martedì 21 gennaio 2025

Massimo Chiacchiararelli legge :" L'Arcobaleno nelle pozzanghere " di Maria Rizzi

 

                                

L’ultima fatica letteraria di Maria Rizzi, “L’arcobeleno nelle pozzanghere” è un giallo che avvince fin dalle prime righe, perché dietro la penna e gli occhi dell’autrice che inquadrano a tutto tondo, scrutano, riflettono sulle varie situazioni e circostanze dei protagonisti e delle varie comparse, ci sono i giudizi, le staffilate, la morale giudicante, la radiografia sociologica sulla vita attuale dove il potere assoluto è rappresentato dal denaro che bisogna avere a qualsiasi costo, anche infrangendo in modo animalesco e orribile la legge. L’autrice scrive spesso per immagini che rendono vivi i personaggi, ben rappresentati psicologicamente, per rivelarne i sentimenti nella loro peculiare essenza, riuscendo spesso a penetrare a fondo negli abissi delle loro coscienze. Spesso attinge alla sua biografia (presumo) con la mediazione della finzione romanzesca. La prosa è semplice, tradizionale, anche se a volte eccede in clichè precostituiti, dosando, comunque, indizi e colpi di scena in modo magistrale.

Maria Rizzi si dimostra un’abile tessitrice di trame e ha la capacità di riuscire a mostrare al lettore solo ciò che vuole, in un gioco di immagini riflesse da specchi ingannevoli, tanto da   far apparire le immagini stesse diverse da quello che sembrano, ma, al tempo stesso, ti rapiscono in un coinvolgimento integrale, così da renderti partecipe a costruire, insieme alla squadra di polizia, il mosaico della verità e a rendere quasi impossibile il distacco dalla poderosa lettura. In pratica è come se dialogasse con il lettore, perché parla della realtà odierna del mondo che ci circonda, osservando, scandagliando e giudicando tutto ciò che capita sotto il suo sguardo attento e ricettivo, ma soprattutto libero e illuminante.

Un’altra forza narrativa sta nei suoi incipit fulminanti che pescano nei detti antichi, nei proverbi popolari, nelle metafore filosofiche del nostro inconscio e delle nostre fobie, risultando a volte colme di poetica liricità:

 «Il sesso e i soldi sono le scarpe che adoperiamo per camminare nella vita.» PAG. 11

Piangere insieme, per una coppia, è il respiro dell’uno che muore nella gola dell’altra. PAG.13

«L’adolescenza è un dono e una malattia esantematica, la si subisce mentre si sfiora la vita… in attesa di morderla. Solo crescendo si capisce che rappresentava un surrogato dell’eden». PAG. 26

Il sole sta calando lentamente, annientando l’azzurro del cielo per saturarlo di colori straordinari, all’oro fino al porpora, passando per la gamma dei rossi, dei rosa e dei verdi più delicati. Scurisce anche gli alberi, li manda a dormire. PAG. 27

«Il male non sa di essere il male finché qualcuno non gli strappa la maschera del bene». PAG.37

Purtroppo troppi individui temono la verità e la giustizia e scelgono di vestire l’indifferenza. PAG. 42

È terribile rendersi conto di come l’orrore possa avere il sopravvento sulla capacità di ragionare, dilagando simile a un gas velenoso fino a impossessarsi di ogni angolo dell’organismo. PAG. 57

«… trattenete a lungo ogni boccone, fatelo danzare sulla lingua, vedrete che sarà carezza per il palato, schiuderà la gola… diventerà poesia». PAG. 74

“…perdere alcune cose fa diventare più forti: le cattive abitudini, il grasso superfluo, le conoscenze inutili. Ma se perdiamo i sogni, che sono state le stampelle di sempre, diveniamo irriconoscibili, deboli, tristi”. PAG. 104

La povertà di certi Paesi è scandalosa. E lo scandalo diviene insopportabile quando si prende coscienza che le situazioni di miseria sono il risultato della libertà di individui e nazioni pervertite nei comportamenti di indifferenza e di esclusione. PAG. 112

“…quando tira il soffio del male assoluto le orecchie rimbombano e non ci si può fare niente, solo seguire la direzione del vento”. PAG. 128

“… forse la memoria è l’unico pozzo dal quale distillare linfa vitale per affrontare l’oggi e il futuro. PAG. 135

“…Se le parole possono essere chiavi, certi silenzi somigliano a dei grimaldelli. Spaccano i timpani, uccidono le resistenze.” PAG. 144

«Il vento della notte è un ladro. Ruba i respiri, le carezze, e li disperde lungo sentieri evanescenti». PAG. 149

«Sulla bilancia del tempo l’odio sta pesando troppo, ma per fortuna resiste l’amore» PAG. 151

«Forse crediamo di aver nostalgia di un luogo, mentre abbiamo nostalgia del tempo vissuto in quel posto quando eravamo bambini e adolescenti. Il tempo ci inganna sotto la maschera dello spazio; facendo il viaggio, e tornando nell’isola della memoria, ci accorgiamo dell’imbroglio». PAG.171

Crescere insieme significa rinunciare alla pretesa di capire tutto, e lasciarsi andare alla deriva lungo i vorticosi torrenti dell’irrazionalità.” PAG. 189

I territori della memoria li ho rivisitati, si sono addormentati. Tacciono dolcemente. Credo sia arrivato il momento di abitare il presente per dare senso a ogni domani.” PAG. 196

 

Ho citato solo alcuni di questi camei meditativi, gli altri li lascio alla scoperta dei lettori attenti che si immergeranno in questo piacevole “arcobaleno”.

 

 

                                                                                  Massimo Chiacchiararelli

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