mercoledì 22 luglio 2015

CARLA BARONI: "IL SEGRETO DI DAFNE"


Carla Baroni: Il segreto di Dafne.
Blu di Prussia Editrice. Piacenza. 2015. Pg. 72




Carla Baroni sa rendere tutto il suo pathos con estrema naturalezza, senza mai cadere  nel sentimentalismo decadente, né nel discorso tragicamente eccessivo.  Ed il suo poetare ampio e nutrito di un verbo ricco e appassionato ci giunge con immediatezza. Lo stesso spartito fatto di note cucite fra loro da continui enjambement, ripetuti in maniera quasi ossessiva, denota la necessità di raccontare, di dare sfogo e apertura ad un’anima rigonfia che vuole liberarsi, gettando sul foglio i suoi ingorghi. Ma è sempre la robustezza del metro, la stabilità degli argini a contenere quel fiume in piena nel suo alveo, impedendogli esondazioni  a sommergere campi ricchi di humus. La poesia della Baroni si fa sempre più poesia/arte, quanto più la realtà si trasforma in immagine, in sentimenti rivisitati. Quanto più gli avvenimenti della vita si spogliano della loro cruda realtà, e si alimentano di un terriccio fertile a far crescere fiori unici ed intensi per colori e profumi. E i colori e i profumi sono dovuti anche a quelle figure stilistiche impiegate con spontanea generosità in una amalgama di accorgimenti etimo-fonici e guizzi poetico-intuitivi. Un mio vecchio professore diceva: “"Se sventuratamente vi avventurate nella poesia, vi sconsiglio di registrare la realtà; prima vivetela, poi immaginatela, e se riaffiora, lavorate e provate a farne poesia ".  E la Baroni ha covato la sua storia ora reale, ora traslata, ora mitica in un’anima disposta a raffinarne  e a smussarne le sporgenze graffianti,  tanto che il suo dolore si è tradotto in  monito per tutti noi: vivere la vita come il bene più grande che ci è dato. Un bene grande, forse, proprio perché contiene la morte. 



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