Lettera di un soldato a una madre
(canto a due voci)
… amica mia, ti dico:
per le cose che un uomo possa, alfine,
raccontare, ci vogliono tanti anni
di una vita trascorsa d’occasioni
a spigolare i miti i fatti i giorni
(frammenti, solamente dei frammenti
di notizia: si pongono di lato
nel PC. Sopra il mouse, indolente
un dito è pronto al click).
Amica mia, tra i pini
della Foresta Rossa rinsecchiti
ho scavato trincee a mani nude
ed erbe radioattive ho calpestato;
con le unghie ho seppellito nuove età
(chi sei tu che ti inscrivi alla mia fronte
sì come il crisma segna il crocifisso?).
Ricordi che correvo
fino a spezzarmi il fiato alla “korobka”?
gli zaini ai pali e Andrej piazzato in porta?
(ti presto le parole e sono te
e l’amica, e non sono! Ora, che il tuo
ricordo è schianto di cortili e grida,
sono tua madre…).
Amica, non ho anni d’avvenire;
solo lo ieri. E morirà domani
(… sono tua madre, figlio).
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