo
nella salsedine di un mare azzurro,
che discrimina una carne,
che non discrimina una pelle,
la terra che rimane sotto le unghie
come il ricordo di un cordone,
come l’aborto di una vita,
lenzuolo insanguinato di una morte
una speranza naufragata altrove
in questo mare che non ha memoria,
non ha più il legno di una culla azzurra.
In questo mare che disperde il riso
e sulle bianche vele
il riso il pianto di una barca
e di un bambino che non sarà uomo
non sarà grembo da donare vita,
la vita che non ha le braccia
per abbracciare un figlio, per inseguire un padre.
E se vuol dire amare
vivere
vorrei lasciarvi una conchiglia,
una conchiglia bianca.
Per vivere la porterete in tasca,
di tanto in tanto,
 sul vostro cuore poggerete il suono,
mi basterà per vivere
amarvi amarvi fino a vivere e non smettere.
Non c’è bisogno di vedere il mare,
vi basterà sentirlo
sentire dentro il mormorio dell’onde
la voce un padre tra le spume
e di una madre che vi parla
vi cullerà per sempre
nella salsedine del mare azzurro.

Francesco Casuscelli 

2 commenti:

  1. Grazie al professore Pardini per l'ospitalità e a Francesco per l'inattesa e gradita nota critica. Soltanto una cosa Francesco, forse volevi dire assonanze, poiché alle rime sono allergico. Non amo la poesia costruita, è vero, e ti ringrazio per averlo evidenziato, come attentamente hai sottolineato un'altra cosa, ovvero la duplicità linguistica che un po' riflette il mio modo di essere: apparentemente spinoso ma dentro esageratamente fragile. Grazie Francesco. Emanuele Aloisi.

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  2. Una nota critica molto profonda nella sua semplicità, nello splendore di un animo sensibile, d'altronde le poesie di Emanuele Aloisi sono ricche di sentimento, di immagini forti sia nel dolore che nell'amore. L'amore per il mare, la Terra come radici e valori, nido di figli e futuro, passato mai dimenticato e ricco di passioni. Complimenti al poeta e amico Emanuele, e a Francesco Casuscelli per la sua lettura critica e attenta. Franca Donà

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